03.06.2013 Views

Protocollo Rapporto Parsec - ASL Varese

Protocollo Rapporto Parsec - ASL Varese

Protocollo Rapporto Parsec - ASL Varese

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Protocollo</strong> per la presa in carico di donne<br />

tossicodipendenti in gravidanza<br />

La condizione di gravidanza per le donne dipendenti da sostanze illegali o in terapia<br />

metadonica presso strutture terapeutiche richiede l’attivazione di percorsi di accesso<br />

che siano caratterizzati sia dall’integrazione dei servizi preposti, sia dalla precocità<br />

dell’intervento sulla condizione della donna, tanto dal punto di vista delle condizioni<br />

fisiche che sociali e psicologiche.<br />

L’esperienza del progetto “Valutazione dei programmi di assistenza rivolti alle donne<br />

tossicodipendenti e ai loro figli” ha permesso da un lato di individuare elementi che<br />

riguardano le situazioni delle donne, dall’altro considerazioni riguardanti l’attivazione<br />

dei servizi territoriali, siano essi già in rete o no, che consentano tali percorsi, fino ad<br />

giungere all’elaborazione di un protocollo che tenga tutti i fattori emersi in<br />

considerazione. Nell'ambito della ricerca, la scelta di focalizzare l’attenzione sulla<br />

tossicodipendenza da eroina (come sostanza principale) è risultata necessaria per<br />

individuare un’utenza relativamente omogenea, rispetto a cui valutare la funzionalità<br />

dei servizi di assistenza.<br />

La tossicodipendenza da eroina incide di fatto sulle condizioni della gravidanza con<br />

modalità ormai note agli operatori dei servizi. Lo studio dei problemi connessi alle<br />

nuove droghe è in questo senso più “arretrato”, e in particolare la riflessione di genere<br />

sulla tossicodipendenza è stata finora condotta sulle tossicodipendenti da eroina. E'<br />

sembrato quindi più importante collegare tale riflessione con le pratiche di intervento<br />

dei servizi (anch’essi sviluppatisi seguendo la tossicodipendenza da eroina come<br />

fenomeno principale) piuttosto che allargarla alle altre tossicodipendenze.<br />

Il primo dato che si vuole sottolineare è quello di un panorama nazionale che<br />

testimonia il progressivo aumento, negli ultimi dieci anni, della presenza di figli di<br />

genitori tossicodipendenti, siano essi i padri, le madri o entrambi i membri della coppia.<br />

Questo dato ha iniziato solo tardivamente a suscitare l’attenzione degli operatori del<br />

settore, impreparati a dedicare attenzione ai minori che, progressivamente,<br />

“comparivano” al fianco dei genitori che si recavano presso i servizi territoriali.<br />

L’aumento della genitorialità tra i tossicodipendenti è un fenomeno da inquadrare tanto<br />

all’interno della continuità del fenomeno della tossicodipendenza, che determina<br />

l’invecchiamento della popolazione ad esso relativa, quanto alle modificazioni che si<br />

registrano nello stesso: nuovi consumi, nuove modalità di consumo, nuovi stili di vita<br />

ad esso associati. E’ possibile quindi riscontrare, accanto a figure di tossicodipendenti<br />

“storici” che associano ad una persistente dipendenza da sostanze illegali degli stili di<br />

vita estremamente marginali e disagiati, altre condizioni di abuso connotate però da<br />

una maggiore regolarità nella vita sociale e da un buon rapporto con i servizi di cura<br />

territoriali. In questi casi si può quindi registrare da parte di tali soggetti un<br />

mantenimento di ruoli, sociali o professionali, sufficientemente adeguati, ed è<br />

principalmente questo uno degli aspetti che rendono più complessa la valutazione circa<br />

le loro potenziali capacità genitoriali.<br />

118


E’ infatti condivisibile la considerazione che vede i figli di persone tossicodipendenti in<br />

condizioni di sofferenza, legate ai comportamenti di dipendenza e alle distorsioni<br />

relazionali interne al nucleo familiare, prospettiva prevalentemente supportata dai<br />

servizi di tutela dei minori. D’altro canto è sempre più riconosciuta l’importanza di<br />

un’attenta valutazione delle capacità genitoriali nonché delle risorse esistenti nel nucleo<br />

familiare e nella sua rete di prossimità, al fine di rendere possibile la tutela della diade<br />

madre-bambino ed evitare l’allontanamento di quest’ultimo dai genitori naturali.<br />

Sulla base di quanto elaborato, ad esempio, attraverso l’esperienza della Regione<br />

