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I bambini ebrei nascosti in Italia durante la persecuzione nazifascista

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scritte debbono essere confrontate sia con una sostanziosa produzione memoria<strong>la</strong>utobiografica,<br />

sia con <strong>la</strong> testimonianza diretta dei protagonisti ancora <strong>in</strong> vita 1 .<br />

Dopo aver svolto, ancora a Parigi, un sondaggio <strong>in</strong>iziale su eventuali <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i<br />

a proposito da parte del<strong>la</strong> storiografia italiana e osservando <strong>la</strong> pressoché mancanza di<br />

studi specifici, colsi il suggerimento del mio tutor, Prof. Zangar<strong>in</strong>i, e com<strong>in</strong>ciai ad<br />

affrontare il nuovo argomento.<br />

Seguendo le tables rondes già ricordate, mi resi conto dell’attenzione<br />

suscitata dalle vicende occorse ai giovanissimi israeliti sopravvissuti <strong>in</strong> c<strong>la</strong>ndest<strong>in</strong>ità<br />

<strong>durante</strong> l’occupazione nazista. La successiva esplorazione dell’opera storiografica<br />

francese, confermò tale personale impressione. L’<strong>in</strong>teresse che <strong>in</strong> Francia, al contrario<br />

che <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, ha sp<strong>in</strong>to non solo gli storici ma anche sociologi, psicologi e perf<strong>in</strong>o<br />

giornalisti ad occuparsi di tale argomento è, a mio parere, da ricondurre a tre<br />

partico<strong>la</strong>ri fattori: al numero elevato di <strong>bamb<strong>in</strong>i</strong> che furono <strong>nascosti</strong> <strong>in</strong> territorio<br />

francese; al c<strong>la</strong>more sollevato nel dopoguerra dall’«Affaire F<strong>in</strong>aly» 2 “corrispettivo”<br />

dell’ottocentesco «caso Mortara»; a una decisa richiesta di riconoscenza degli ex<br />

enfants cachés di un proprio spazio nel<strong>la</strong> memoria collettiva del<strong>la</strong> Shoah.<br />

Furono 75.000 gli <strong>ebrei</strong> deportati dal<strong>la</strong> Francia e rappresentano il 25% del<br />

totale degli <strong>ebrei</strong> residenti o profughi che si trovavano <strong>in</strong> territorio francese allo<br />

scoppio del<strong>la</strong> guerra. Migliaia furono i <strong>bamb<strong>in</strong>i</strong> <strong>ebrei</strong> che, <strong>nascosti</strong> da soli o con <strong>la</strong><br />

famiglia, <strong>in</strong> città o <strong>in</strong> campagna, si salvarono, alcuni grazie al caso, altri grazie al<br />

favore del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione non ebrea o delle istituzioni religiose cristiane, altri ancora<br />

grazie all’opera d’assistenza di comitati ebraici semic<strong>la</strong>ndest<strong>in</strong>i ai quali erano stati<br />

affidati ecc. Purtroppo, non tutti i <strong>bamb<strong>in</strong>i</strong> poterono riabbracciare i propri famigliari.<br />

Un rilevante numero di essi 3 <strong>in</strong>fatti, al<strong>la</strong> capito<strong>la</strong>zione tedesca, si ritrovò orfano degli<br />

affetti più cari: <strong>la</strong> <strong>persecuzione</strong> e lo sterm<strong>in</strong>io nazista, a cui si debbono aggiungere le<br />

sventure del<strong>la</strong> guerra, avevano decretato <strong>la</strong> dispersione e l’annientamento di <strong>in</strong>teri<br />

nuclei famigliari. A chi affidare, dunque, i <strong>bamb<strong>in</strong>i</strong> <strong>ebrei</strong> rimasti senza neppure un<br />

lontano parente o che avevano parenti così difficilmente r<strong>in</strong>tracciabili? Per <strong>la</strong> società<br />

civile e religiosa francese questo <strong>in</strong>terrogativo rappresentò una questione non<br />

irrilevante specialmente quando fu portato al<strong>la</strong> ribalta nazionale da quello che è<br />

passato al<strong>la</strong> storia come «l’Affaire F<strong>in</strong>aly».<br />

