la traduzione di Montale di due novelle di Cervantes - Bruno Osimo ...
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“Ves mi muchos y <strong>di</strong>versos sucesos” ad esempio, Bergnaza lo <strong>di</strong>ce solo in spagnolo, dopo<br />
aver rimandato <strong>la</strong> narrazione del<strong>la</strong> vita dei teatranti “para cuento partico<strong>la</strong>r y para sosiego no<br />
sobresaldato” [a un racconto autonomo e al<strong>la</strong> tranquillità senza spaventi], ossia “per ritornarci<br />
con più calma”.<br />
Finalmente, Berganza arriva a raccontare come abbia seguito l’esempio <strong>di</strong> Scipione e “me<br />
acogí a Sagrado”, ossia “mi ritrassi dal<strong>la</strong> vita seco<strong>la</strong>re”, ma come si sa “más vale tarde che<br />
nunca” che ha il suo preciso corrispondente italiano nel “meglio tar<strong>di</strong> che mai”.<br />
Le avventure del cane però non sono finite, giacché, anche dentro l’ospedale, si trova ad<br />
assistere a situazioni degne <strong>di</strong> nota, come il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> quattro derelitti, de<strong>di</strong>ti ognuno ad una<br />
<strong>di</strong>versa ma altrettanto inutile impresa. Tra questi il primo ad esporre <strong>la</strong> propria situazione è un<br />
poeta che <strong>di</strong>mostra <strong>di</strong> conoscere al<strong>la</strong> perfezione ogni minuzia del<strong>la</strong> Poetica <strong>di</strong> Aristotele e <strong>di</strong><br />
averle applicate tutte al<strong>la</strong> sua opera che dev’essere però davvero illeggibile, composta com’è<br />
“todo en verso eroico, parte en octavas y parte en verso suelto; pero todo esdrúju<strong>la</strong>mente,<br />
<strong>di</strong>go, en esdrújulos de nombres sostantivos, sin admitir verbo alguno” [tutto in verso eroico,<br />
parte in ottave e parte in verso sciolto; però tutto sdruccio<strong>la</strong>mente, <strong>di</strong>co, in sdruccioli <strong>di</strong> nomi<br />
sostantivi, senza ammettere alcun verbo]. “In verso eroico” ci riporta <strong>Montale</strong> “parte in ottave<br />
e parte in isciolti, ma tutta in versi sdruccioli, nei sostantivi s’intende, perché non ho usato<br />
nessun verbo.”. Il poeta ligure si concede questa volta <strong>di</strong> inserire una ripetizione per evitare <strong>di</strong><br />
trasformare <strong>la</strong> comme<strong>di</strong>a del suo collega <strong>di</strong> carta in un’opera aberrante costitutita <strong>di</strong> versi<br />
terminanti tutti in nomi con accento sul<strong>la</strong> terzultima sil<strong>la</strong>ba, ma riesce comunque a schivare <strong>la</strong><br />
ripetizione del<strong>la</strong> <strong>traduzione</strong> <strong>di</strong> questa paro<strong>la</strong> così sonora che è “esdrúju<strong>la</strong>”.<br />
<strong>Montale</strong> sgonfia anche <strong>la</strong> vanagloria del poeta nel momento in cui egli afferma <strong>di</strong> aver seguito<br />
le istruzioni aristoteliche <strong>di</strong> aspettare <strong>di</strong>eci anni dal<strong>la</strong> composizione <strong>di</strong> una comme<strong>di</strong>a perché<br />
“salga a luz”, che in italiano è più semplicemente “mandar fuori”. Anche per le ampollose<br />
descrizioni dell’opera, <strong>Montale</strong> si trova a dover trasformare il “grande en surtejo”[grande per<br />
<strong>la</strong> varietà] in “<strong>di</strong> te<strong>la</strong> vasta” e “maravillosa en <strong>la</strong> <strong>di</strong>visiòn” in un più comprensibile “perfetta <strong>di</strong><br />
composizione”.<br />
I quattro illusi prendono estremamente sul serio le loro assur<strong>di</strong>tà e ascoltano le <strong>la</strong>mentele<br />
degli altri per poi esprimere <strong>la</strong> propria come fossero dotti che <strong>di</strong>sputassero del<strong>la</strong> più alta<br />
dottrina, e quando si rivolgono una domanda lo fanno con tutti i preamboli richiesti dal<strong>la</strong> loro<br />
con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> intellettuali,<br />
come il matematico che chiede con gran sussiego “Ha hecho, vuesa merced, señor alquimista,<br />
<strong>la</strong> experiencia de sacar p<strong>la</strong>ta de otros metales?” [ha fatto, vostra signoria, signor alchimista,<br />
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