Piemonte (Gruppo di lavoro su tossicodipendenza e maternità), è opportuno<br />

considerare all’interno di un protocollo di intervento gli aspetti medici, sociali,<br />

psicologici nonché legali della situazione di gravidanza e della maternità delle pazienti<br />

tossicodipendenti. L’esperienza di altri gruppi di lavoro costituitisi in diversi contesti<br />

locali intorno alla medesima problematica consente altresì di evidenziare le specifiche<br />

funzioni dei singoli servizi territoriali e le necessarie integrazioni tra questi.<br />

Il lavoro di condivisione di linguaggi e di modalità operative ha come obiettivo generale<br />

quello di garantire la continuità della presa in carico della donna tossicodipendente<br />

durante la gravidanza, il parto e il post partum e la presa in carico, per il neonato, delle<br />

situazioni di rischio psico-sociale e sanitario. Si sottolinea a questo proposito come<br />

nelle situazioni analizzate nel corso della ricerca, definibili come buone prassi, si<br />

riscontri l’adozione di una pratica di "case care" integrato, sulla base del quale singoli<br />

operatori dei diversi servizi costituiscono i punti nodali di un’équipe di lavoro sul caso.<br />

Tale équipe può beneficiare a sua volta di una supervisione da parte di un comitato<br />

territoriale che in maniera più continuativa si riunisce per la valutazione e<br />

l’orientamento degli interventi di prevenzione e di cura delle situazioni di gravidanza in<br />

condizione di tossicodipendenza.<br />

Obiettivi specifici del protocollo sono quindi:<br />

La descrizione delle modalità della presa in carico nella gestazione, nel parto e<br />

nel post partum e nei bambini dopo la nascita;<br />

la definizione dei criteri di valutazione delle possibilità di permettere e - se<br />

necessario - favorire la permanenza del bambino all’interno della famiglia;<br />

il ruolo e le responsabilità degli operatori nei singoli servizi nel monitoraggio<br />

della situazione e nell’intervento immediato in caso di rischio della madre o del<br />

bambino;<br />

l’acquisizione di un linguaggio e di un approccio comune da parte dei diversi<br />

servizi per agevolare la comunicazione sia tra gli operatori che verso la donna o<br />

la coppia.<br />

I passaggi costitutivi del percorso qui disegnato prevedono:<br />

1. il trattamento ostetrico e tossicologico della paziente, sia essa già seguita dal<br />

SerT sia se non è in carico presso un SerT; tale fase prevede la precoce attivazione da<br />

un lato del SerT nei confronti dei servizi socio-sanitari territoriali ed ospedalieri nel<br />

primo caso, e viceversa dell’ambulatorio ostetrico che accoglie la donna in gravidanza<br />

nei confronti del SerT dall’altro;<br />

119


2. la definizione degli obiettivi relativi alle condizioni sociali della madre o della<br />

coppia tossicodipendente, legata alla valutazione dei rischi sociali connessi alla<br />

situazione e mirati al sostegno per l’attivazione sia delle risorse personali che dei<br />

possibili interventi di tutela del neonato in condizioni di inadeguatezza genitoriale;<br />

3. l’attivazione di un intervento psicologico e sociale che coniughi le funzioni di<br />

controllo con quelle del trattamento, laddove possibile, per definire una diagnosi di<br />

adeguatezza genitoriale e l’eventuale possibilità di cura e di recupero delle possibili<br />

carenze manifeste della madre o della coppia.<br />

Nell’esposizione del protocollo e delle sue articolazioni è opportuno considerare altri<br />

elementi problematici che, nella pratica dell’intervento, portano di norma a uno<br />

scollamento della teoria dalla realtà dei servizi.<br />

Un dato che emerge è infatti la difficoltà dei servizi ad operare in collaborazione tra<br />

loro. La diversa prospettiva dei servizi per adulti e per i minori li pone nella posizione di<br />

considerare ognuno la tutela della propria utenza, creando un’opposizione tra servizi di<br />

cura del bambino e dell’adulto. La difficoltà però non emerge solo tra i servizi ma<br />

anche tra le diverse figure professionali all’interno di uno stesso servizio, e a volte,<br />

nonostante la professionalità e l’esperienza, all’interno della stessa figura si possono<br />

riscontrare aspetti ambivalenti.<br />

È importante nell’elaborazione del progetto, quindi, adottare una comunicazione<br />

coordinata chiara ed esplicita, che eviti false illusioni ed aspettative che potrebbero<br />

incorrere in delusioni successive e involuzioni comportamentali, ed evitare<br />

atteggiamenti tendenti alla delega di funzioni che potrebbero essere svolte<br />

autonomamente.<br />

La necessità di acquisizione di un linguaggio e una prospettiva condivisa, già difficile<br />

all’interno di un’équipe omogenea, rischia di divenire “disfunzionale” e “dispersiva”<br />

qualora si operi tra più équipe multidisciplinari e richiede pertanto un raccordo costante<br />

e dei referenti ben definiti. Considerando inoltre la capacità di “manipolazione” e di<br />

