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difese - ARIELE - Associazione Italiana di psicosocioanalisi

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STATI EMOTIVI E<br />

MECCANISMI<br />

DI DIFESA<br />

Dott.ssa Mara Tisi<br />

4 <strong>di</strong>cembre 2011 – Master <strong>ARIELE</strong>


Relazioni interpersonali ed emozioni<br />

• La relazione tra 2 persone può essere ostacolata da<br />

RESISTENZE nostre o altrui resistenze razionali<br />

e resistenze inconsce<br />

• Spesso alla base delle resistenze inconsce c’è una<br />

gamma <strong>di</strong> emozioni che si possono sintetizzare con<br />

il termine PAURA: preoccupazione, ansia, angoscia,<br />

timore, terrore, panico …<br />

• Differenza tra PAURA e ANGOSCIA/ANSIA


Ansie <strong>di</strong> base / Angosce primitive<br />

Collegate a fasi <strong>di</strong> sviluppo primitivi<br />

• Ansia confusionale: originata da una sensazione <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>stintività tra le facoltà percettive e gli oggetti (cose e<br />

persone) percepiti (all’estremo: vissuti <strong>di</strong> fusionalità<br />

simbiotica) – Fase cosiddetta “autistica/simbiotica”<br />

• Ansia persecutoria: originata dalla sensazione <strong>di</strong> essere<br />

minacciati dal mondo esterno – Fase cosiddetta<br />

“schizoparanoide”<br />

• Ansia depressiva: sentimento <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta connesso con il<br />

sentimento <strong>di</strong> colpa <strong>di</strong> aver danneggiato l’”oggetto<br />

d’amore” – Fase cosiddetta “depressiva”


LE “DIFESE”<br />

• Il concetto <strong>di</strong> “<strong>di</strong>fesa” fu la prima grande scoperta<br />

della psicoanalisi e resta uno dei suoi contributi<br />

principali (S. Freud, A. Freud, M. Klein, K. Horney …)<br />

• Sono operazioni psichiche, in parte inconsce, messe<br />

in atto per ridurre o sopprimere ogni turbativa che<br />

possa mettere in pericolo l’integrità dell’Io e il suo<br />

equilibrio interno HANNO UNA FUNZIONE<br />

ADATTIVA E FANNO PARTE DEL NOSTRO “MODO<br />

DI FUNZIONARE”!


• Quando agiscono per <strong>di</strong>fendere il Sé da una<br />

minaccia sono riconoscibili come “<strong><strong>di</strong>fese</strong>”<br />

• La persona che si comporta in modo <strong>di</strong>fensivo in<br />

genere cerca inconsciamente <strong>di</strong> ottenere uno o<br />

entrambi i seguenti obiettivi:<br />

1) evitare o comunque gestire un qualche<br />

sentimento intenso e minaccioso, <strong>di</strong> solito<br />

l’angoscia, a volte un dolore insopportabile o altre<br />

esperienze emotive <strong>di</strong>sorganizzanti;<br />

2) mantenere l’autostima.


Una possibile <strong>di</strong>stinzione tra<br />

meccanismi <strong>di</strong>fensivi<br />

DIFESE “PRIMITIVE” O<br />

PRIMARIE<br />

• Operano in modo globale e<br />

in<strong>di</strong>fferenziato in tutta la <strong>di</strong>mensione<br />

sensoriale della persona, fondendo<br />

<strong>di</strong>mensioni cognitive, affettive e<br />

comportamentali.<br />

• Sono i mo<strong>di</strong> in cui noi riteniamo che il<br />

bambino piccolo percepisca<br />

naturalmente il mondo. Tali modalità<br />

<strong>di</strong> esperienza sono considerate<br />

presenti in tutti noi, che si abbia o no<br />

una patologia significativa<br />

DIFESE “MATURE” O<br />

SECONDARIE<br />

• Operano trasformazioni specifiche<br />

del pensiero, del sentimento, della<br />

sensazione, del comportamento o <strong>di</strong><br />

una loro qualche combinazione.<br />

• È l’assenza <strong>di</strong> <strong><strong>di</strong>fese</strong> mature e non la<br />

presenza anche <strong>di</strong> quelle primitive<br />

che definisce la struttura patologica


Alcuni esempi <strong>di</strong> <strong><strong>di</strong>fese</strong> più “primitive”:<br />

