Il pensiero di Adriano Tilgher - Giodi.it
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IV La morale<br />
Ponendo a fondamento della conoscenza il puro volere o<br />
dovere nel suo saggio “Etica e gnoseologia” <strong>Tilgher</strong> già chiaramente<br />
delineò una posizione speculativa, come si è osservato, più vicina alla<br />
tesi del volontarismo che non a quella dell’idealismo fichtiano,<br />
hegeliano o neo-hegeliano. Tuttavia quella concezione era tutta<br />
pregna ancora <strong>di</strong> un afflato etico che mirava a far coincidere lo spir<strong>it</strong>o<br />
col dovere,inteso come l’attiv<strong>it</strong>à trascendentale che fonda la<br />
conoscenza e fa sì che l’essere sia. Ma considerare il puro dovere<br />
come uno sta<strong>di</strong>o prelogico della v<strong>it</strong>a e dello spir<strong>it</strong>o equivale a negare<br />
la razionale consapevolezza della volontà che coscientemente si<br />
pone come tale, significa rendere impossibile la sola definizione della<br />
stessa attiv<strong>it</strong>à morale. <strong>Il</strong> fatto <strong>di</strong> considerare il dovere come<br />
fondamento del conoscere, come con<strong>di</strong>zione trascendentale <strong>di</strong> ogni<br />
attiv<strong>it</strong>à intellettuale, implica poi anche l’affermazione del valore<br />
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