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la traduzione di Montale di due novelle di Cervantes - Bruno Osimo ...

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In un episo<strong>di</strong>o successivo, ambientato nel<strong>la</strong> casa <strong>di</strong> un ricco mercante, lo stesso termine al<br />

plurale <strong>di</strong>venta “<strong>di</strong>mostrazioni <strong>di</strong> cortesia”, a riprova del fatto che il senso del rispetto del<br />

proprio compito viene reso da <strong>Montale</strong> in modo <strong>di</strong>stinto a seconda del contesto in cui il cane<br />

si trova.<br />

Il mondo del mattatoio è un universo <strong>di</strong> personaggi che hanno un loro gergo, col quale<br />

nominano persone e oggetti tipici del<strong>la</strong> loro realtà e del loro mestiere.<br />

<strong>Cervantes</strong> arricchisce le sue <strong>novelle</strong> mesco<strong>la</strong>ndo stili e i<strong>di</strong>oletti che caratterizzano<br />

espressivamente i suoi molteplici personaggi, ricorrendo spesso a espressioni colloquiali che<br />

danno del filo da torcere al traduttore e al suo sforzo <strong>di</strong> abbreviazione.<br />

A volte, per rendere ciò che il prototesto specifica con un solo termine, è necessaria un’intera<br />

definizione, se non si vogliono perdere alcune sfumature importanti.<br />

Così, quando Nico<strong>la</strong> si rende conto dello scherzo del<strong>la</strong> sostituzione, <strong>di</strong>mostra un’ultima volta<br />

<strong>la</strong> sua violenza istintuale, sfoderando un coltel<strong>la</strong>ccio col quale tenta <strong>di</strong> colpire Berganza.<br />

Durante tutto l’episo<strong>di</strong>o del mattatoio, <strong>Cervantes</strong> focalizza l’attenzione del lettore sul<strong>la</strong><br />

<strong>di</strong>sonestà, ma in partico<strong>la</strong>r modo sul<strong>la</strong> ferocia dei macel<strong>la</strong>i, esprimendo <strong>la</strong> sua ripugnanza per<br />

tale attitu<strong>di</strong>ne, e anche in questa situazione il narratore insiste su tale aspetto, oltre che sul<br />

miracolo del<strong>la</strong> propria sopravvivenza, raccontando che il padrone tenta <strong>di</strong> pugna<strong>la</strong>rlo con<br />

“uno de cachas”, espressione che <strong>Montale</strong> si vede costretto a tradurre “coltel<strong>la</strong>ccio dal manico<br />

lungo”.<br />

Il personaggio del<strong>la</strong> fanciul<strong>la</strong> che ruba al cane il contenuto del<strong>la</strong> cesta ha dei tratti <strong>di</strong> grazia<br />

che si oppongono con forza all’ambiente del mattatoio e alle donne che lo frequentano.<br />

Questa delicatezza è espressa sia dal suo aspetto avvenente, sia dal<strong>la</strong> partico<strong>la</strong>re raffinatezza<br />

delle sue parole, perché si rivolge al cane con il plurale <strong>di</strong> cortesia “Andad, Gavilán, o como<br />

os l<strong>la</strong>mais…” cui segue però un detto colloquiale. Nel<strong>la</strong> <strong>traduzione</strong>, in altre occasioni attenta<br />

agli i<strong>di</strong>oletti che caratterizzano i personaggi, in questo caso el<strong>la</strong> si rivolge all’animale col “tu”.<br />

4.3.c Una beffa d’Arca<strong>di</strong>a<br />

Berganza, fuggendo all’ira del padrone, scappa dal<strong>la</strong> città e si rifugia nei boschi, dove trova<br />

dei pastori coi quali desidera restare, ma questa parte <strong>di</strong> narrazione, considerata forse puro<br />

collegamento tra i <strong>due</strong> episo<strong>di</strong> da parte <strong>di</strong> <strong>Montale</strong>, subisce un partico<strong>la</strong>re processo <strong>di</strong> sintesi.<br />

Quando Berganza scappa da Siviglia senza sapere dove andare, in spagnolo <strong>di</strong>ce “me fui por<br />

aquellos campos de Dios adonde <strong>la</strong> fortuna quisiese llevarme ” [me ne andai per quei campi <strong>di</strong><br />

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