• NEGAZIONE O DINIEGO<br />

Meccanismo inconscio per cui ci si rifiuta <strong>di</strong> riconoscere<br />

esperienze penose, dati <strong>di</strong> realtà o aspetti <strong>di</strong> sé o del mondo<br />

percettivo che risultano terribilmente <strong>di</strong>sturbanti.<br />

Molti <strong>di</strong> noi utilizzano in qualche misura il <strong>di</strong>niego,<br />

principalmente per rendere la vita meno sgradevole (es. quando<br />

<strong>di</strong> fronte ad una brutta notizia ci scappa <strong>di</strong> <strong>di</strong>re: “Oh, no!”).<br />

• IDEALIZZAZIONE (E SVALUTAZIONE) PRIMITIVA<br />

Tutti noi idealizziamo, portandoci <strong>di</strong>etro residui del bisogno <strong>di</strong> attribuire un<br />

valore e un potere speciale alle persone da cui <strong>di</strong>pen<strong>di</strong>amo emotivamente,<br />

ma in certe persone il bisogno <strong>di</strong> idealizzare sembra relativamente<br />

immo<strong>di</strong>ficato dall’infanzia. Quanto più si è o ci si sente <strong>di</strong>pendenti, tanto<br />

maggiore è la tentazione a idealizzare ( idea che bisogna perfezionare il<br />

Sé, piuttosto che accettarlo). La svalutazione primitiva è l’inevitabile opposto<br />

del bisogno <strong>di</strong> idealizzare e quanto più un oggetto è idealizzato, tanto più<br />

ra<strong>di</strong>cale è la svalutazione cui andrà incontro.


• PROIEZIONE ED INTROIEZIONE<br />

Proiezione ed introiezione rappresentano i lati opposti della stessa medaglia:<br />

a) La PROIEZIONE è il processo per cui qualcosa <strong>di</strong> interno viene considerato<br />

proveniente dall’esterno. Nelle sue forme positive e mature, è la base<br />

dell’empatia; quando però gli atteggiamenti proiettati <strong>di</strong>storcono<br />

gravemente l’oggetto ( = altra persona) su cui vengono proiettati o<br />

quando ciò che è proiettato consiste <strong>di</strong> parti ripu<strong>di</strong>ate e altamente<br />

negative del Sé, insorgono <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> ogni tipo.<br />

b) L’INTROIEZIONE è il processo per cui si considera proveniente<br />

dall’interno qualcosa che in realtà è esterno, ed è stato assunto ed<br />

assimilato come parte <strong>di</strong> se stessi. Nelle sue forme benigne, equivale ad<br />

un’identificazione primitiva con le altre persone importanti (es. il bambino<br />

piccolo prima ancora <strong>di</strong> desiderare <strong>di</strong> essere come mamma o papà,<br />

sembra averli “ingoiati” in qualche modo primitivo). Nelle sue forme<br />

problematiche , l’introiezione è, come la proiezione, un processo molto<br />

<strong>di</strong>struttivo.


• IDENTIFICAZIONE PROIETTIVA<br />

È un meccanismo particolarmente potente e <strong>di</strong>fficile da identificare e<br />

gestire.<br />

È un processo inconscio attraverso il quale aspetti propri vengono<br />

<strong>di</strong>sconosciuti e attribuiti a qualcun altro, ma in questo caso il soggetto<br />

A non si limita a proiettare nel soggetto B parti <strong>di</strong> sé e a vederlo quin<strong>di</strong><br />

in un’ottica <strong>di</strong>storta, ma ottiene anche che B inconsciamente inizi a<br />

sentirsi/comportarsi come vuole la fantasia inconscia <strong>di</strong> A,<br />

rispondendo alla pressione interpersonale esercitata da A.<br />

Il materiale proiettato in B viene generalmente mo<strong>di</strong>ficato da B ed in<br />

seguito “restituito” ad A che lo reintroietta.<br />

Questo meccanismo agisce nella vita <strong>di</strong> tutti i giorni in mo<strong>di</strong> sottili ed anche<br />

benigni, ad es. quando ciò che viene proiettato, e con cui ci si identifica,<br />

implica sentimenti <strong>di</strong> amore e <strong>di</strong> gioia (contagio emotivo positivo). Anche<br />

quando il contenuto della proiezione ha connotazioni negative, se il processo<br />

non è inesorabile o particolarmente intenso ed è modulato da altri processi<br />

interpersonali <strong>di</strong> tipo più evoluto, non è eccessivamente dannoso.


