la traduzione di Montale di due novelle di Cervantes - Bruno Osimo ...
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ipetizione <strong>la</strong> forza dell’espressione, il traduttore si limita a scrivere che “si passano <strong>la</strong><br />
refurtiva dall’uno all’altro, <strong>di</strong> mano in mano”.<br />
Un altro gruppo molto prolifico, e per questo pericoloso, sono i “moriscos”. Berganza con <strong>la</strong><br />
sua <strong>di</strong>sapprovazione dei parchi comportamenti <strong>di</strong> queste persone, testimonia <strong>la</strong><br />
<strong>di</strong>scriminazione <strong>di</strong> cui essi erano vittima. I “moriscos” erano nel<strong>la</strong> Spagna del Seicento coloro<br />
che per sfuggire al<strong>la</strong> cruenta persecuzione degli Arabi e degli Ebrei perpetrata dai re cattolici,<br />
si erano convertiti dall’Is<strong>la</strong>m al<strong>la</strong> Chiesa Romana, ragione per cui mi domando se il termine<br />
“mori” impiegato da <strong>Montale</strong>, senza alcun riferimento al<strong>la</strong> conversione coatta, renda il senso<br />
<strong>di</strong> questa realtà.<br />
Le accuse rivolte a questa comunità sono partico<strong>la</strong>rmente prive <strong>di</strong> fondamento, poiché essi<br />
vengono tacciati d’essere gran<strong>di</strong> <strong>la</strong>voratori e risparmiatori che “todo lo llegan, todo lo<br />
esconden y todo lo tragan” [a tutto arrivano, tutto nascondono e tutto trangugiano],<br />
espressione questa che fa pensare a dei mostri voraci capaci <strong>di</strong> far sparire in breve tutte le<br />
ricchezze del paese accumu<strong>la</strong>ndole nei loro nascon<strong>di</strong>gli, che <strong>di</strong>venta nel<strong>la</strong> versione italiana un<br />
più b<strong>la</strong>ndo “trovan tutto e tutto nascondono e inghiottono”.<br />
Un ampliamento si ritrova invece nel<strong>la</strong> <strong>traduzione</strong> dell’agettivo “muchos” per in<strong>di</strong>care <strong>la</strong> loro<br />
gran quantità che <strong>di</strong>venta “innumerevoli”. La vita sobria è legata al<strong>la</strong> prolificità perchè<br />
aumenta “<strong>la</strong>s causas de <strong>la</strong> generación”, tradotto questa volta “ le cause del<strong>la</strong> generazione del<strong>la</strong><br />
specie” con altro riferimento pseudoscientifico.<br />
Berganza, stufo <strong>di</strong> essere alimentato a pane e spighe rinsecchite, si avvicina ad un’altra figura,<br />
<strong>la</strong> più <strong>di</strong>sgraziata <strong>di</strong> tutta <strong>la</strong> novel<strong>la</strong>, un nuovo personaggio che sembra materializzarsi<br />
nell’orto dell’arabo ogni mattina “juntamente con el alba” [insieme all’alba], stretta<br />
interconnessione che <strong>Montale</strong> elimina con <strong>la</strong> <strong>traduzione</strong> “al sorgere dell’alba” e con <strong>la</strong> resa<br />
del seguente “amanecía” [albeggiava], sempre in riferimento al poeta, “appariva”.<br />
L’uomo è un “des<strong>di</strong>chado”, che nel<strong>la</strong> <strong>traduzione</strong> è reso con espressione colloquiale “povero<br />
<strong>di</strong>avolo”, e il cane lo trova talmente preso dal suo <strong>la</strong>voro da non muovere “pie, ni mano, ni<br />
aún <strong>la</strong>s pestañas”, ma <strong>Montale</strong> considera superflua quest’ultima aggiunta ed elimina il<br />
partico<strong>la</strong>re delle ciglia.<br />
L’episo<strong>di</strong>o del poeta, che si apre con <strong>la</strong> luce soffusa dell’alba accanto all’albero rosso del<br />
melograno, si tinge <strong>di</strong> colori cal<strong>di</strong>, poiché egli <strong>di</strong>chiara d’essere partico<strong>la</strong>rmente sod<strong>di</strong>sfatto<br />
per il partico<strong>la</strong>re degli abiti vio<strong>la</strong> dei car<strong>di</strong>nali del<strong>la</strong> sua comme<strong>di</strong>a, mentre il “rojo” dei vestiti<br />
quoti<strong>di</strong>ani dei religiosi si trasforma nel<strong>la</strong> <strong>traduzione</strong> in “porpora”.<br />
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