Dal febbraio 1945 al giugno 1953, cent’anni dopo il caso di Edgardo Mortara,<br />

c<strong>in</strong>quanta dopo il Colonnello Dreyfus, <strong>la</strong> disputa per l’affidamento dei due fratelli<br />

F<strong>in</strong>aly, deteriorò per molto tempo le re<strong>la</strong>zioni tra autorità politiche, cattoliche ed<br />

ebraiche d’oltralpe ma non solo. Lo scalpore suscitato nell’op<strong>in</strong>ione pubblica francese<br />

ha dato notorietà al caso, tanto che da allora si sono succedute <strong>in</strong> diversi periodi opere<br />

letterarie, c<strong>in</strong>ematografiche e oggi anche bandes-dess<strong>in</strong>ées 4 . Certo, il caso dei fratelli<br />

1 Oggi <strong>in</strong>oltre, si contano dec<strong>in</strong>e di migliaia i racconti dei testimoni del<strong>la</strong> Shoah che, raccolti <strong>in</strong> tutto il<br />

mondo e conservati <strong>in</strong> partico<strong>la</strong>ri archivi audio-visivi, vengono messi a disposizione degli studiosi. Di<br />

questi archivi si avrà modo di par<strong>la</strong>re anche <strong>in</strong> seguito.<br />

2 Per sfuggire al<strong>la</strong> <strong>persecuzione</strong> nazista, una coppia di <strong>ebrei</strong> austriaci Fritz F<strong>in</strong>aly e <strong>la</strong> moglie Annie,<br />

nell’aprile 1939 <strong>la</strong>sciarono l’Austria per stabilirsi <strong>in</strong> Francia dove tra il 1941 e l’anno successivo<br />

vennero al<strong>la</strong> luce i due figli, Robert e Gérald. Nel febbraio 1944, prima di essere arrestati e deportati ad<br />

Auschwitz dove moriranno, i F<strong>in</strong>aly riuscirono ad affidare i figli all’asilo nido St. V<strong>in</strong>cent di<br />

Grenoble._ I due <strong>bamb<strong>in</strong>i</strong> furono successivamente ospitati all’asilo-nido municipale di Grenoble.<br />

Anto<strong>in</strong>ette Brun, direttrice dell’asilo,_f<strong>in</strong>ita <strong>la</strong> guerra nel 1945, prima si oppose al<strong>la</strong> riconsegna dei<br />

<strong>bamb<strong>in</strong>i</strong> al<strong>la</strong> sorel<strong>la</strong> del<strong>la</strong> madre Annie (<strong>durante</strong> <strong>la</strong> guerra rifugiatasi <strong>in</strong> Nuova Ze<strong>la</strong>nda), poi riuscì a<br />

farsi nom<strong>in</strong>are tutrice, e nel 1948 li fece addirittura battezzare. L’affaire si risolse nel 1953 con <strong>la</strong><br />

riconsegna dei <strong>bamb<strong>in</strong>i</strong> ai parenti rimasti, dopo asprissime vicende civili e giudiziarie che co<strong>in</strong>volsero<br />

le più alte sfere politiche e religiose di Francia, Spagna e Santa Sede.<br />

3 L’OSE (Œuvre de secours aux enfants) a metà dicembre del 1944 stimò fossero 2500 i <strong>bamb<strong>in</strong>i</strong> orfani<br />

di genitori deportati. R. Poznanski, Les Juifs en France pendant <strong>la</strong> Seconde Guerre mondiale,<br />

Hachette, Paris 1997, p. 554.<br />

4 È stato prodotto nel 2007, per il canale France 3, il documentario “L’affaire F<strong>in</strong>aly” mentre, France 2,<br />

ha prodotto un film per <strong>la</strong> tv andato <strong>in</strong> onda nel novembre 2008. Per <strong>la</strong> bibliografia si veda <strong>in</strong>vece: F.<br />

Lacaf, C. Poujol, Les enfants cachés. L'affaire F<strong>in</strong>aly, bande-dess<strong>in</strong>ée par scénariste, éditions Berg<br />

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