continua<br />

Quando però <strong>di</strong>venta il meccanismo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa più utilizzato da<br />

una persona, ci ritroveremo molto probabilmente <strong>di</strong> fronte ad<br />

una persona seriamente <strong>di</strong>sturbata.<br />

• SCISSIONE<br />

Meccanismo che <strong>di</strong>fende dall’angoscia determinata<br />

dall’ambivalenza e separa quin<strong>di</strong> attivamente gli uni dagli altri i<br />

sentimenti contrad<strong>di</strong>ttori e le parti “buone” dalle parti “cattive”<br />

<strong>di</strong> Sé o degli altri si percepisce sé o l’altro o totalmente buono<br />

o totalmente cattivo, poiché l’ambivalenza non è pensabile.


Alcuni esempi <strong>di</strong> <strong><strong>di</strong>fese</strong> più “mature”:<br />

• RIMOZIONE<br />

Meccanismo che consiste nell’espellere e nel tener lontano dalla coscienza<br />

qualcosa <strong>di</strong> terribile o <strong>di</strong> inappropriato (ad es. una pulsione, il cui<br />

sod<strong>di</strong>sfacimento sarebbe in contrasto con altre esigenze psichiche).<br />

Può <strong>di</strong>ventare problematica se fallisce nella sua funzione <strong>di</strong> allontanare<br />

efficacemente dalla coscienza le idee <strong>di</strong>sturbanti e <strong>di</strong> permettere alla<br />

persona <strong>di</strong> adattarsi alla realtà , o se elimina alcuni aspetti postivi della vita.<br />

• RAZIONALIZZAZIONE<br />

Meccanismo tramite il quale aggreghiamo ragioni plausibili (non<br />

necessariamente vere) al fine <strong>di</strong> convincerci <strong>di</strong> una certa azione o <strong>di</strong> una certa<br />

idea nel momento in cui viene minacciata dalla nostra censura o da una censura<br />

altrui. Entra in gioco sia quando non riusciamo ad ottenere qualcosa che<br />

vogliamo e retrospettivamente conclu<strong>di</strong>amo che non era poi così desiderabile,<br />

sia quando accade qualcosa <strong>di</strong> spiacevole e deci<strong>di</strong>amo che, in fin dei conti, non<br />

era poi così grave. Quanto più una persona è intelligente e creativa, tanto più è<br />

probabile che sia abile nelle razionalizzazioni. Il suo inconveniente è che ogni<br />

cosa può essere, e <strong>di</strong> fatto è, razionalizzata.


• COMPARTIMENTALIZZAZIONE<br />

È un tipo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa intellettuale che permette a due con<strong>di</strong>zioni in<br />

conflitto <strong>di</strong> esistere senza creare confusione, sensi <strong>di</strong> colpa,<br />

vergogna o angoscia sul piano cosciente. Il soggetto non coglie<br />

la contrad<strong>di</strong>zione e se messa <strong>di</strong> fronte alla realtà del suo<br />

comportamento eliminerà le contrad<strong>di</strong>zioni con la<br />

razionalizzazione.<br />

• SPOSTAMENTO<br />

Meccanismo per cui i sentimenti relativi ad una data persona<br />

vengono rein<strong>di</strong>rizzati verso un’altra, poiché la <strong>di</strong>rezione<br />

originaria per qualche ragione provoca ansia (es. l’uomo<br />

strapazzato dal principale torna a casa e inveisce contro la<br />

moglie, che a sua volta sgrida i figli, che prendono a calci il cane)


• SOMATIZZAZIONE<br />

Meccanismo che comporta il trasferimento <strong>di</strong> sentimenti<br />

dolorosi a parti del corpo.<br />

• FORMAZIONE REATTIVA<br />

Meccanismo che consiste nel tenere lontano un desiderio o<br />

impulso inaccettabile (ad es. un sentimento aggressivo),<br />

adottando un tratto <strong>di</strong> carattere <strong>di</strong> tipo <strong>di</strong>ametralmente<br />

opposto (es. eccesso <strong>di</strong> sollecitu<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong> con<strong>di</strong>scendenza).<br />

È tipico della formazione reattiva che qualcosa dell’affetto<br />

ripu<strong>di</strong>ato “penetri” nella <strong>di</strong>fesa; infatti chi osserva può<br />

percepire che c’è qualcosa <strong>di</strong> “eccessivo” o <strong>di</strong> “falso” della<br />

<strong>di</strong>sposizione emotiva cosciente.


