Il pensiero di Adriano Tilgher - Giodi.it

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Ogni evento è il risultato dell’incontro fortuito di diverse catene causali, senza essere implicito in nessuna di esse, sicché ogni evento ha un aspetto contingente, accidentale, casuale. Le stesse serie causali, anzi, non costituiscono che un modo nostro di spiegare per cause i fatti accaduti, che sembrano gli unici possibili. La storia si occupa naturalmente di questi e non di quelli che non sono accaduti, ma sarebbero potuti accadere. Ci sono tuttavia nella storia, dice Tilgher, dei momenti cruciali, in cui il corso intero degli eventi sembra in modo indubbio sospeso a un evento singolo, individuale, “ dal non esserci del quale tutto il corso dei fatti si sarebbe diversamente attreggiato” 1 . La corrente filosofica con la quale tale teoria sembra più direttamente imparentata è il “contingentismo” di Emilio Boutroux. In “Della contingenza delle leggi della natura” il Boutroux, che tuttavia Tilgher non cita direttamente né inserisce nella nutrita schiera dei “Filosofi e moralisti del Novecento”, critica il determinismo e afferma il principio della assoluta indeterminazione degli eventi naturali e storici, giungendo a conclusioni irrazionali non molto diverse da quelle cui giunse Tilgher, il quale respinge anch’egli decisamente il determinismo scientifico e lo storicismo hegeliano e crociano in nome di una romantica esaltazione della vita, perché nell’essenza più profonda del romanticismo, di cui tutta la civiltà contemporanea gli appare più che mai imbevuta, egli vede proprio “…quell’esperienza della vita in cui questa è sentita come una potenza, una forza, una energia, una attività oscura in continuo movimento che non è legata a nessuna delle sue forme , ma ha in sé la forza di generarle e di trascenderle tutte e che, in fondo, non ha altra legge, altra destinazione, altra gioia, che d’essere al massimo grado sé medesima”. 2 Ed è nello spirito di questa visione romantica della vita che egli trova appagate insieme la sua esigenza irrazionalistica e la sua ansia 1 Tilgher: “Casualismo critico”, pag. 87 2 Tilgher: “Filosofi e moralisti del Novecento”, pagg. 9-10 48
mistica, come molti altri spiriti tormentati del secolo scorso che furono nel tempo stesso atei e credenti, scettici ed assertori convinti di una verità, negatori e combattenti per un’idea: si pensi a Giuseppe Renzi, tanto spiritualmente vicino a Tilgher. 1 Per uomini così fatti la forma rigorosamente logica dell’idealismo non poteva non apparire come un vano tentativo di spegnere il fuoco romantico con la gelida acqua del classicismo. Di queste opposte forme una plausibile sintesi tentò – vanamente, secondo Tilgher – anche Croce. 2 Tilgher ha bisogno di credere nell’imprevisto, nell’irrazionale, nel caso, ha bisogno di adorare la vita come un capriccioso feticcio. E’ questa una forma di religiosità senza chiesa e senza Dio, una fede nel mistero e nei miti. I miti, più ancora che le singole forze originali e imprevedibili, costituiscono appunto per Tilgher, come per Splenger che egli tanto studiò, il motore della storia. Magia e Stato, Classe e Nazione, Razza e Libertà sono tutti miti nei quali gli uomini hanno creduto o credono e per i quali combattono, sì che ogni lotta, ogni guerra acquista un carattere religioso perché in ognuna di esse si scontrano credenze opposte, fedi contrastanti. In “Mistiche nuove e antiche” egli studia alcuni di questi miti, di queste mistiche che di volta in volta o contemporaneamente hanno esaltato e esaltano gli uomini. Tra queste mistiche c’è anche il Cristianesimo: la interpretazione molto vaga che egli ne dà lo prospetta come una mistica dell’amore piuttosto che come una religione rivelata. 3 Uno sfondo mistico ci sarebbe anche nel comunismo da lui inteso, nella sua essenza, come mito di giustizia e di libertà e perciò accostato al Cristianesimo. 4 1 In “Filosofi e moralisti del Novecento” Tilgher fa una appassionata esegesi del suo contraddittorio pensiero. 2 “Benedetto Croce o la tentata sintesi di romanticismo e classicismo”. Sta in “Filosofi e moralisti del Novecento” 3 Si veda il saggio “I cristiani” in “Mistiche nuove e antiche”. 4 Si veda il saggio “Comunismo e Cristianesimo” in “Mistiche nuove e antiche”. 49
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