la traduzione di Montale di due novelle di Cervantes - Bruno Osimo ...
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M 265 S’era d’inverno, quando a Siviglia si vendono le pagnottelle al burro, me ne davano<br />
tante che <strong>due</strong> o tre studenti vendettero o impegnarono persino i testi <strong>di</strong> grammatica perchè<br />
non ne mancassero per co<strong>la</strong>zione.<br />
B180 Era d’inverno, quando in Siviglia si vendono i panini con burro dolce e dai ragazzi ne<br />
ricevevo spesso in dono, invero più stu<strong>di</strong>osi del<strong>la</strong> grammatica <strong>di</strong> Antonio Nebrija si<br />
impegnarono, o vendettero ad<strong>di</strong>rittura qualche oggetto perché io potessi gustare <strong>di</strong> quei dolci,<br />
a co<strong>la</strong>zione.<br />
N 223 Era d’inverno, quando a Siviglia regnano i panini e i “burrini”, dei quali io ero così ben<br />
servito che più <strong>di</strong> <strong>due</strong> grammatiche <strong>di</strong> Antonio (nota: testo sco<strong>la</strong>stico allora usatissimo)<br />
furono impegnate o vendute perché io facessi co<strong>la</strong>zione.<br />
Confrontando questi esempi, tratti rispettivamente dal Casamiento e dal Colloquio, è possibile<br />
osservare in modo evidente le <strong>di</strong>fferenti priorità dei traduttori.<br />
Per quanto riguarda gli abiti dell’alfiere, sia Bertini che Nor<strong>di</strong>o si sforzano <strong>di</strong> rendere, se non<br />
<strong>la</strong> precisa definizione dei vestiti, almeno un senso <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza temporale, impiegando parole<br />
che conservino un sapore storico, come “giubba” e “corpetto”, mentre <strong>Montale</strong> preferisce<br />
indumenti più moderni che il lettore possa inserire all’interno del<strong>la</strong> propria esperienza<br />
quoti<strong>di</strong>ana.<br />
Nel secondo periodo presentato si nota in Bertini il desiderio <strong>di</strong> restituire il testo ad un<br />
orizzonte letterario <strong>di</strong>stante, ad esempio attraverso il mantenimento del<strong>la</strong> preposizione “in”<br />
davanti al nome del<strong>la</strong> città, con un effetto <strong>di</strong> esotismo, mentre più avanti, sforzandosi <strong>di</strong><br />
interpretare in modo comprensibile quell’ “Antonios”, il traduttore incorre invece in un<br />
frainten<strong>di</strong>mento del senso del testo.<br />
Anche Nor<strong>di</strong>o inserisce con effetto straniante le virgolette per <strong>la</strong> definizione delle<br />
“mantequil<strong>la</strong>s”, inserendo quasi una <strong>di</strong>chiarazione dell’impossibilità del<strong>la</strong> trasposizione <strong>di</strong> un<br />
elemento così tipico del mondo spagnolo che non trova corrispondenti nell’alimentazione<br />
nostrana. Per quanto riguarda i libri <strong>di</strong> grammatica, invece che <strong>di</strong>lungarsi in spiegazioni, <strong>la</strong><br />
traduttrice inserisce una nota a piè <strong>di</strong> pagina per dare spazio a una chiosa che definisce una<br />
netta <strong>di</strong>stanza dal mondo contemporaneo.<br />
In <strong>Montale</strong> si nota all’opposto un chiaro orientamento al<strong>la</strong> scorrevolezza del<strong>la</strong> lettura, in<br />
favore del<strong>la</strong> quale sintetizza i <strong>due</strong> tipi <strong>di</strong> dolci nel semplice “pagnottelle al burro”,<br />
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