“triangolazione” di parte dell’utenza presa in considerazione, le direttive del protocollo<br />

devono esser condivise all’origine e seguite in modo unitario da tutti i componenti che<br />

seguono il caso.<br />

Un altro dei dati emerso come problematico nella gestione dei casi, per l’intersecarsi<br />

delle funzioni delle diverse équipe, è l’accompagnamento alla dismissione dall’ospedale<br />

della madre e del bambino poiché prevede un percorso di cura e tutela di entrambi per<br />

il versante sanitario, sociale e psicologico, e legale. La valutazione della capacità<br />

genitoriale e delle potenzialità evolutive, spesso viene effettuata tardivamente e<br />

altrettanto spesso si generano confusioni su chi debba intervenire, innescando forti<br />

meccanismi di delega (ad esempio nel caso della necessità di segnalare un caso al<br />

Tribunale dei minori).<br />

120


Schema 1: Fase di aggancio, osservazione e avvio<br />

dell’interconnessione tra i servizi<br />

In carico al Ser.T.<br />

Consultorio familiare<br />

o altro servizio per<br />

adulti<br />

Raccolta delle informazioni e dei dati<br />

specificamente inerenti alla gravidanza<br />

Strumento utilizzato:<br />

cartella personale<br />

Donna td in gravidanza<br />

Ser.T.<br />

Si rivolge a uno dei seguenti servizi<br />

Servizi ospedalieri di<br />

ostetricia-ginecologia<br />

- Elaborazione relazione<br />

- Acquisizione del consenso della donna<br />

- Invio relazione agli altri servizi per la<br />

costruzione di un progetto integrato<br />

individualizzato<br />

- Invio donna (o coppia) agli altri servizi<br />

Servizi<br />

sociali per<br />

minori<br />

Prima osservazione e raccolta dati<br />

Strumento utilizzato:<br />

cartella personale<br />

121


Il momento dell’individuazione di una gravidanza nella donna tossicodipendente può<br />

avvenire presso il Sert che ha in carico la donna oppure, se questa non è già nota al<br />

servizio, presso altre strutture, quali il consultorio familiare, i servizi sociali, altri servizi<br />

territoriali a bassa soglia. Laddove esista già un precedente rapporto tra la donna e il<br />

servizio contattato si presuppone un avvio meno complesso della relazione di fiducia<br />

con i relativi operatori, nonché un intervento più tempestivo sulla situazione di abuso di<br />

sostanze.<br />

Qualsiasi sia il servizio a cui la donna tossicodipendente si rivolge, sia essa in stato di<br />

gravidanza avanzata (oltre il terzo mese) o meno, viene effettuata una prima<br />

osservazione e raccolta dati, ed è necessario attivare la comunicazione tra i diversi<br />

servizi territoriali pubblici ed eventualmente del privato sociale. La rapida<br />

comunicazione tra i servizi interessati al caso è infatti indispensabile alfine di<br />

permettere una valutazione delle condizioni e dei bisogni della donna, sia dal punto di<br />

vista psico-sociale che sanitario. Qualora la donna si trovi in una struttura residenziale<br />

sarà ugualmente opportuno il contatto con i servizi territoriali per la cura sanitaria e<br />

per l’eventuale trattamento tossicologico durante la gravidanza.<br />

Il servizio e il professionista che effettuano la prima raccolta dati dovrà inoltre<br />

introdurre il tema della genitorialità, spiegare cosa si intenda per progetto integrato<br />

con gli altri servizi presenti sul territorio, ottenere il consenso della donna (o della<br />

coppia) al progetto e inviare una relazione agli altri servizi, e in particolare:<br />

- al Ser.T<br />

- ai Servizi Sociali Territoriali per minori<br />

- ai Servizi Ospedalieri di ostetricia-ginecologia<br />

- altri servizi territoriali.<br />

Gli strumenti quindi da utilizzare fin dal primo contatto con la donna, e che nel tempo<br />

verranno integrati e monitorati dai diversi servizi che lavorano in rete in base alle<br />

specifiche competenze (evitando così ripetizioni e/o perdita di informazioni) sono:<br />

A. La cartella personale<br />

B. Il progetto individualizzato e familiare<br />

Per la diversa natura degli interventi e delle problematiche da affrontare, nonché per la<br />

variabilità delle figure e dei servizi coinvolti a seconda delle diverse situazioni, è<br />

prevista inoltre un’articolazione del progetto individuale attraverso tre diversi percorsi<br />

che interessano rispettivamente il trattamento in gravidanza, nella fase del parto e in<br />

quella del post-parto.<br />

A. La cartella personale<br />

La cartella personale dovrebbe contenere i dati relativi agli aspetti clinici, sociali,<br />

psicologici, legali della donna tossicodipendente (cfr. schema 2: cartella personale).<br />

