Il pensiero di Adriano Tilgher - Giodi.it
Il pensiero di Adriano Tilgher - Giodi.it
Il pensiero di Adriano Tilgher - Giodi.it
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
“All’attiv<strong>it</strong>à pura o estetica non mancano già quelle forme,<br />
manca la coscienza che quelle forme (cioè l’attiv<strong>it</strong>à stessa) assumono<br />
in sé, coscienza che è la posizione (e negazione in uno) dell’attiv<strong>it</strong>à<br />
imme<strong>di</strong>ata come tale, cioè non più mera coscienza, ma<br />
autocoscienza”. 1<br />
E’ questo il punto chiave della teoria tilgheriana che vuole<br />
superare il crocianesimo rifacendosi, come già si è visto a propos<strong>it</strong>o<br />
del problema gnoseologico, alla filosofia fichtiana e schellinghiana.<br />
Tale tentativo <strong>di</strong> “superamento” raggiunge appunto il culmine nella<br />
“Estetica”. L’opera si apre con una breve esposizione della teoria<br />
estetica crociana cui segue imme<strong>di</strong>atamente una cr<strong>it</strong>ica puntuale<br />
mirante a mettere in luce le fondamentali deficienze che, secondo<br />
<strong>Tilgher</strong>, tale teoria presenterebbe.<br />
Qui si pone in evidenza soprattutto il rapporto tra arte e v<strong>it</strong>a,<br />
ossia tra la v<strong>it</strong>a come passional<strong>it</strong>à e sentimento e la rappresentazione<br />
estetica <strong>di</strong> essa. Per Croce l’intuizione darebbe forma ad un<br />
complesso <strong>di</strong> impressioni prima caotico; oppure, poiché lo spir<strong>it</strong>o trova<br />
<strong>di</strong>nnanzi a sé prodotti non informi ma in<strong>di</strong>viduati, come i desideri, le<br />
passioni, gli affetti, l’attiv<strong>it</strong>à intu<strong>it</strong>iva non dovrebbe che riprodurre<br />
forme già preesistenti all’intuizione. Quin<strong>di</strong> o lo spir<strong>it</strong>o ha davanti a sé<br />
qualcosa <strong>di</strong> informe, il che contrasta con l’asserzione che tutto è<br />
spir<strong>it</strong>o, o trova davanti a sé dei prodotti già determinati e allora non<br />
crea più ma semplicemente ricopia. Ciò induce <strong>Tilgher</strong> ad affermare<br />
che esistono ben due estetiche crociane2 entrambe peraltro<br />
insufficienti: “Da una parte Croce batte sul carattere <strong>di</strong> creativ<strong>it</strong>à, <strong>di</strong><br />
produzione , <strong>di</strong> fare del processo artistico. Dall’altra dando<br />
all’intuizione come “terminus a quo”, come presupposto e come<br />
contenuto una materia <strong>di</strong> v<strong>it</strong>a già pienamente formata, che l’arte<br />
1 <strong>Tilgher</strong>: “Lineamenti ecc.”. Pag. 19<br />
2 E’molto comune l’accusa rivolta a Croce <strong>di</strong> aver scr<strong>it</strong>to non una, bensì due o tre o ad<strong>di</strong>r<strong>it</strong>tura<br />
quattro estetiche. E’ noto altresì che Croce polemizzando coi suoi cr<strong>it</strong>ici non ha mai ammesso <strong>di</strong><br />
aver mutato alcuna delle idee fondamentali del suo <strong>pensiero</strong>. Ve<strong>di</strong> V. Sainati “L’stetica <strong>di</strong> Croce”,<br />
Firenze. Pagg. 103-104.<br />
24