la traduzione di Montale di due novelle di Cervantes - Bruno Osimo ...

guardie, ma un generale mondo di valori giuridici ed etici sempre meno rispettati, che gli
stessi funzionari pubblici partecipano ad infrangere.
L’unico che compie sempre il suo dovere è il cane che, infatti, incitato dal governatore a
catturare un ladro, si getta contro il suo stesso padrone rivelandone l’immoralità, stanco
d’essere complice d’un tal impostore.
4.3.f Vita di strada
Berganza poi scappa dalla città e si ritrova un' altra volta in campagna dove si unisce a un
gruppo di soldati diretti a Cartagena, fra i quali in particolare si prende cura di lui un estroso
tamburino, che il nostro è pronto a seguire, unitosi alla truppa, in capo al mondo, consapevole
che i viaggi sono spesso utili all’apprendimento, nonostante il proverbio “Quien necio es en
su villa, necio es en Castilla” [chi è stupido al suo paesino, è stupido in Castiglia] che Montale
traduce con un simpatico proverbio italiano con lo stesso significato ed ugualmente in rima “
Chi al suo paese è tonto, lo resta in tutto il mondo”.
Berganza è inoltre interessato a conoscere e a parlare con distinte persone, poiché ciò “hace a
los hombres discretos”. Questo termine “discreto”, che indica saggezza e capacità di
esprimerla con l’uso di un linguaggio adeguato, che ricorre molto spesso anche nelle altre
novelle, mette come al solito alla prova in Montale la capacità di variare il dettato ricorrendo
ai più diversi sinonimi; tale procedimento si rivela particolarmente creativo nei casi, come
questo, in cui non esiste un significato letterale italiano per un termine tipico, che acquisisce
una sfumatura specifica in ogni determinato contesto.
Fin dall’inizio della novella Berganza elogia Scipione dicendogli che sempre, e allora più che
mai, lo ha considerato “discreto y amigo”, che Montale traduce “un amico, e avveduto”. Più
avanti lo stesso termine è usato per definire un uomo che secondo Montale è “di buon senso”,
mentre in un’altra battuta l’aggettivo è trasformato nel sostantivo “discrezione” per indicare la
qualità di Scipione nel saper evitare le digressioni inutili. Durante l’episodio dei pastori,
Scipione avverte Berganza di non dire cose di cui potrebbe pentirsi se vuol esser “discreto”
cioè, secondo Montale, “cauto”, mentre, parlando dei falsi latinisti, il sostantivo “discreción”
diventa “buon senso”.
Tornando al tema dei viaggi di cui stanno discorrendo i due mastini, conoscere altre realtà,
come abbiamo detto, “hace a los hombres discretos” che in questo contesto Montale
generalizza decisamente scrivendo che “c’è pur qualcosa da guadagnare”.
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