la traduzione di Montale di due novelle di Cervantes - Bruno Osimo ...

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03.06.2013 Views

Seguendo il consiglio, Berganza arriva al fatto saliente, cioè a raccontare come abbia scoperto che non erano i lupi a depredare il gregge, ma i pastori stessi, novità alla quale il cane aveva reagito con stupore e sconforto. Abbiamo visto come i vari critici abbiano sottolineato quale elemento letterario profondamente barocco l’uso di forti contrasti, e in particolare, nel caso di Cervantes, come lo scrittore li addotti nelle costruzioni sintattiche, ponendo, in opposizione alla normale complessità del periodare, frasi brevi ed incisive che acquistano così particolare risalto. In questo caso lo sconforto di Berganza per non poter far nulla è reso da una rapida successione di considerazioni. “No había lobos; menguaba el rebaño; quisiera yo descubrillo; hallabame mudo” [non c’erano lupi; diminuiva il gregge; avrei voluto io svelarlo; mi trovavo muto]. La situazione è drammatica e contiene in sè un altro contrasto, cioè l’opposizione tre il silenzio di allora e la nuova possibilità del cane di comunicare. Montale, che in genere tende alla sintesi, in questo frangente non solo non rispetta il rapido andamento del dettato inserendo due congiunzioni, ma addirittura aggiunge un’espressione che allunga una frase. “Non c’erano lupi e il gregge si assottigliava di giorno in giorno; volevo parlare e mi trovavo muto”. L’immediatezza disperata delle asserzioni di Berganza si smorza in considerazioni quasi descrittive e in un pacato lamento. 4.3.d Il mercader Fuggito di fronte all’inutilità del proprio ruolo di cane guardiano, Berganza torna in città per trovare un nuovo padrone, ma questa volta affina la sua ricerca dirigendosi a case della giusta grandezza e dal prospero aspetto, che lo possano accogliere e alimentare. Il metodo usato dal cane per convincere qualche signore ad adottarlo si basa sull’umiltà: mostrarsi gran lavoratore e sottomesso anche se viene ricambiato con le bastonate. Addirittura, per imbonirsi i possibili padroni, racconta che “con la lengua le limpiaba los zapatos”, espressioni che risulta smorzata nella traduzione “leccandogli le scarpe”. Gli sforzi del cane hanno buon effetto, ed egli viene accolto nella famiglia di un ricco mercante, dove, ancora una volta, dimostra la sua buona volontà compiendo con attenzione tutti i suoi incarichi e impegnandosi anche in altri ulteriori sforzi. Berganza ricorda la propria buona volontà con una serie di indefinite tese all’accumulo accrescitivo delle proprie azioni notturne: “ No dormía de noche, visitando los corrales, subiendo a los terrazos, hecho 75

universal centinela…” [non dormivo di notte, visitando i cortili, salendo sulle terrazze, reso universale sentinella]. Molto spesso, traducendo, Montale preferisce rendere espliciti dei verbi impliciti per dar maggior chiarezza e semplicità narrativa alle azioni. In questo caso il traduttore sceglie di trasformare i gerundi e il participio in imperfetti, che trasformano la concitazione dell’originale in una ordinata elencazione: “non dormivo la notte, visitavo i cortili, salivo sulle terrazze e facevo la sentinella..” Il padrone apprezza il buon servizio del cane e lo premia con avanzi di cibo, che l’animale accoglie con “infinitos saltos”, che in italiano diventano “grandi salti”. La trasformazione dell’espressione è radicale perché passa dall’aspetto temporale del durare delle piroette all’ambito spaziale della loro grandezza, quando apparentemente non vi è alcun motivo per una tale resa, perché non si tratta né di una sintesi né di un’espressione idiomatica. Un simile cambiamento, sempre per rendere la misura con parametri diversi, era la trasformazione di “exorbitantes” in “straordinarie”, usato per qualificare le vicende del mattatoio. In quest’ultimo caso ravvediamo lo stesso procedimento, ma secondo la direzione opposta, in quanto il traduttore si sposta dal campo dello spazio (l’ampiezza ) a quello del tempo (la poca frequenza). Anche se apparentemente il significato delle espressioni coincide, la trasformazione dell’ambito definisce parametri di misura diversi. Poco dopo Montale si trova a dover affrontare l’espressione spagnola “rodeele todo” per indicare il movimento del cane intorno al proprio padrone, la cui resa letterale “lo circondai tutto” non avrebbe senso. Il poeta, dovendo inserire una specificazione dell’azione, fa riferimento ai salti precedenti con la traduzione “gli feci intorno le mie piroette”, anche a costo di aggiungere un particolare coloristico che richiama i saltimbanchi assente nel testo originale. L’espressività di Cervantes si dimostra, oltre che nel variopinto uso del linguaggio, nella sua capacità di penetrare e descrivere la vita spagnola attraverso il riferimento agli usi e alle tradizioni che lo scrittore ha avuto modo di conoscere durante i suoi numerosi viaggi. Questi particolari, disseminati per il testo, lo rendono particolarmente realistico e ci descrivono tutto un universo di costumi e di mode mantenendone la vividezza. Quando Berganza critica chi non si comporta secondo il proprio lignaggio, cita l’esempio di un eccentrico cavaliere che si vanta “que sabe jugar los cubiletes y las agallas, y que no hay quien como el sabe bailar la chacona”. Leggiamo nelle note critiche all’edizione spagnola che il riferimento è a un gioco il cui scopo è nascondere sotto un bicchiere (cubilete) la piccola pigna del cipresso (agalla) e farla passare rapidamente sotto un atro recipiente, mentre l’altra 76

