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la traduzione di Montale di due novelle di Cervantes - Bruno Osimo ...

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Essendoci soffermati a lungo sull’inizio del<strong>la</strong> novel<strong>la</strong>, anche per il finale è bene prestare<br />

partico<strong>la</strong>re attenzione, soprattutto in questo caso, poiché l’ultimo frase non solo conclude il<br />

racconto, che in realtà rimane in sospeso, ma costituisce soprattutto l’anello <strong>di</strong> collegamento<br />

con il testo successivo, cioè il contenuto del manoscritto che Campuzano offre a Peralta.<br />

La novel<strong>la</strong>, infatti, termina con il dottore che apre lo scartafaccio “y en el principio vio que<br />

estaba este título”[e all’inizio vide che c’era questo titolo], mentre per mano <strong>di</strong> <strong>Montale</strong> egli<br />

vede che “cominciava con questo titolo”.<br />

Dopo questa analisi, risulterà chiaro che, se si deve incasel<strong>la</strong>re <strong>Montale</strong> tra i traduttori<br />

storicizzanti o modernizzanti, <strong>la</strong> scelta sarà ovviamente per il primo gruppo. Per approfon<strong>di</strong>re<br />

quin<strong>di</strong> i proce<strong>di</strong>menti che il traduttore applica al suo <strong>la</strong>voro, sarà bene procedere con l’analisi<br />

del<strong>la</strong> novel<strong>la</strong> seguente, ed osservare come, in un testo più esteso, <strong>Montale</strong> applichi <strong>la</strong> stessa<br />

strategia operativa.<br />

4.3 Il colloquio dei cani<br />

4.3.a La forza del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong><br />

Essendo l’ultima novel<strong>la</strong> del libro, il Coloquio de los perros occupa una posizione chiave<br />

all’interno del<strong>la</strong> raccolta. <strong>Cervantes</strong> <strong>la</strong> mise probabilmente in fondo al volume per destinar<strong>la</strong><br />

ad un lettore reso più avveduto dal<strong>la</strong> conoscenza dei testi precedenti, e pronto ad affrontare un<br />

racconto che ammette <strong>di</strong>verse chiavi <strong>di</strong> lettura.<br />

Il primo livello del testo è quello del semplice <strong>di</strong>alogo dei cani, cioè il racconto delle<br />

avventure <strong>di</strong> Berganza, coinvolgenti per <strong>la</strong> narrazione delle <strong>di</strong>fficili situazioni che il<br />

protagonista deve affrontare. Un lettore più attento saprà poi cogliere le critiche al<strong>la</strong> società<br />

spagno<strong>la</strong> che <strong>Cervantes</strong> muove attraverso <strong>la</strong> descrizione dei <strong>di</strong>versi padroni <strong>di</strong> Berganza e<br />

delle loro nefandezze. Quest’ultimo tipo <strong>di</strong> lettura risultava evidentemente più facile per uno<br />

spagnolo del se<strong>di</strong>cesimo secolo, dato che vi trovava riflessa <strong>la</strong> realtà sociale nel<strong>la</strong> quale era<br />

immerso, che per il pubblico del 1941 per il quale traduce <strong>Montale</strong>.<br />

Abbiamo visto che il poeta è interessato non tanto al<strong>la</strong> <strong>traduzione</strong> letterale, quanto al<strong>la</strong> resa<br />

del senso <strong>di</strong> un testo dopo averlo analizzato all’interno dell’orizzonte culturale nel quale era<br />

stato prodotto.<br />

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