la traduzione di Montale di due novelle di Cervantes - Bruno Osimo ...
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Novelle esemp<strong>la</strong>ri dello scrittore spagnolo. La situazione delle corti descritta dal domenicano,<br />
basata su rapporti <strong>di</strong> tipo me<strong>di</strong>oevale, i suoi personaggi tutti <strong>di</strong> alta estrazione quali imperatori<br />
re e principi ben poco hanno a che spartire con il contesto <strong>di</strong> <strong>Cervantes</strong>. Ben lontana è <strong>la</strong><br />
società descritta da Bandello rispetto al <strong>di</strong>namismo dei mercanti, al<strong>la</strong> realtà degli hidalgos e a<br />
quel mondo <strong>di</strong> poveri ed emarginati tra cui spesso si ca<strong>la</strong> <strong>Cervantes</strong>.<br />
Nel clima <strong>di</strong> rigido controllo che seguì il Concilio <strong>di</strong> Trento si sviluppò l’attenzione<br />
moralistica e pu<strong>di</strong>ca delle <strong>novelle</strong> <strong>di</strong> Giral<strong>di</strong> Cinzio, le cui Ecatommiti non vennero certo<br />
castigate dall’Inquisizione spagno<strong>la</strong>, attente come sono ad elogiare i retti comportamenti<br />
cattolici e <strong>la</strong> figura del Papa. L’opera venne tradotta integralmente a Sa<strong>la</strong>manca nel 1589, ma<br />
anche da essa non si può <strong>di</strong>re che <strong>Cervantes</strong> abbia tratto grande ispirazione, se non<br />
nell’intento moralizzante racchiuso in ciascun racconto.<br />
Confrontando dunque <strong>la</strong> produzione cinquecentesca italiana con le Novelle esemp<strong>la</strong>ri si<br />
possono in<strong>di</strong>viduare alcuni elementi che l’autore spagnolo mantenne nel<strong>la</strong> sua produzione,<br />
quali <strong>la</strong> lunghezza (una misura più lunga del Boccaccio usata dagli scrittori cinquecenteschi),<br />
l’unità e <strong>la</strong> continuità interna dei racconti, l’assenza <strong>di</strong> commenti esterni che rompano <strong>la</strong><br />
flui<strong>di</strong>tà del<strong>la</strong> lettura, e <strong>la</strong> descrizione breve e legata a pochi tratti delle città e degli ambienti.<br />
Infatti, <strong>la</strong> Natura e le città passano decisamente in secondo piano rispetto all’attenzione per le<br />
azioni e i <strong>di</strong>aloghi dei personaggi.<br />
<strong>Cervantes</strong>, però, compì anche un grande passo <strong>di</strong>staccandosi dal<strong>la</strong> produzione italiana per<br />
alcune considerevoli novità. Ad esempio espanse l’intreccio inserendo molteplici elementi e<br />
rese più complessa <strong>la</strong> trama degli avvenimenti, oltre ad aumentare l’importanza del <strong>di</strong>alogo.<br />
In partico<strong>la</strong>re, invece che ricercare orizzonti esotici, l’autore alca<strong>la</strong>ino racchiuse le sue <strong>novelle</strong><br />
per <strong>la</strong> maggior parte nell’ambiente spagnolo che egli conosceva così bene per i numerosi<br />
viaggi compiuti, proponendo una grande varietà <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti luoghi e contesti sociali e<br />
geografici. 22<br />
Oltre agli orizzonti locali all’interno dei quali si svolgono quasi tutte le storie, anche i<br />
personaggi sono per <strong>la</strong> maggior parte tratti <strong>di</strong>rettamente dal<strong>la</strong> società spagno<strong>la</strong><br />
contemporanea, in tutta <strong>la</strong> sua varietà <strong>di</strong> tipi e <strong>di</strong> strati sociali. La prima novel<strong>la</strong> ad esempio, <strong>la</strong><br />
gitanil<strong>la</strong>, spazia dalle più nobili famiglie citta<strong>di</strong>ne ai campi e alle baracche degli zingari, <strong>di</strong><br />
cui sono descritti, anche se in modo fantasioso, i costumi e le abitu<strong>di</strong>ni. I vari personaggi che<br />
animano le <strong>novelle</strong> sono figure dal maggiore o minore spessore psicologico, ma sono sempre<br />
caratterizzati da una viva coloritura espressiva, sia nel<strong>la</strong> descrizione fisica, a volte stilizzata<br />
dai canoni dell’epoca, che nel<strong>la</strong> definizione delle attitu<strong>di</strong>ni, delle qualità e dei vizi. Enumerare<br />
22 Ve<strong>di</strong> ivi, pag. 461<br />
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