la traduzione di Montale di due novelle di Cervantes - Bruno Osimo ...
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Scipione è d’accordo e ricorda a proposito il famoso Ulisse (notiamo che per <strong>la</strong> seconda volta<br />
il cane <strong>di</strong>mostra <strong>di</strong> conoscere <strong>la</strong> cultura greca), che fu chiamato “prudente” (nel<strong>la</strong> <strong>traduzione</strong><br />
“uomo avveduto”) per “haber andado muchas tierras y comunicado con <strong>di</strong>versas gentes y<br />
varias naciones” [per aver percorso molte terre e comunicato con <strong>di</strong>verse genti e vari popoli].<br />
La <strong>traduzione</strong> <strong>di</strong> <strong>Montale</strong> “per aver molto viaggiato e comunicato con molte genti e <strong>di</strong>versi<br />
paesi” non rispetta <strong>la</strong> coerenza interna, poiché il traduttore, che, come abbiamo visto, ha come<br />
priorità <strong>la</strong> comprensibilità del proprio testo, in questo caso usa una <strong>traduzione</strong> letterale che<br />
danneggia il senso del<strong>la</strong> frase. E’ ovvio che il “naciones” spagnolo, come chiarisce <strong>la</strong> nota<br />
critica, in<strong>di</strong>ca non gli spazi fisici, ma i popoli che vi abitano, anche perché non avrebbe senso<br />
l’atto <strong>di</strong> comunicare con un luogo. Non capisco <strong>di</strong> conseguenza il proce<strong>di</strong>mento del traduttore<br />
che decide <strong>di</strong> trasformare il termine, ma invece <strong>di</strong> usarne uno adatto al contesto, opta per una<br />
variante che rende ancora meno logica <strong>la</strong> frase.<br />
Nelle parole <strong>di</strong> Berganza, <strong>Montale</strong> decide <strong>di</strong> aggiungere qualche espressione caratteristica che<br />
nell’originale non corrisponde a usi i<strong>di</strong>omatici. Ad esempio, <strong>la</strong> truppa era piena <strong>di</strong> vagabon<strong>di</strong><br />
che “hacían algunas insolencias”, ma che in italiano “ne facevano <strong>di</strong> tutti i colori”; Berganza<br />
andrebbe nei dettagli “si no tuviera cuenta en no ade<strong>la</strong>ntarme en mostrar<strong>la</strong>” [se non tenessi<br />
conto <strong>di</strong> non andare troppo avanti mostrando<strong>la</strong>], cioè, scrive <strong>Montale</strong> “se volessi descriverli<br />
per filo e per segno”. A volte invece l’uso i<strong>di</strong>omatico è finalizzato a impiegare gli stessi<br />
termini dell’originale, come nel caso del guadagnare senza <strong>la</strong>vorare che “tiene muchos<br />
aficionados y golosos”, espressione che il traduttore mantiene all’interno dello stesso campo<br />
semantico usando il modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>re “fa go<strong>la</strong> a molti”.<br />
Il narratore presenta in questo episo<strong>di</strong>o al lettore un sottomondo <strong>di</strong> figurine che animavano le<br />
strade delle città gran<strong>di</strong> e piccole coi loro commerci e i loro spettacoli.<br />
Berganza si ritrova in nuovi ambienti, cioè quelli dei paesini nei quali sosta, denominati<br />
vil<strong>la</strong>s, cioè circoscrizioni con alcuni privilegi, che <strong>Montale</strong> definisce “feudo” o “borgo”, nei<br />
quali il tamburino mostra il cane come un pro<strong>di</strong>gio a un pubblico pagante, suscitando in<br />
Berganza <strong>la</strong> critica verso tutti coloro che vivono come ambu<strong>la</strong>nti sostentandosi con le<br />
professioni più <strong>di</strong>sparate, le quali, secondo il cane, nascondono <strong>di</strong> sicuro qualche attività<br />
illecita.<br />
“Por esto” commenta il mastino “hay tantos titiriteros, en España, tantos que muestran<br />
retablos, tantos que venden alfileres y cop<strong>la</strong>s”. Se per i primi è evidente <strong>la</strong> <strong>traduzione</strong> <strong>di</strong><br />
“burattinai”, i ven<strong>di</strong>tori smerciano “aghi e canzonette stampate”, cancel<strong>la</strong>ndo per non<br />
<strong>di</strong>lungarsi tutta <strong>la</strong> specificità del termine “cop<strong>la</strong>”, usato per in<strong>di</strong>care una breve composizione<br />
poetica tipica del<strong>la</strong> tra<strong>di</strong>zione popo<strong>la</strong>re, ma <strong>la</strong> manipo<strong>la</strong>zione più sorprendente avviene ai<br />
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