Il pensiero di Adriano Tilgher - Giodi.it
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non esprime nulla se non se stessa: “è puramente e semplicemente<br />
come le montagne e i gran<strong>di</strong> animali”. Per la ver<strong>it</strong>à non si può <strong>di</strong>re che<br />
l’affermazione sia coerente con il principio. Se infatti l’arte è amore <strong>di</strong><br />
v<strong>it</strong>a non può rimandare a niente che la preceda, non può essere<br />
espressione <strong>di</strong> niente altro che <strong>di</strong> se stessa. Una lirica non è<br />
esteticamente valida perché esprime un qualche sentimento reale,<br />
ma perché è essa stessa quel sentimento amato dal poeta nell’atto<br />
della creazione e da chi la recepisce nell’atto della fruizione. Per lo<br />
stesso motivo l’arte non può considerarsi idealizzazione e<br />
trasfigurazione. Se infatti fosse tale bisognerebbe pensare che l’artista<br />
abbia davanti a sé una materia reale da superare nell’atto della<br />
creazione estetica, laddove si è visto che per <strong>Tilgher</strong> l’arte non ha<br />
riferimento alcuno con la realtà come tale. E’ anzi proprio dell’attiv<strong>it</strong>à<br />
estetica sottrarre ogni oggetto che per avventura <strong>di</strong>venti v<strong>it</strong>a estetica<br />
alla categoria della realtà, ma ciò avviene nell’atto stesso in cui<br />
l’esperienza estetica si produce. Non ci sono cioè due momenti, in uno<br />
dei quali la realtà sarebbe dall’artista appresa come tale, nel secondo<br />
quella realtà sarebbe idealizzata: l’esperienza estetica si produce in un<br />
atto solo.<br />
Questo srealizzare cost<strong>it</strong>uisce per <strong>Tilgher</strong> la cosiddetta<br />
tipizzazione propria dell’arte. L’arte crea tipi e simboli, ma non bisogna<br />
credere che ogni immagine, ogni forma sia arte. <strong>Tilgher</strong> polemizza così<br />
con la teoria della pura forma e riba<strong>di</strong>sce ancora una volta che ogni<br />
forma è bella soltanto quando è fatta oggetto d’amore. Questo<br />
concetto è molto poco chiaro nella teoria tilgheriana e non lascia<br />
intendere sufficientemente il rapporto tra contenuto e forma<br />
nell’opera d’arte. L’annoso problema che cost<strong>it</strong>uisce un punto<br />
cruciale <strong>di</strong> ogni estetica rimane nebuloso in <strong>Tilgher</strong>. Perché se è chiaro<br />
dal punto <strong>di</strong> vista crociano che ogni forma implica in sé quel<br />
particolare contenuto che in quell’unica forma poteva esprimersi e si è<br />
espresso, non si comprende quale significato possa avere la forma se<br />
si nega all’arte il valore <strong>di</strong> intuizione, <strong>di</strong> trasfigurazione, <strong>di</strong> espressione.<br />
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