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la traduzione di Montale di due novelle di Cervantes - Bruno Osimo ...

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Tali richiami vengono cancel<strong>la</strong>ti nel metatesto, caratterizzato anche per questo aspetto da una<br />

tendenza all’appropriazione da parte del traduttore. In partico<strong>la</strong>re, per questo proce<strong>di</strong>mento lo<br />

scrittore italiano segue il criterio del<strong>la</strong> variatio, eliminando per quanto possibile le ripetizioni<br />

così tipiche del<strong>la</strong> poetica <strong>di</strong> <strong>Cervantes</strong>. La poetica strutturale del microtesto risulta <strong>di</strong><br />

conseguenza mo<strong>di</strong>ficata, e l’unità strutturale sarà affidata in maggior misura all’elemento<br />

semantico piuttosto che a quello lessicale.<br />

Passando al secondo gruppo <strong>di</strong> elementi, osserviamo come il plurilinguismo del prototesto,<br />

fondamentale per <strong>la</strong> resa espressiva del<strong>la</strong> narrazione, si basi principalmente sul<strong>la</strong> varietà <strong>di</strong><br />

linguaggi usati per caratterizzare i <strong>di</strong>versi personaggi, <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferente estrazione sociale e<br />

frequentatori <strong>di</strong> ambienti <strong>di</strong>stinti.<br />

Tale molteplicità, evidenziata dal<strong>la</strong> presenza <strong>di</strong> termini gergali o settoriali e dal ricorso o<br />

meno alle espressioni colloquiali, si mantiene nel metatesto, tranne che in un solo caso. In<br />

questo ambito il traduttore riconosce il ruolo delle varianti e ne riproduce <strong>la</strong> pluralità.<br />

Il traduttore ricorre sia all’impiego <strong>di</strong> mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>re tipici dell’oralità, riproposti come calco<br />

sullo spagnolo o più spesso selezionati dall’ambito italiano, che ad espressioni prese da<br />

sottoco<strong>di</strong>ci partico<strong>la</strong>ri, quali quello del<strong>la</strong> criminalità o dell’ambito giuri<strong>di</strong>co.<br />

Si nota tale attenzione sia per le battute dei personaggi che per le brevissime parti in cui il<br />

racconto è riportato <strong>di</strong>rettamente dal narratore esterno.<br />

Si può affermare <strong>di</strong> conseguenza che, nei confronti dei registri linguistici, il traduttore opera<br />

nel segno del riconoscimento, mantenendo sostanzialmente <strong>la</strong> poetica espressiva del<br />

microtesto.<br />

I realia del sesto gruppo racchiudono le parole che definiscono elementi specifici del<strong>la</strong> realtà<br />

descritta.<br />

Nel metatesto abbiamo <strong>la</strong> conservazione <strong>di</strong> spora<strong>di</strong>ci riferimenti al contesto del<strong>la</strong> Spagna<br />

secentesca, ad esempio nel<strong>la</strong> citazione <strong>di</strong>retta del<strong>la</strong> Lonja in lingua originale, ma <strong>la</strong> maggior<br />

parte dei termini partico<strong>la</strong>ri vengono privati dal<strong>la</strong> loro specificità e trasformati in espressioni<br />

più comprensibili.<br />

Gli ambiti all’interno dei quali si riscontra un processo <strong>di</strong> manipo<strong>la</strong>zione sono numerosi, ma<br />

spicca per evidenza quello del cibo.<br />

Se nel caso del<strong>la</strong> “ol<strong>la</strong>”, minestra tipica <strong>di</strong> carne, abbiamo il ricorso prima al<strong>la</strong><br />

standar<strong>di</strong>zzazione “cibo” e “zuppa”, poco dopo ci troviamo <strong>di</strong> fronte ad un’evidente<br />

appropriazione, nel caso del “pastel” trasformato in “pizza”. Un altro caso <strong>di</strong> appropriazione è<br />

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