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la traduzione di Montale di due novelle di Cervantes - Bruno Osimo ...

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M 253 Tutti i giorni in cui si vende <strong>la</strong> carne, prima che faccia giorno, si trova al mattatoio una<br />

fol<strong>la</strong> <strong>di</strong> donnette e <strong>di</strong> bambini che arrivano con <strong>la</strong> sporta vuota e ripartono dopo aver<strong>la</strong><br />

riempita <strong>di</strong> pezzi <strong>di</strong> carne, e una quantità <strong>di</strong> serve che si portano via costate intere e frattaglie<br />

B 162 Tutte le mattine che è giorno che si fa mercato <strong>di</strong> carne, prima che sorga l’alba, si<br />

trovano nell’ammazzatoio donnette e ragazzi in gran numero con tanto <strong>di</strong> bisaccia che<br />

riportano piena <strong>di</strong> pezzi <strong>di</strong> carne, mentre prima l’avevano vuota. Le donne <strong>di</strong> servizio invece<br />

se ne vanno via con intere spalle d’animali e con le interiora.<br />

N209 Tutte le mattine dei giorni che non siano <strong>di</strong> magro, prima che spunti il sole, trovan<br />

convegno ai Macelli una gran quantità <strong>di</strong> donnine e monelli, tutti forniti <strong>di</strong> borse che, da vuote<br />

che erano<br />

venute, ritornano a casa piene <strong>di</strong> pezzi <strong>di</strong> carne, e le domestiche si portano via dei cosciotti<br />

quasi interi.<br />

Di fronte al delicato intreccio <strong>di</strong> allitterazioni e assonanze dell’originale, il testo <strong>di</strong> Bertini<br />

comprova <strong>la</strong> costante attenzione al<strong>la</strong> resa letterale, ma una scarsa sensibilità agli aspetti fonici<br />

che scompaiono senza <strong>la</strong>sciare traccia.<br />

La Nor<strong>di</strong>o inserisce, oltre al<strong>la</strong> rima interna “Macelli”/ “monelli”, l’allitterazione del<strong>la</strong> “v” e<br />

del<strong>la</strong> “p” nel<strong>la</strong> seconda parte del periodo, costruendo una struttura che risulta a mio avviso<br />

piuttosto forzosa rispetto al<strong>la</strong> flui<strong>di</strong>tà del dettato cervantino.<br />

Il poeta ligure invece, pur procedendo al<strong>la</strong> consueta sintesi, riesce a inserire un elegante gioco<br />

fonico appena percettibile che restituisce il sapore ironico dell’originale senza appesantire o<br />

creare fratture nel testo.<br />

A questo punto risulta chiaro come <strong>la</strong> pratica traduttiva dei <strong>di</strong>versi <strong>la</strong>vori segua dominanti<br />

<strong>di</strong>verse, optando per privilegiare il mantenimento <strong>di</strong> determinati aspetti rispetto ad altri, che<br />

invece vengono resi con maggiore libertà.<br />

Compito del critico, secondo Torop, è proprio capire in base a quali criteri il traduttore abbia<br />

effettuato le sue scelte e se abbia mantenuto dei proce<strong>di</strong>menti costanti durante tutto il <strong>la</strong>voro.<br />

Osserviamo in proposito il modo in cui i <strong>di</strong>versi traduttori hanno affrontato il problema<br />

costituito dai proverbi.<br />

C 584 que puesto que <strong>di</strong>ce el refrán “Quien necio es en su vil<strong>la</strong>, necio es en Sevil<strong>la</strong>”<br />

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