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la traduzione di Montale di due novelle di Cervantes - Bruno Osimo ...

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esplicitando così ancora maggiormente l’importanza del<strong>la</strong> resa artistica del<strong>la</strong> <strong>traduzione</strong> anche<br />

a scapito del rispetto letterario dell’originale. Tale strategia traduttiva effettivamente si<br />

riscontra in tutti i <strong>la</strong>vori <strong>di</strong> <strong>Montale</strong>.<br />

I critici che hanno analizzato il <strong>la</strong>voro <strong>di</strong> <strong>traduzione</strong> poetica dello scrittore ligure hanno<br />

sottolineato come, nei vari casi, egli abbia reinterpretato il testo originale seguendo una lettura<br />

personale dell’opera e perseguendo lo scopo <strong>di</strong> renderne il senso globale attraverso soluzioni<br />

innovative.<br />

In un’intervista del ’60 per i “Quaderni Mi<strong>la</strong>nesi” il poeta sud<strong>di</strong>vide <strong>due</strong> tipi <strong>di</strong> poesia. Quel<strong>la</strong><br />

filosofica che racchiude concetti si potrebbe rendere anche in altra forma, mentre “i poeti del<br />

Dolce Stil Novo, Petrarca, Shakespeare nei sonetti, i gran<strong>di</strong> poeti metafisici (o religiosi)<br />

spagnoli, inglesi e tedeschi e ieri Hopkins, Valéry, Yests Benn ed altri hanno espresso idee<br />

che sono accettabili solo in “quel<strong>la</strong>” forma. Di qui <strong>la</strong> scarsa traducibilità del<strong>la</strong> poesia.” 57<br />

Nel<strong>la</strong> <strong>traduzione</strong> poetica <strong>Montale</strong> adotta soluzioni <strong>di</strong>stinte. Nel caso dei sonetti shakespeariani<br />

tradotti dall’inglese, ad esempio, considerando l’importanza del poeta inglese nel<strong>la</strong> tra<strong>di</strong>zione<br />

culturale del suo paese, cerca <strong>di</strong> riprodurre le composizioni attraverso una resa strutturale e<br />

lessicale petrarchesca. La scelta dell’uso degli endecasil<strong>la</strong>bi per rendere i decasil<strong>la</strong>bi<br />

elisabettiani, a causa del<strong>la</strong> maggiore concentrazione del<strong>la</strong> lingua inglese, lo porta a dover<br />

operare delle scelte <strong>di</strong> selezione e variazione ra<strong>di</strong>cali sul piano del lessico; in partico<strong>la</strong>re nel<br />

caso del sonetto XXII il traduttore si concentra su tratti semantici legati all’alternanza<br />

chiaroscurale e opera una compressione delle metafore 58 . Allo stesso modo, nel<strong>la</strong> <strong>traduzione</strong><br />

<strong>di</strong> “Pied Beauty” <strong>di</strong> Hopkins l’infedeltà strutturale è finalizzata al<strong>la</strong> resa del<strong>la</strong> musicalità dei<br />

versi del poeta inglese 59 . La poesia risulta un omaggio a un autore tanto amato dal traduttore<br />

che echi tematici dei suoi brani si trovano nel<strong>la</strong> raccolta montaliana <strong>di</strong> Finisterre.<br />

Nel caso <strong>di</strong> Garden seat <strong>di</strong> Hardy i cambiamenti investono soprattutto gli elementi verbali.<br />

Anche in questo caso il traduttore si muove con ampia libertà rispetto al<strong>la</strong> forma del testo<br />

originale inserendo un senso <strong>di</strong> <strong>di</strong>namismo assente nel testo inglese e sve<strong>la</strong>ndone <strong>la</strong> potenziale<br />

<strong>di</strong>mensione narrativa. 60<br />

In generale, nel<strong>la</strong> <strong>traduzione</strong> delle composizioni poetiche, <strong>Montale</strong> trasforma ampiamente il<br />

testo cercando <strong>di</strong> raggiungere, attraverso <strong>la</strong> manipo<strong>la</strong>zione del<strong>la</strong> forma, il mantenimento del<br />

57 E MONTALE, Dialogo con <strong>Montale</strong> sul<strong>la</strong> poesia, in Idem, Sul<strong>la</strong> poesia, cit., pag. 583<br />

58 M. P. MUSATTI, <strong>Montale</strong> traduttore: <strong>la</strong> me<strong>di</strong>azione del<strong>la</strong> poesia, in “Strumenti critici”, febbraio 1980, pagg.<br />

122-148. Per una trattazione più ampia dell’argomento, consultare R. MEOLI TOULMIN, Shakespeare ed Eliot<br />

nelle versioni <strong>di</strong> Eugenio <strong>Montale</strong> , in “Belfagor”, 31 luglio 1971, pagg. 453-471<br />

59 Vedere L. BARILE, Sparviero o procel<strong>la</strong>ria? Una versione <strong>di</strong> <strong>Montale</strong> da Hopkins , in Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> filologia e<br />

critica offerti dagli allievi a Lanfranco Caretti, Salerno E<strong>di</strong>trice, Roma 1985, pagg. 805-846<br />

60 Vedere P.V. MENGALDO La panchina e i morti (su una versione <strong>di</strong> <strong>Montale</strong>), in: Atti del Convegno<br />

Internazionale “La poesia <strong>di</strong> Eugenio <strong>Montale</strong>”, Mi<strong>la</strong>no-Genova 1982 , Librex, Mi<strong>la</strong>no 1983, pagg. 133-148<br />

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