la traduzione di Montale di due novelle di Cervantes - Bruno Osimo ...

Richiede particolare attenzione l’approvazione del primo censore, frate Juan Bautista, col
quale concordano anche i successivi commissari. Il religioso si rifà alla visione di S.
Tommaso che, in opposizione alle ideologie precedenti, considerò positivamente il fine di
intrattenimento della letteratura, e richiamò in questo senso la virtù positiva dell’ “eutrapelia”.
Tale qualità rispecchia la capacità dello scrittore di dar piacere ai propri lettori senza deviare
verso la buffonaggine, permettendo così un divertimento onesto e non fine a se stesso, ma
utile a recuperare le forze per tornare a dedicarsi con efficacia ai propri impegni.
Wardropper, che ritiene che sia proprio questo il segreto nascosto nelle novelle cervantine,
oppone tale tipo di utile divertimento alla “murmuración” e alla satira, tema che come
vedremo occupa un ruolo rilevante nel Colloquio dei cani. 38
L’esemplarità delle novelle, sebbene interpretata in modo assai diverso nei differenti studi,
dovrebbe costituire l’elemento aggregante dei racconti, cui si oppone a livello strutturale e
tematico una grande varietà che i critici si sono sforzati di ricondurre a un ordine.
Le novelle condividono sicuramente gli elementi stilistici che abbiamo visto di reazione e
rielaborazione alla tradizione precedente, sebbene diano più o meno spazio a determinati
generi, dimostrando l’interesse di Cervantes per distinti tipi di sperimentazione, ma l’assenza
di informazioni precise sul loro ordine di composizione lascia aperte diverse ipotesi.
El Saffar traccia una distinzione tra le dodici novelle posizionandole lungo un processo
cronologico che vede un’evoluzione nell’opera narrativa di Cervantes dal realismo della novel
all’idealismo del romance. Anche Riley individua questi due poli della narrativa cervantina,
ma propone, invece che un’evoluzione cronologica da un estremo all’altro, una compresenza
dei due elementi in tutta la produzione narrativa. 39
L’opposizione tra realtà e fantasia è forse l’elemento che più ha interessato i critici, poichè
tutte le novelle, perfino le più apparentemente stereotipate rivelano in realtà un meditato
approfondimento psicologico dei personaggi. A questo proposito Hainsworth osserva che
“Cervantes puede interpretar libremente dentro de cada trama la estilización o la imitación
directa de la realidad, mezclandolas en cuanto enfoques literarios o utilizando los valores de la
segunda para arribar a los de la primera; de modo che ninguna de las novelas es ni totalmente
estilizada ni realista”. 40
38 B. W. WARDROPPER, La eutrapelia en las “Novelas Ejemplares” de Cervantes in Actas del VII Congreso
de la Asociación Internacional de Hispanistas,I, Bulzoni, Roma 1982, pag. 154
39 Vedi E. C. RILEY, Teoria del romanzo in Cervantes, cit., pag. 28
40 Citato da J. RODRIGUEZ-LUIS, op.cit., pag. 5
22