la traduzione di Montale di due novelle di Cervantes - Bruno Osimo ...
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per invitare l’amico ad usare nel modo più proficuo possibile <strong>la</strong> miracolosa possibilità <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>scorrere.<br />
Scipione per tutto il <strong>di</strong>alogo compie <strong>la</strong> funzione più filosofica e razionale, definendo i limiti<br />
coi quali argina <strong>la</strong> <strong>di</strong>spersività del<strong>la</strong> foga narrativa <strong>di</strong> Berganza e ammonendolo contro il<br />
“murmurar”.<br />
Anche in questo caso il saggio cane definisce l’argomento del <strong>di</strong>alogo, circoscrivendo in<br />
questo modo ciò che può essere più utile ai <strong>due</strong>. Interrompendo le <strong>di</strong>ssertazioni precedenti<br />
sancisce che l’uomo non può prevenire ciò che il cielo decide, e allo stesso modo è inutile<br />
<strong>di</strong>battere sul perché del loro par<strong>la</strong>re , ma è meglio “que este buen día, o buena noche, <strong>la</strong><br />
metamos en nuestra casa, y pues <strong>la</strong> tenemos tan buena en estas esteras y no sabemos cuánto<br />
durará esta ventura….”[ che questo buon giorno, o buona notte, <strong>la</strong> mettiamo in casa nostra, e<br />
dunque <strong>la</strong> teniamo tanto buona su queste stuoie e non sappiamo quanto durerà questa fortuna].<br />
La frase insiste sull’aggettivo “bueno”, perché tale è <strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong> notte miracolosa in cui i<br />
<strong>due</strong> cani possono finalmente par<strong>la</strong>re e che assume quin<strong>di</strong> carattere <strong>di</strong> positività legata al<strong>la</strong> sua<br />
utilità. “Meglio” traduce <strong>Montale</strong> “sarà far tesoro <strong>di</strong> questo felice giorno, anzi <strong>di</strong> questa<br />
fortunata notte; e poiché non sappiamo quanto durerà tale fortuna”, determinando così una<br />
variazione dell’aggettivazione, ma aggiungendo anche una ripetizione <strong>di</strong> “fortunata” assente<br />
nello spagnolo.<br />
Il traduttore in questo caso sposta il senso del<strong>la</strong> positività legata all’utilità al<strong>la</strong> fortuna<br />
inaspettata che li ha toccati.<br />
Altro elemento centrale che appare già all’inizio del<strong>la</strong> novel<strong>la</strong> è <strong>la</strong> caratterizzazione dell’uomo<br />
per le sue qualità mentali che lo rendono <strong>di</strong>stinto dall’animale che non le possiede.<br />
Tale opposizione viene descritta da Scipione all’inizio del racconto mentre <strong>di</strong>ce che essi<br />
par<strong>la</strong>no “como si fuéramos capaces de razón, estando tan sin el<strong>la</strong> que <strong>la</strong> <strong>di</strong>ferencia que hay del<br />
animal bruto al hombre es de ser el hombre animal racional, y el bruto, irracional.” [come se<br />
fossimo capaci <strong>di</strong> ragione, essendo tanto privi <strong>di</strong> essa che <strong>la</strong> <strong>di</strong>fferenza che c’è tra l’animale<br />
bestiale e l’uomo è l’essere l’uomo animale razionale, e <strong>la</strong> bestia, irrazionale ]. Come si vede,<br />
l’autore spagnolo non si preoccupa assolutamente <strong>di</strong> ripetere lo stesso termine, anzi, usa con<br />
insistenza questo mezzo per rimarcare i termini fondamentali del <strong>di</strong>scorso.<br />
Anche in questo caso <strong>Montale</strong> preferisce <strong>la</strong> variatio scrivendo “come se fossimo dotati <strong>di</strong><br />
ragione, mentre lo siamo così poco che <strong>la</strong> <strong>di</strong>fferenza esistente tra l’uomo e <strong>la</strong> bestia, è appunto<br />
cotesta, che l’uomo è un essere ragionevole mentre <strong>la</strong> bestia non lo è affatto.”<br />
In questo caso <strong>la</strong> <strong>di</strong>fferenza è sostanziale e non si tratta solo <strong>di</strong> lessico. Per quanto possiamo<br />
comprendere <strong>la</strong> <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> <strong>Montale</strong> per trovare sinonimi adatti, il gioco chiastico <strong>di</strong><br />
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