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Il pensiero di Adriano Tilgher - Giodi.it

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<strong>di</strong> quel sentimento medesimo che, mentre nella v<strong>it</strong>a genera<br />

<strong>di</strong>sperazione e angoscia, nell’arte ci attira e ci incanta. La dottrina<br />

che fa dell’arte la intuizione lirica <strong>di</strong> una passione, <strong>di</strong> un sentimento<br />

in<strong>di</strong>viduale non chiarisce questo mistero dell’arte, secondo <strong>Tilgher</strong>. Anzi<br />

tale teoria, considerando l’arte come il processo attraverso il quale lo<br />

spir<strong>it</strong>o si purifica delle scorie della v<strong>it</strong>a vissuta me<strong>di</strong>ante la<br />

rappresentazione estetica <strong>di</strong> essa, porta alla conseguenza che l’arte<br />

non investe tutto quanto lo spir<strong>it</strong>o ma solo una particolare attiv<strong>it</strong>à <strong>di</strong><br />

esso. Tutto il mondo della v<strong>it</strong>a spir<strong>it</strong>uale fornirebbe infatti solo il<br />

contenuto, la materia grezza alla attiv<strong>it</strong>à intu<strong>it</strong>iva. Quin<strong>di</strong> l’artista<br />

nell’atto della sua creazione estetica non sarebbe uomo completo ed<br />

effettivamente vivente le ansie e i sentimenti, che sarebbero<br />

degradati a puro materiale <strong>di</strong> osservazione. Così l’arte <strong>di</strong>vorzierebbe<br />

defin<strong>it</strong>ivamente dalla v<strong>it</strong>a e dalla storia e <strong>di</strong>venterebbe pura attiv<strong>it</strong>à<br />

estetizzante e formalistica; l’arte si farebbe cioè <strong>di</strong>sumana.<br />

A <strong>Tilgher</strong> sembra pertanto <strong>di</strong> cogliere una profonda<br />

contrad<strong>di</strong>zione nell’estetica crociana: mentre sembrerebbe che la<br />

ra<strong>di</strong>ce stessa dell’arte sia la v<strong>it</strong>a vissuta, l’attiv<strong>it</strong>à estetica, separandosi<br />

dalla v<strong>it</strong>a in quanto pura contemplazione <strong>di</strong> essa, <strong>di</strong>venterebbe la<br />

negazione stessa della v<strong>it</strong>a, <strong>di</strong>venterebbe cioè, come si è detto<br />

<strong>di</strong>sumana.<br />

Passando poi ad altre considerazioni <strong>Tilgher</strong> afferma che la<br />

teoria crociana dell’arte non consente <strong>di</strong> cogliere il valore intrinseco e<br />

complessivo <strong>di</strong> un’opera d’arte, posto che per essa un sonetto è arte<br />

non meno che un complesso poema e che tutto quanto cost<strong>it</strong>uisce il<br />

fondo morale , religioso, pol<strong>it</strong>ico, culturale <strong>di</strong> un’opera d’arte viene<br />

considerato come non-poesia e come impaccio strutturale: tipico<br />

sarebbe il caso della interpretazione crociana della “Divina<br />

Comme<strong>di</strong>a”.<br />

Nel complesso, dunque, <strong>Tilgher</strong> tocca molti punti<br />

fondamentali dell’estetica crociana e vuole, come esplic<strong>it</strong>amente<br />

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