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la traduzione di Montale di due novelle di Cervantes - Bruno Osimo ...

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attraverso il riferimento al “juego de barras”, e si ritroverà <strong>di</strong> nuovo nel punto centrale <strong>di</strong><br />

questo racconto durante il <strong>di</strong>scorso del<strong>la</strong> strega.<br />

Anche Berganza era caduto nell’errore dei lettori sprovveduti, in quanto aveva creduto a ciò<br />

che descrivono i libri pastorali, opere che davvero poco “enseñan” se consideriamo che tipo <strong>di</strong><br />

lettori vi si de<strong>di</strong>cano e quale messaggio ingannatore riportino.<br />

<strong>Montale</strong> si <strong>di</strong>mostra sempre molto attento al<strong>la</strong> scorrevolezza del testo, e spesso preferisce<br />

sciogliere le complesse costruzioni dell’originale per offrire al lettore un racconto più<br />

leggibile e <strong>di</strong> semplice comprensione. Si comporta <strong>di</strong> conseguenza anche in questo caso,<br />

traducendo lo scontento <strong>di</strong> Berganza nello scoprire <strong>la</strong> falsità <strong>di</strong> “ciò che si <strong>di</strong>ce del<strong>la</strong> vita dei<br />

pastori, per lo meno nei libri che leggeva l’amica del mio padrone quando andavo a casa sua; i<br />

quali, trattando <strong>di</strong> pastori e pastore, affermavano ch’essi trascorrevano <strong>la</strong> vita cantando e<br />

suonando cornamuse, sampogne, ribeche, ciaramelle e altri istrumenti straor<strong>di</strong>nari”<br />

<strong>Montale</strong> trascura <strong>la</strong> sfumatura che abbiamo riconosciuto nell’originale, per concentrarsi sul<br />

secondo periodo in cui si trova a dover tradurre una serie <strong>di</strong> strumenti dai nomi bizzarri.<br />

Uno degli elementi <strong>di</strong> maggior interesse del<strong>la</strong> narrativa <strong>di</strong> <strong>Cervantes</strong> è il suo modo<br />

straor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> rendere il linguaggio, <strong>la</strong> pluralità del<strong>la</strong> gamma <strong>di</strong> strati linguistici e l’ampia<br />

tastiera, come <strong>di</strong>rebbe <strong>Montale</strong>, del suo vocabo<strong>la</strong>rio. Ogni <strong>di</strong>verso luogo e ambiente visitato<br />

da Berganza, viene caratterizzato vivacemente attraverso termini specifici e settoriali che, in<br />

opposizione alle frequenti ripetizioni che abbiamo evidenziato, intessono una trama<br />

linguistica partico<strong>la</strong>rmente variegata.<br />

Nel caso dei pastori, <strong>Cervantes</strong> recupera i suoi termini ricercati <strong>di</strong>rettamente dal<strong>la</strong> letteratura<br />

pastorale, citando una serie <strong>di</strong> strumenti dai nomi sonori.<br />

Per mantenere l’eco <strong>di</strong> tale terminologia, <strong>Montale</strong> mantiene il ricorso a termini specifici anche<br />

se piuttosto desueti e, per conservare il forte valore acustico delle numerose vocali racchiuse<br />

in questa parte del dettato, il traduttore fa ad<strong>di</strong>rittura ricorso ad una “i” arcaicizzante nel<br />

termine “istrumenti”, forse per rendere in tal modo l’eco <strong>di</strong> un mondo letterario<br />

c<strong>la</strong>ssicheggiante.<br />

Si nota come <strong>Montale</strong> si muova con estrema libertà referenziale nel suo <strong>la</strong>voro, se si osserva<br />

che poco dopo gli stessi termini “chirumbe<strong>la</strong>s, rabeles o gaitas” <strong>di</strong>ventano “sampogne, ribeche<br />

o cornamuse” eliminando così dal<strong>la</strong> scena le strane ciaramelle.<br />

La satira caustica <strong>di</strong> <strong>Cervantes</strong> nei confronti dei libri pastorali non si limita ai suoi personaggi,<br />

ma si <strong>di</strong>rige anche al loro stile pomposo, riproducendo in parte <strong>la</strong> prosa arcaica <strong>di</strong> tali opere.<br />

Berganza si <strong>di</strong>ffonde nel<strong>la</strong> descrizione dei racconti che ascoltava leggere dal<strong>la</strong> compagna <strong>di</strong><br />

Nico<strong>la</strong>, e le sue parole ricalcano le sdolcinate epopee <strong>di</strong> pastori che osannano le loro belle,<br />

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