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la traduzione di Montale di due novelle di Cervantes - Bruno Osimo ...

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persona”, rendendo con una costruzione <strong>di</strong>stinta il medesimo concetto e mantenendo <strong>di</strong><br />

conseguenza <strong>la</strong> partico<strong>la</strong>rità del<strong>la</strong> struttura e il significato, ma cambiando <strong>di</strong> fatto il testo.<br />

Il capo del<strong>la</strong> congrega <strong>di</strong> delinquenti che frequenta il poliziotto è un tal Monipo<strong>di</strong>o, eccentrico<br />

personaggio già presente nel<strong>la</strong> novel<strong>la</strong> “Rinconete y Corta<strong>di</strong>llo”, definito in questa occasione<br />

“encubridor de <strong>la</strong>drones y pa<strong>la</strong> de rufianes”, che <strong>Montale</strong> traduce con un bel termine piuttosto<br />

ricercato “manutengolo <strong>di</strong> <strong>la</strong>droni e ruffiani”.<br />

Lo sbirro dopo <strong>la</strong> finta cattura dei criminali ricompensa i complici e paga il banchetto “…con<br />

todo cuanto Monipo<strong>di</strong>o <strong>di</strong>jo que había costado <strong>la</strong> cena , que se concluyó casi al<br />

amanecer…”[con tutto quanto Monipo<strong>di</strong>o <strong>di</strong>sse che era costata <strong>la</strong> cena, che si concluse quasi<br />

all’alba], con una re<strong>la</strong>tiva che dev’essere sembrata piuttosto ambigua al traduttore che decide<br />

<strong>di</strong> esplicitar<strong>la</strong> “…insieme con <strong>la</strong> cena, al prezzo che volle Monipo<strong>di</strong>o: cena che terminò<br />

all’alba con sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> tutti”. Questo proce<strong>di</strong>mento, accompagnato dal<strong>la</strong> trasformazione<br />

dell’interrogativa in<strong>di</strong>retta in re<strong>la</strong>tiva, mi pare partico<strong>la</strong>rmente notevole, perchè porta lo<br />

scrittore ad aggiungere una paro<strong>la</strong> rispetto all’originale, in opposizione al<strong>la</strong> sua pratica <strong>di</strong><br />

sintetizzare e tagliare il più possibile. E’ evidente che <strong>la</strong> motivazione <strong>di</strong> tale proce<strong>di</strong>mento,<br />

tanto rilevante da portarlo a contravvenire al<strong>la</strong> strategia predominante <strong>di</strong> tutto il <strong>la</strong>voro, è <strong>la</strong><br />

chiarezza del testo per il lettore, così che possa intendere <strong>la</strong> narrazione senza dubbi.<br />

Questo vale a chiarire che il principio del<strong>la</strong> sintesi, nel<strong>la</strong> poetica del <strong>Montale</strong> traduttore, segue<br />

per importanza lo scopo principale dell’imme<strong>di</strong>ata comprensibilità, fine che abbiamo visto<br />

perseguire anche attraverso <strong>la</strong> ra<strong>di</strong>cale trasformazione del testo.<br />

Come ogni gruppo con cui Berganza entra in contatto durante le sue <strong>di</strong>verse avventure, anche<br />

questi manigol<strong>di</strong> sono caratterizzati dal loro sottoco<strong>di</strong>ce, costituito da un gergo partico<strong>la</strong>re <strong>di</strong><br />

cui <strong>Cervantes</strong> recupera alcuni mo<strong>di</strong> per rendere espressivo e realistico il dettato.<br />

In questo caso, Berganza racconta come i malfattori facciano sapere al poliziotto dell’arrivo <strong>di</strong><br />

un nuovo mariolo in città usando <strong>due</strong> volte l’espressione “dar soplo”, corrispondente<br />

all’italiano “fare una soffiata”, termine colloquiale che <strong>Montale</strong> non impiega, preferendo<br />

tradurre “giunse notizia” una volta e “gli avevano fatto <strong>la</strong> spia” l’atra.<br />

L’incontro, come abbiamo visto, si svolge durante una <strong>la</strong>uta cena, per cui <strong>la</strong> nuova<br />

informazione funge quasi da dolce, secondo <strong>la</strong> metafora <strong>di</strong> <strong>Cervantes</strong> che impiega<br />

effettivamente l’espressione “de postre”, <strong>di</strong> cui il traduttore mantiene ancora una volta il senso<br />

ma trasforma il significante, scrivendo “per far <strong>la</strong> bocca buona”.<br />

Tutta <strong>la</strong> fama <strong>di</strong> coraggioso è ottenuta <strong>di</strong> fatto dal nuovo padrone a forza <strong>di</strong> “meriendas y<br />

tragos”, altra espressione tratta dal mondo culinario, che <strong>Montale</strong> non traduce letteralmente,<br />

ma con il modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>re familiare al lettore italiano “mangiate e bevute”.<br />

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