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Il pensiero di Adriano Tilgher - Giodi.it

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dolore ma letizia, non lim<strong>it</strong>azione ed immeschinamento, ma “libertà da<br />

tutte le catene del desiderio, da tutte le lim<strong>it</strong>azioni dell’io, gioia e<br />

felic<strong>it</strong>à, dolcezza e pace”. 1<br />

La sant<strong>it</strong>à è amore senza dolore, senza tristezza – se non<br />

quella che può dare dal non sentirsi abbastanza santo – è attiv<strong>it</strong>à, è<br />

sforzo <strong>di</strong> realizzare il bene <strong>di</strong>ffondendo l’amore.<br />

Un punto particolarmente delicato ed interessante è quello<br />

ove si tratta dei rapporti fra sant<strong>it</strong>à e religione. Per <strong>Tilgher</strong> la sant<strong>it</strong>à non<br />

è affatto legata a quelli che egli chiama i m<strong>it</strong>i teologici, come Dio, il<br />

cielo, l’al<strong>di</strong>là. Sono questi, i m<strong>it</strong>i, che nascono dalla sant<strong>it</strong>à e non<br />

questa da quelli. Egli ammette pertanto una sant<strong>it</strong>à laica, una sant<strong>it</strong>à<br />

atea.<br />

Malgrado questa ammissione, è evidente però che tutta la<br />

sua concezione dell’amore e della sant<strong>it</strong>à sembra ispirata dagli<br />

analoghi concetti del Cristianesimo. Lo notò sub<strong>it</strong>o il Buonaiuti il quale<br />

interpretò il <strong>pensiero</strong> <strong>di</strong> <strong>Tilgher</strong> proprio in senso cristiano, 2 considerato<br />

che è il Cristianesimo che santifica il desiderio in amore.<br />

Ma <strong>Tilgher</strong> non crede <strong>di</strong> essere proprio sullo stesso piano del<br />

Cristianesimo, in quanto, se è vero che col Cristianesimo si giunge alla<br />

più chiara coscienza della <strong>di</strong>stinzione fra desiderio e amore, non è<br />

men vero che quella <strong>di</strong>stinzione è un “dato embrionale e naturale<br />

dell’uman<strong>it</strong>à”. 3<br />

<strong>Il</strong> <strong>di</strong>ssi<strong>di</strong>o col Buonaiuti nasce evidentemente dal fatto che per<br />

quest’ultimo la morale cristiana è quella eterna e perciò l’unica<br />

possibile, e lo slancio e la viva partecipazione con cui parla della<br />

sant<strong>it</strong>à e del “piano dell’amore” sarebbe per Buonaiuti la prova che<br />

<strong>Tilgher</strong> non è lontano da questa “ver<strong>it</strong>à”. Per <strong>Tilgher</strong>, invece, resta<br />

sempre fermo il principio che nessuna morale, nemmeno quella<br />

altissima del Cristianesimo, può essere accettata come l’unica<br />

storicamente possibile, come quella defin<strong>it</strong>iva.<br />

1 <strong>Tilgher</strong>: “filosofia delle morali”, pag. 123<br />

2 cfr. la rivista “Religio”, Roma, marzo 1937<br />

3 <strong>Tilgher</strong>: “Moral<strong>it</strong>à”, pag. 139<br />

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