Seguendo il consiglio, Berganza arriva al fatto saliente, cioè a raccontare come abbia scoperto<br />

che non erano i lupi a depredare il gregge, ma i pastori stessi, novità al<strong>la</strong> quale il cane aveva<br />

reagito con stupore e sconforto.<br />

Abbiamo visto come i vari critici abbiano sottolineato quale elemento letterario<br />

profondamente barocco l’uso <strong>di</strong> forti contrasti, e in partico<strong>la</strong>re, nel caso <strong>di</strong> <strong>Cervantes</strong>, come lo<br />

scrittore li addotti nelle costruzioni sintattiche, ponendo, in opposizione al<strong>la</strong> normale<br />

complessità del periodare, frasi brevi ed incisive che acquistano così partico<strong>la</strong>re risalto.<br />

In questo caso lo sconforto <strong>di</strong> Berganza per non poter far nul<strong>la</strong> è reso da una rapida<br />

successione <strong>di</strong> considerazioni. “No había lobos; menguaba el rebaño; quisiera yo descubrillo;<br />

hal<strong>la</strong>bame mudo” [non c’erano lupi; <strong>di</strong>minuiva il gregge; avrei voluto io sve<strong>la</strong>rlo; mi trovavo<br />

muto].<br />

La situazione è drammatica e contiene in sè un altro contrasto, cioè l’opposizione tre il<br />

silenzio <strong>di</strong> allora e <strong>la</strong> nuova possibilità del cane <strong>di</strong> comunicare.<br />

<strong>Montale</strong>, che in genere tende al<strong>la</strong> sintesi, in questo frangente non solo non rispetta il rapido<br />

andamento del dettato inserendo <strong>due</strong> congiunzioni, ma ad<strong>di</strong>rittura aggiunge un’espressione<br />

che allunga una frase. “Non c’erano lupi e il gregge si assottigliava <strong>di</strong> giorno in giorno;<br />

volevo par<strong>la</strong>re e mi trovavo muto”. L’imme<strong>di</strong>atezza <strong>di</strong>sperata delle asserzioni <strong>di</strong> Berganza si<br />

smorza in considerazioni quasi descrittive e in un pacato <strong>la</strong>mento.<br />

4.3.d Il mercader<br />

Fuggito <strong>di</strong> fronte all’inutilità del proprio ruolo <strong>di</strong> cane guar<strong>di</strong>ano, Berganza torna in città per<br />

trovare un nuovo padrone, ma questa volta affina <strong>la</strong> sua ricerca <strong>di</strong>rigendosi a case del<strong>la</strong> giusta<br />

grandezza e dal prospero aspetto, che lo possano accogliere e alimentare.<br />

Il metodo usato dal cane per convincere qualche signore ad adottarlo si basa sull’umiltà:<br />

mostrarsi gran <strong>la</strong>voratore e sottomesso anche se viene ricambiato con le bastonate.<br />

Ad<strong>di</strong>rittura, per imbonirsi i possibili padroni, racconta che “con <strong>la</strong> lengua le limpiaba los<br />

zapatos”, espressioni che risulta smorzata nel<strong>la</strong> <strong>traduzione</strong> “leccandogli le scarpe”.<br />

Gli sforzi del cane hanno buon effetto, ed egli viene accolto nel<strong>la</strong> famiglia <strong>di</strong> un ricco<br />

mercante, dove, ancora una volta, <strong>di</strong>mostra <strong>la</strong> sua buona volontà compiendo con attenzione<br />

tutti i suoi incarichi e impegnandosi anche in altri ulteriori sforzi. Berganza ricorda <strong>la</strong> propria<br />

buona volontà con una serie <strong>di</strong> indefinite tese all’accumulo accrescitivo delle proprie azioni<br />

notturne: “ No dormía de noche, visitando los corrales, subiendo a los terrazos, hecho<br />

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