Il pensiero di Adriano Tilgher - Giodi.it
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conoscente. Da siffatto punto <strong>di</strong> vista la conoscenza si risolverebbe in<br />
una semplice duplicazione, per cui il mondo degli oggetti non<br />
esisterebbe soltanto in sé, ma esisterebbe anche come immagine,<br />
come rappresentazione nella coscienza soggettiva.<br />
La cr<strong>it</strong>ica del <strong>Tilgher</strong> a quello che egli definiscedogmatismo<br />
pos<strong>it</strong>ivistico è, anche se non del tutto originale, per molti aspetti<br />
interessante. Porre l’essere come in<strong>di</strong>pendente dal conoscere significa<br />
spalancare tra l’uno e l’altro un abisso incolmabile. Infatti, se si<br />
considera il conoscere come una apparenza dell’essere, come un<br />
particolare stato dell’essere, l’essere stesso (la materia) che dovrebbe<br />
cost<strong>it</strong>uire l’unica realtà ne viene pressoché annullato, dato che non ci<br />
è rivelato da quella apparenza che è il conoscere; se invece si<br />
considera il conoscere come un modo <strong>di</strong> riprodurre l’essere, sì che la<br />
ver<strong>it</strong>à starebbe nell’adeguazione dell’essere alla sua<br />
rappresentazione, <strong>di</strong>venta assurdo tentare <strong>di</strong> sapere se il nostro<br />
conoscere è o meno adeguato all’essere in sé. <strong>Il</strong> pos<strong>it</strong>ivismo si<br />
avvierebbe così allo scetticismo.<br />
Né meno assurda appare a <strong>Tilgher</strong> la pretesa propria del<br />
pos<strong>it</strong>ivismo dogmatico <strong>di</strong> superare la molteplic<strong>it</strong>à o frammentarietà<br />
delle immagini in<strong>di</strong>viduali ricorrendo ai concetti <strong>di</strong> legge, essenza, tipo,<br />
quasi che la legge, l’essenza, il tipo non fossero essi stessi frammenti <strong>di</strong><br />
immagini in<strong>di</strong>viduali arb<strong>it</strong>rariamente innalzati. <strong>Il</strong> pos<strong>it</strong>ivismo fa <strong>di</strong> questi<br />
concetti la base <strong>di</strong> un rigoroso determinismo e parla dello “stato del<br />
mondo in un determinato momento” che sarebbe tutto deducibile<br />
dalle con<strong>di</strong>zioni precedenti, secondo un ferreo rapporto <strong>di</strong> causa ed<br />
effetto. E così risalendo <strong>di</strong> effetto in causa, il pos<strong>it</strong>ivismo giunge ( come<br />
l’antica metafisica teologica) ad una causa prima, incon<strong>di</strong>zionata ed<br />
irrelata, che appunto perché tale, risulta inconoscibile: questa è per<br />
<strong>Tilgher</strong> la via che porta all’agnoticismo spenceriano.<br />
La vera <strong>di</strong>ssoluzione del pos<strong>it</strong>ivismo sarebbe poi rappresentata<br />
dal cosiddetto “energetismo” col quale esso avrebbe cercato <strong>di</strong><br />
salvarsi: la causa prima non è qualcosa <strong>di</strong> materiale e concreto ma<br />
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