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Il pensiero di Adriano Tilgher - Giodi.it

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estreme nello “Spaccio del bestione trionfante” del 1926 e in “Le<br />

orecchie dell’aquila” del 1938.<br />

Quali che siano stati i rapporti tra la filosofia gentiliana e<br />

quella tilgheriana, è fuori dubbio che le due posizioni sono molto meno<br />

<strong>di</strong>stanti <strong>di</strong> quanto <strong>Tilgher</strong> stesso credette. Filosofia “dell’atto impuro”<br />

definì il Vinciguerra quella <strong>di</strong> <strong>Tilgher</strong>, intendendo con “impuro”,<br />

“irrazionale”: la genesi delle due filosofie sarebbe pertanto la stessa.<br />

Giustamente Vinciguerra colse i rapporti <strong>di</strong> derivazione <strong>di</strong>retta <strong>di</strong><br />

<strong>Tilgher</strong> da Gentile 1 , ma non sembra accettabile la tesi secondo la<br />

quale <strong>Tilgher</strong>, come tutti i cosiddetti “superatori” che dal 1910 in poi si<br />

posero a scoprire nuovi orizzonti, fu v<strong>it</strong>tima <strong>di</strong> Croce e <strong>di</strong> Gentile 2 :<br />

l’irrazionalismo ed il casualismo, che sono i motivi centrali del <strong>pensiero</strong><br />

tilgheriano, solo per via in<strong>di</strong>retta possono legarsi al tronco idealistico, a<br />

cui pure fa riferimento la filosofia <strong>di</strong> <strong>Tilgher</strong>.<br />

Anzi razionalismo e casualismo dopo il 1930 <strong>di</strong>ventano sempre<br />

più presenti nel <strong>pensiero</strong> tilgheriano. In “Filosofi e moralisti del ‘900”<br />

(1932), in “Cr<strong>it</strong>ica dello storicismo” (1935), in “Filosofia delle morali”<br />

(1937), l’irrazionale si presenta come il principio fondamentale della<br />

v<strong>it</strong>a per cui essa appare come una forza cieca e prepotente che<br />

nessuna luce razionale può spiegare; il razionalismo appare ormai<br />

decisamente superato e crollante insieme con tutta la civiltà e le idee<br />

che da esso erano sbocciate. La conseguenza <strong>di</strong> un così deciso<br />

irrazionalismo si manifesta sul piano morale con la teoria dell’ “uomo<br />

senza natura” cioè dell’uomo come essere vivente al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> ogni<br />

schematizzazione e <strong>di</strong> ogni istinto che ne fissi e determini l’azione,<br />

cosicchè non una ma molte morali sono possibili.<br />

L’interesse etico domina il <strong>pensiero</strong> tilgheriano dell’ultimo<br />

decennio e si pone in relazione strettissima con l’interesse teoretico dei<br />

primi anni: alla storia atomisticamente considerata, senza nessi <strong>di</strong><br />

causal<strong>it</strong>à, ma dominata e <strong>di</strong>retta dal caso, ben corrisponde una<br />

1 M. Vinciguerra, Op c<strong>it</strong>.<br />

2 L. Russo, Op. c<strong>it</strong>. pag. 250<br />

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