• MESSA IN ATTO (ACTING OUT)<br />

Tentativo <strong>di</strong> evitare <strong>di</strong> confrontarsi con i propri conflitti inconsci, cercando<br />

soluzioni sul piano <strong>di</strong> realtà, allo scopo <strong>di</strong> risolvere con azioni un conflitto<br />

interiore che non si vuol riconoscere. Mettendo in atto scenari anche<br />

spaventosi, la persona inconsciamente angosciata converte la passività in<br />

attività, trasformando un senso <strong>di</strong> impotenza e vulnerabilità in un’esperienza<br />

<strong>di</strong> azione e potere.<br />

• IDENTIFICAZIONE<br />

Operazione deliberata, a un livello maturo, anche se ancora parzialmente<br />

inconscia, <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare come un’altra persona (assunzione selettiva delle<br />

caratteristiche <strong>di</strong> un’altra persona). Può avere effetti positivi o negativi a<br />

seconda <strong>di</strong> chi sia l’oggetto <strong>di</strong> identificazione. Viene usata più<br />

frequentemente come <strong>di</strong>fesa quando una persona si trova in una con<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> tensione emotiva. Una morte o una per<strong>di</strong>ta favoriranno un’identificazione,<br />

sia con l’oggetto d’amore assente, sia con coloro che ne prendono il posto nel<br />

mondo emotivo del “sopravvissuto”.


• SUBLIMAZIONE<br />

Processo tramite il quale una pulsione sessuale o aggressiva<br />

viene incanalata verso una meta non sessuale o non aggressiva,<br />

che trova una valorizzazione a livello sociale (es. il dentista<br />

sublima pulsioni sa<strong>di</strong>che, un artista sublima pulsioni<br />

esibizionistiche, un avvocato sublima il desiderio <strong>di</strong> uccidere i<br />

suoi nemici …)<br />

• UMORISMO<br />

Capacità <strong>di</strong> prendere in giro giocosamente se stessi e la<br />

situazione nella quale ci si trova


EMOZIONI USATE IN MODO DIFENSIVO<br />

• Senso <strong>di</strong> colpa<br />

È sempre e comunque una <strong>di</strong>fesa irrazionale che serve per<br />

proteggersi dal dolore o da una frustrazione. In alcuni casi<br />

potrebbe servire a mantenere un’immagine <strong>di</strong> sé onnipotente<br />

(avere delle colpe significa avere un potere, aiuta a non sentirsi<br />

impotenti), in altri casi potrebbe servire per ottenere<br />

(pseudo)affetto sotto forma <strong>di</strong> interventi consolatori, sostegno,<br />

comprensione.<br />

• Depressione (<strong>di</strong>sturbo emotivo)<br />

Intesa come insieme <strong>di</strong> azioni emotive irrazionali che vengono<br />

usate <strong>di</strong>fensivamente allo scopo <strong>di</strong> evitare un confronto con<br />

situazioni e vissuti dolorosi percepiti come intollerabili.<br />

In tutti gli stati depressivi (dai più fisiologici a quelli più patologici)<br />

vi è un abbassamento del tono dell’umore, un’alterazione o<br />

riduzione o focalizzazione dei processi ideativi ed una limitazione<br />

della <strong>di</strong>sponibilità ad agire (es. rallentamento motorio);


Continua<br />

la persona si contrae, si ritrae, agisce in modalità apparentemente passive<br />

per non integrare delle esperienze o dei vissuti <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta, <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne e<br />

