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la traduzione di Montale di due novelle di Cervantes - Bruno Osimo ...

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Consideriamo inoltre che quel<strong>la</strong> <strong>di</strong> <strong>Montale</strong> viene presentata come <strong>traduzione</strong> e non come<br />

“rifacimento” dato che nessun elemento paratestuale del libro in<strong>di</strong>ca una partico<strong>la</strong>re libertà<br />

del traduttore rispetto all’originale.<br />

Detto questo, proce<strong>di</strong>amo subito al confronto dell’incipit del racconto, che <strong>di</strong>mostra una<br />

fedeltà quasi totale<br />

“Salía del hospital de <strong>la</strong> Resurrción, que está en Val<strong>la</strong>dolid, fuera de <strong>la</strong> puerta del Campo, un<br />

soldado...” che troviamo tradotto con rigoroso rispetto anche delle maiuscole e <strong>la</strong> resa italiana<br />

dei nomi “Usciva dall’ospedale del<strong>la</strong> Resurrezione, a Val<strong>la</strong>dolid, fuori dal<strong>la</strong> porta del Campo,<br />

un soldato...”<br />

La precisione <strong>di</strong> questa prima riga viene però smentita dal<strong>la</strong> parte appena successiva, cioè <strong>la</strong><br />

descrizione patetica che <strong>Cervantes</strong> <strong>di</strong>pinge del povero militare.<br />

“...por servirle su espada de báculo, y por <strong>la</strong> f<strong>la</strong>queza de sus piernas y amarillez de su<br />

rostro….” [per servirgli <strong>la</strong> sua spada da bastone, e per <strong>la</strong> magrezza delle sue gambe e il<br />

giallore del suo volto] nel<strong>la</strong> versione italiana suona “…gialliccio in volto e assai male in<br />

gamba, il quale appoggiandosi sul<strong>la</strong> spada a mo’ <strong>di</strong> bastone…”<br />

La prima osservazione è <strong>la</strong>mpante e riguarda l’or<strong>di</strong>ne degli elementi, poiché il traduttore<br />

sceglie <strong>di</strong> posporre l’elemento del<strong>la</strong> spada, nonostante nell’originale preceda <strong>la</strong> descrizione<br />

dell’aspetto, mentre <strong>la</strong> rappresentazione del viso è anteposta a quello delle gambe, invertendo<br />

in sostanza <strong>la</strong> successione dei partico<strong>la</strong>ri.<br />

Il riferimento coloristico del<strong>la</strong> faccia è mantenuto, nonostante <strong>la</strong> trasformazione del sostantivo<br />

“amarillez” nell’aggettivo “gialliccio”, mentre <strong>la</strong> magrezza delle gambe si trasforma in<br />

un’espressione italiana che non corrisponde all’originale.<br />

Il “por” che come si vede è assente nel<strong>la</strong> <strong>traduzione</strong>, introduce una causale implicita che in<br />

italiano <strong>di</strong>venta una modale senza preposizione.<br />

Questa analisi può far comprendere <strong>la</strong> libertà del traduttore nel manipo<strong>la</strong>re il testo, sia<br />

cambiando l’or<strong>di</strong>ne degli elementi, che mutando una parte del <strong>di</strong>scorso in un'altra, con una<br />

frequente trasposizione <strong>di</strong> aggettivi in sostantivi e viceversa.<br />

Il personaggio mostra d’aver molto sudato, nonostante “no era el tempo muy caloroso”, cioè<br />

“non facesse molto caldo”. Qui abbiamo un cambiamento verbale dettato dalle <strong>di</strong>verse regole<br />

grammaticali delle <strong>due</strong> lingue, e successivamente una completa trasformazione lessicale che<br />

mantiene inalterato il senso del<strong>la</strong> proposizione, ma ne stravolge il tessuto verbale e ne<br />

cancel<strong>la</strong> il soggetto rendendolo sottinteso.<br />

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