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la traduzione di Montale di due novelle di Cervantes - Bruno Osimo ...

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Da tutte queste considerazioni si può intuire <strong>la</strong> molteplicità degli spunti proposti da <strong>Cervantes</strong><br />

attraverso questa novel<strong>la</strong> che in questo senso viene definita proprio da Riley “<strong>la</strong> più<br />

esemp<strong>la</strong>re”. 85<br />

Per quanto riguarda <strong>la</strong> struttura del colloquio dei cani, Zimic <strong>la</strong> definisce, prendendo spunto<br />

dal testo stesso, “polipo”, come se dal corpo centrale, corrispondente all’episo<strong>di</strong>o del<strong>la</strong> strega,<br />

si <strong>di</strong>ramassero le altre avventure precedenti e successive. 86<br />

Passiamo allora ad affrontare <strong>la</strong> <strong>traduzione</strong> <strong>di</strong> <strong>Montale</strong> per capire in che modo il poeta si sia<br />

mosso all’interno <strong>di</strong> tale complessità.<br />

Confrontare <strong>due</strong> elementi significa determinare quali aspetti con<strong>di</strong>vidano e quali siano invece<br />

le <strong>di</strong>fferenze, e per far ciò sono necessari dei parametri <strong>di</strong> analisi e dei perimetri <strong>di</strong> ricerca.<br />

Considerando una <strong>traduzione</strong>, partiamo dal presupposto che l’autore del metatesto voglia<br />

riprodurre in un’altra lingua un prototesto, mantenendosi, a meno che non <strong>di</strong>chiari altro<br />

esplicitamente, fedele all’originale.<br />

Il processo <strong>di</strong> travaso in un contenitore linguistico <strong>di</strong>fferente presuppone una serie <strong>di</strong><br />

trasformazioni morfosintattiche obbligate per permettere <strong>la</strong> coerenza sintattica del<strong>la</strong> nuova<br />

opera, ed a volte anche degli inevitabili cambiamenti lessicali, dato che non sempre ad un<br />

termine del prototesto ne corrisponde uno nel<strong>la</strong> lingua del<strong>la</strong> <strong>traduzione</strong>.<br />

Oltre alle trasformazioni inevitabili, si incontrano spesso delle mo<strong>di</strong>fiche, determinate dal<br />

gusto del traduttore più che da un’effettiva necessità pratica, che possono corrispondere ad un<br />

proce<strong>di</strong>mento volontario o involontario.<br />

Osservare le trasformazioni ricorrenti e rilevanti, sia dal punto <strong>di</strong> vista sintattico che da quello<br />

semantico, permette <strong>di</strong> ricostruire <strong>la</strong> poetica applicata dal traduttore e le sue priorità nello<br />

svolgere il <strong>la</strong>voro.<br />

Nell’analisi delle traduzioni <strong>di</strong> <strong>Montale</strong> del Casamiento engañoso e del Coloquio de los<br />

perros<br />

seguirò sia l’approccio proposto da Torop che le in<strong>di</strong>cazioni del<strong>la</strong> Leuven-Zwart, procedendo<br />

attraverso il riconoscimento degli elementi significativi del microtesto e come essi vengano<br />

resi, ma anche attraverso l’osservazione delle trasformazioni <strong>di</strong> elementi morfosintattici in<br />

generale.<br />

Nel capitolo successivo procederò infine a tracciare una sintesi seguendo il modello che ho<br />

proposto in precedenza.<br />

85 E. C. RILEY, La profecìa de <strong>la</strong> bruja, cit., pag 94<br />

86 S. ZIMIC, El casamiento engañoso, cit., pag. 85<br />

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