<strong>di</strong> tristezza; non aggre<strong>di</strong>sce la realtà perché pretende che la realtà cambi<br />

e non empatizza con nessuno perché è impegnata nella gestione (e nella<br />

negazione) <strong>di</strong> un suo vissuto terribile.<br />

• Euforia<br />

Varie sfumature emotive caratterizzate da una sensazione <strong>di</strong><br />

impermeabilità al dolore e <strong>di</strong> non <strong>di</strong>pendenza dagli altri (il dolore può<br />

essere esplicitamente ammesso ma senza alcun contatto emotivo). Si<br />

sottolinea la propria autonomia o il proprio potere sull’ambiente<br />

circostante (che può sconfinare in un certo senso <strong>di</strong> onnipotenza), si<br />

criticano persone frustranti che potrebbero ledere la propria autostima e<br />

si tende a <strong>di</strong>stanziarsene, si esibisce un ottimismo non giustificato: in vari<br />

mo<strong>di</strong> la persona cerca così <strong>di</strong> ridurre la percezione della sua vulnerabilità,<br />

<strong>di</strong>staccandosi dalla realtà.


ED ORA…<br />

METTIAMOCI IN<br />

GIOCO!!<br />

L’agenzia <strong>di</strong> viaggi<br />

del dott.Org!


CONSIDERAZIONI - OSSERVAZIONI<br />

• Come ci siamo sentiti durante il gioco?<br />

• Abbiamo osservato in altri un comportamento<br />

che poteva essere determinato da qualche<br />

meccanismo <strong>di</strong>fensivo personale?<br />

• E in noi?<br />

• Secondo la nostra sensazione, si sono<br />

verificate delle “<strong>di</strong>namiche <strong>di</strong>fensive” nel<br />

gruppo <strong>di</strong> lavoro del dott. Org? Se sì, come le<br />

potremmo definire?


DIsse E. JAQUES …<br />

• I RAPPORTI SOCIALI presentano caratteristiche<br />

simili a quelle che improntano la relazione<br />

primaria tra il bambino e la madre e i meccanismi <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fesa messi in atto per fronteggiare l’angoscia<br />

emergente da tale relazione.<br />

Le DIFESE sono un fenomeno intrapsichico<br />

in<strong>di</strong>viduale, ma sono anche il modo con cui il<br />

singolo viene ad interagire con gli altri, all’interno<br />

<strong>di</strong> ogni organizzazione, portando con sé un proprio,<br />

personale stile <strong>di</strong>fensivo.


DIsse E. JAQUES …<br />

• Ogni istituzione presenta, accanto alle funzioni e agli<br />

obiettivi <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong>chiarati, una seconda finalità<br />

inconscia che è quella <strong>di</strong> SOSTEGNO E DIFESA DEI<br />

PROPRI MEMBRI CONTRO L’EMERGENZA DI<br />

ANGOSCE PRIMITIVE.<br />

Due scopi delle organizzazioni:<br />

1) conseguimento del compito primario (obiettivo al cui fine è stata<br />

preor<strong>di</strong>nata la creazione dell’organizzazione e che deve essere<br />

assolutamente conseguito: mission o core-business);<br />

2) <strong>di</strong>fesa dei loro membri dalle ansie originarie <strong>di</strong> base (uso <strong>di</strong>fensivo<br />

dell’organizzazione da parte dei membri, che si servono <strong>di</strong> questa<br />

per <strong>di</strong>fendersi dal ripresentarsi <strong>di</strong> esperienze dolorose ed<br />

ansiogene primarie, rinnovate dall’esperienza organizzativa).


DIsse E. JAQUES …<br />

• L’esperienza organizzativa tende anch’essa a<br />

formare dei meccanismi <strong>di</strong>fensivi collettivi,<br />

gruppali.<br />

• I MECCANISMI SOCIALI DI DIFESA possono<br />

finire per acquisire caratteristiche <strong>di</strong><br />

oggettività, tali da definire stili <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa<br />

specifici <strong>di</strong> una determinata organizzazione<br />

cultura <strong>di</strong>fensiva <strong>di</strong> un’organizzazione.


Ai NOStri giOrNi …<br />

• … i soggetti umani operanti nelle organizzazioni,<br />

preda <strong>di</strong> angosce catastrofiche (implementate dalla<br />

“società del rischio”), agiscono ancora <strong>di</strong> più una serie <strong>di</strong><br />

meccanismi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa, che li ripara da ogni ambiguità, da<br />

ogni incertezza, rischiando però così <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re<br />

l’azione (ed è attraverso l’azione che le persone che<br />

lavorano possono <strong>di</strong>venire responsabili e soggetti <strong>di</strong> sé!);<br />

inoltre il confronto con compiti primari sfidanti<br />

all’interno <strong>di</strong> esperienze organizzative sempre più<br />

destrutturate rischia <strong>di</strong> portare all’istituzionalizzazione<br />

<strong>di</strong> meccanismi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa psichici molto primitivi<br />

all’interno dell’organizzazione stessa.


