la traduzione di Montale di due novelle di Cervantes - Bruno Osimo ...

2 MONTALE: TRADUTTORE “TRADITORE”
La raccolta dei narratori spagnoli, così come quella del teatro spagnolo edita da Bompiani
nello stesso anno, e le altre pubblicazioni sulle letteratura straniere del “pantheon letterario”,
vantavano la collaborazione di autori molto noti come traduttori.
In particolare, nell’opera di cui mi occupo, sono presenti i nomi di Vittorini, Leone Traverso,
Bo, Carlo Emilio Gadda e Montale.
Si tratta di una chiara strategia editoriale tesa a proporre un prodotto riconoscibile all’interno
di un orizzonte letterario: nomi noti per equilibrare l’innovatività di un’antologia di letteratura
straniera poco conosciuta quale quella spagnola. La presenza di autori famosi garantisce
all’acquirente la qualità dell’opera e le dà una posizione stabile all’interno del proprio
orizzonte culturale.
Considerando i nomi dei traduttori, non bisogna dimenticare il periodo storico in cui avvenne
la preparazione e la stampa dell’opera che stiamo osservando.
Dalla metà degli anni Trenta, l’Italia colpita dalle sanzioni delle Nazioni Unite doveva
affrontare una situazione economica non certo fiorente e tale crisi si faceva sentire in modo
acuto nel settore dell’editoria, causando una netta riduzione della produzione libraria in
generale.
In particolare, il regime fascista tentava di controllare, come abbiamo osservato, attraverso la
censura di alcune opere e di alcuni autori e il sostegno economico di altre iniziative, il mondo
editoriale.
Tutte le opere sospette di contenere messaggi non ortodossi all’ideologia del regime fascista
venivano bandite e i loro autori rischiavano gravi conseguenze.
Il Minculpop promuoveva invece e sovvenzionava la diffusione dei libri degli intellettuali che
aderivano alla posizione fascista e partecipavano alle iniziative politiche promosse dal regime.
Gli scrittori e gli artisti che non dimostrassero la loro aderenza all’ideologia ufficiale
venivano ostacolati ed emarginati.
In una tale situazione di difficoltà economiche ed intellettuali, si può capire perché alcuni
scrittori, invece che dedicarsi ad opere proprie, fossero costretti a cercare impieghi alternativi,
quali le traduzioni.
Eugenio Montale nel 1941 aveva quarantacinque anni e in attivo una produzione poetica che
era arrivata a riscuotere l’entusiasmo dei critici, tra i quali ad esempio Contini.
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