la traduzione di Montale di due novelle di Cervantes - Bruno Osimo ...
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metterle a profitto e dove si ride non si piange”. Si noti, per cogliere <strong>la</strong> stranezza <strong>di</strong><br />
quest’operazione, che ad esempio, all’inizio del<strong>la</strong> novel<strong>la</strong> , <strong>la</strong> stessa espressione “este buen<br />
día (….) le metamos en nuestra casa” era stata tradotta “far tesoro <strong>di</strong> questo felice giorno”,<br />
così come “todos los <strong>due</strong>los ecc.”, nel “casamiento engañoso” era stato reso “Non tutti i mali<br />
ecc.”. Non è chiaro il motivo per cui, invece, proprio nelle parole del<strong>la</strong> strega, presenza che in<br />
fin dei conti è frutto proprio <strong>di</strong> un’ immaginario collettivo, il richiamo ad un senso popo<strong>la</strong>re<br />
sia tanto affievolito.<br />
Una volta risvegliatasi dal<strong>la</strong> trance causata dall’unguento, <strong>la</strong> fattuchiera che tanto si<br />
preoccupava del<strong>la</strong> propria reputazione, si trova sdraiata in mezzo ad un folto pubblico, <strong>di</strong> cui<br />
l’autore sottolinea proprio gli sguar<strong>di</strong> curiosi, scrivendo che el<strong>la</strong> scopre sopra <strong>di</strong> sé “tantos<br />
ojos”, che <strong>Montale</strong> traduce fuor <strong>di</strong> metafora “tanta gente”.<br />
Di fronte alle accuse degli astanti, <strong>la</strong> vecchia se <strong>la</strong> prende col cane, tentando <strong>di</strong> ucciderlo, ma<br />
egli fugge rapidamente, e per raccontarlo usa un’espressione che <strong>Montale</strong> riporta al suo<br />
orizzonte i<strong>di</strong>omatico, cioè <strong>la</strong> definizione “a campana herida” che <strong>di</strong>venta in italiano “a<br />
campana a martello”.<br />
Di fatto, per quanto le parole <strong>di</strong> <strong>Cervantes</strong> possano essere interpretate secondo <strong>di</strong>fferenti punti<br />
<strong>di</strong> vista, il comportamento del solerte Berganza rive<strong>la</strong> in conclusione repulsione e cieco o<strong>di</strong>o<br />
verso <strong>la</strong> donna.<br />
Se durante il <strong>di</strong>scorso del<strong>la</strong> vecchia, probabilmente per <strong>la</strong> pregnanza del suo significato, il<br />
traduttore si era mantenuto partico<strong>la</strong>rmente aderente al testo, appena il cane torna a par<strong>la</strong>re per<br />
proprio conto, <strong>Montale</strong> si concede <strong>di</strong> trasformare alcuni termini, pur mantenendo, beninteso, il<br />
significato generico dell’originale.<br />
Il “día” <strong>di</strong>venta una volta “alba” e una volta “mattino”; <strong>la</strong> “garganta”, che <strong>la</strong> strega afferra<br />
tentando <strong>di</strong> uccidere il cane è il “collo”; il verso del<strong>la</strong> vecchia a<strong>di</strong>rata che “gruñía”, che più<br />
in<strong>di</strong>etro era stato tradotto letteralmente “grugniva”, <strong>di</strong>venta ora un “berciava”, più adatto ad<br />
un essere umano; “ha dos horas” è genericamente “prima”; “en <strong>la</strong> cumbre” è reso “portati in<br />
su”; l’espressione <strong>di</strong> tempo “en seis hora” si trasforma inspiegabilmente in “in un’ora”<br />
Alcune <strong>di</strong>ttologie vengono unite in una so<strong>la</strong> espressione, come “espantosa y fea catadura” che<br />
<strong>di</strong>venta “quel<strong>la</strong> sua spaventevole grinta”, “enten<strong>di</strong>miento y razón” si contrae in “un po’ <strong>di</strong><br />
ragione” e “pensar y creer” dà “persuadermi”.<br />
Non mancano, anche in quest’ambito i termini specifici, come “santiguarme” che<br />
naturalmente non corrisponde al “santificarmi” italiano, ma piuttosto, come scrive <strong>Montale</strong>,<br />
“esorcizzarmi” e “me conjursen”, verbo inesistente nel<strong>la</strong> tra<strong>di</strong>zione italiana che viene perciò<br />
reso con “occorreva una scongiuro”.<br />
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