… COME ALLOrA!<br />

• I problemi e le <strong>di</strong>fficoltà che sorgono in un’istituzione<br />

sono imputabili a tensioni che hanno in gran parte<br />

origine inconscia e sono leggibili come “resistenze <strong>di</strong><br />

gruppi <strong>di</strong> persone che inconsciamente si aggrappano<br />

all’istituzione <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>spongono, perché i mutamenti nei<br />

rapporti sociali minacciano <strong>di</strong> turbare preesistenti <strong><strong>di</strong>fese</strong><br />

sociali contro l’ansia psicotica” (Jaques, 1950)<br />

• L’intervento socio analitico si rende necessario quando<br />

i meccanismi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa arcaici adottati per fronteggiare<br />

l’angoscia falliscono nel loro scopo protettivo e<br />

funzionale, determinando una situazione <strong>di</strong> crisi<br />

nell’istituzione


Meccanismi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa nelle organizzazioni<br />

Tentativo <strong>di</strong> collocazione dei principali meccanismi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa istituzionali agiti, secondo il punto<br />

<strong>di</strong> vista <strong>di</strong> osservazione della PSOA, nell’esperienza organizzativa contemporanea, accostandoli<br />

alle tre ansie <strong>di</strong> base:<br />

Ansie <strong>di</strong> base Meccanismi i <strong>di</strong>fesa tipici<br />

Ansia confusionale Fusionalità<br />

Resistenza al cambiamento<br />

Desistenza e auto-invi<strong>di</strong>a*<br />

Autoritarismo e chiusura culturale<br />

Riferimento acritico al contesto culturale <strong>di</strong> appartenenza<br />

Negazione della molteplicità interna<br />

Narcisismo e ipertrofia egoica<br />

Ansia persecutoria Scissione<br />

Negazione<br />

Proiezione/Introiezione<br />

Idealizzazione (positiva o negativa)<br />

Ansia depressiva Controllo ossessivo/onnipotente<br />

Iperautovalutazione positiva<br />

Difese maniacali (<strong>di</strong>sprezzo, trionfo, dominio)


DUE PAROLE SULLA CULTURA DIFENSIVA<br />

DI UN’OrgANiZZAZiONE<br />

• Nell’ambito del processo organizzativo,<br />

l’IDENTIFICAZIONE PROIETTIVA svolge una<br />

funzione molto importante (in quanto il gioco reciproco<br />

delle proiezioni e delle introiezioni è fonte <strong>di</strong> attenuazione<br />

delle ansie relative allo svolgimento del compito primario)<br />

• Col crescere delle <strong>di</strong>mensioni organizzative il gioco delle<br />

identificazioni proiettive tende a farsi così intricato da<br />

<strong>di</strong>ventare esso stesso fattore <strong>di</strong> ulteriore crisi a livello<br />

in<strong>di</strong>viduale ed istituzionale le gran<strong>di</strong> organizzazioni<br />

sono più esposte ad ansie intense e primitive


• Il processo <strong>di</strong> ISTITUZIONALIZZAZIONE è la più<br />

complessa risposta <strong>di</strong>fensiva <strong>di</strong> un gruppo esposto ad<br />

angosce violente!<br />

Si attua me<strong>di</strong>ante una serie <strong>di</strong> misure tendenti alla stabilizzazione e<br />

all’articolazione del macro-gruppo in una serie numerosa <strong>di</strong> sotto-unità<br />

istituzionali, in grado <strong>di</strong> ripartire il carico complessivo <strong>di</strong> ansie legato al<br />

compito primario tra le singole parti che compongono l’organizzazione<br />

nel suo insieme.<br />

ALTRI POSSIBILI ESEMPI DI MECCANISMI DIFENSIVI ISTITUZIONALI:<br />

• BUROCRATIZZAZIONE<br />

• BLAMING GAME: la ricerca <strong>di</strong> capri espiatori<br />

• ….


GRAZIE PER<br />

L’ATTENZIONE!<br />

maratisi@hotmail.com

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