Queste informazioni, che conterranno anche aspetti valutativi, verranno utilizzate per<br />

elaborare e monitorare il progetto individualizzato e familiare, nelle diverse fasi<br />

(gravidanza, parto, post-parto), attraverso riunioni periodiche possibilmente utilizzando<br />

come figura di raccordo tra i diversi servizi l’ Assistente Sociale del Ser.t qualora la<br />

donna giungesse ai servizi durante la gravidanza o l’Assistente Sociale dei Servizi<br />

122


Sociali Territoriali qualora emergesse il problema tossicodipendenza solo al momento<br />

del parto durante il ricovero ospedaliero.<br />

Le riunioni dovrebbero prevedere la partecipazione di un referente per servizio che<br />

segua il caso durante tutto l’arco dell’intervento. Laddove ciò sia possibile, sarebbe<br />

opportuno creare un équipe multidisciplinare permanente tra servizi pronta ad<br />

intervenire nei casi delle donne tossicodipendenti in gravidanza. Molto più frequente è<br />

la possibilità che l’équipe si crei “intorno al caso” specifico. Importate è comunque<br />

riuscire a mantenere un coordinamento tra i servizi da parte dell’Assistente Sociale e<br />

garantire delle riunioni di valutazione e monitoraggio.<br />

L’integrazione attraverso una cartella sul caso è fondamentale per evitare il ripetersi di<br />

continue raccolte dati e anamnesi. Infatti se pur è vero che diversi punti di vista<br />

permettono di evidenziare la complessità dei casi, le domande continue e ripetitive a<br />

cui vengono sottoposti gli utenti vanno spesso a svalutare l’intervento stesso, poiché<br />

danno all’utente il senso di frammentarietà e mancanza di comunicazione tra servizi<br />

(oltre che essere di per sé un dispendio di energia e a volte il sintomo di una mancanza<br />

di collaborazione e fiducia nelle competenze di ogni professionalità impegnata).<br />

La cartella personale “ideale” dovrebbe esser fruibile per via telematica dai referenti,<br />

che dovrebbero essere in possesso di una password d’accesso su ogni specifico caso.<br />

Nella pratica attuale le comunicazioni tra servizi e l’aggiornamento più facilmente<br />

verranno effettuate quasi esclusivamente attraverso le riunioni o l’invio di relazioni<br />

all’Assistente Sociale “capo fila” che avrà il compito di ricucire e aggiornare le<br />

informazioni presenti nella cartella e ri-inviarle successivamente agli altri servizi.<br />

Al momento della nascita del bambino la cartella personale della madre conterrà le<br />

informazioni riguardanti anche il neonato. Se però il bambino, successivamente, non<br />

rimarrà in seno alla famiglia di origine, sarà opportuno e necessario creare una nuova<br />

cartella individuale del minore stesso.<br />

123


Schema 2: la cartella personale<br />

Dati Clinici Dati Sociali Dati Psicologici Dati Legali<br />

Anamnesi<br />

familiare e<br />

personale<br />

Anamnesi<br />

tossicologi<br />

ca<br />

Trattamen<br />

ti tossicolo<br />

gici in corso<br />

Analisi sociofamiliare<br />

Valutazione delle<br />

carenze, delle<br />

risorse, delle<br />

competenze e delle<br />

motivazioni:<br />

individuali, di<br />

coppia, della<br />

famiglia allargata e<br />

sociali<br />

Storia della<br />

relazione con il<br />

servizio<br />

Trattamenti sociali<br />

in corso<br />

Anamnesi<br />

psicologica e<br />

sociale<br />

Valutazione delle<br />

motivazioni e<br />

delle aspettative<br />

nei confronti<br />

della gravidanza<br />

e del bambino<br />

Valutazione delle<br />

dinamiche di<br />

coppia e della<br />

famiglia allargata<br />

Storia della<br />

relazione con il<br />

servizio<br />

Psicodiagnosi<br />

Trattamenti<br />

psicologici in<br />

corso<br />

Raccolta dati sui<br />

precedenti<br />

penali,<br />

sospensioni di<br />

pena, carichi<br />

pendenti<br />

Precedenti casi<br />

di affidamento o<br />

adozione di figli<br />

Precedenti<br />

condotte<br />

pregiudizievoli a<br />

danno dei minori<br />

segnalate al<br />

Tribunale<br />

Procedure legali<br />

in corso<br />

124


B. Il progetto individualizzato<br />

Il progetto individualizzato si costruisce a partire dai bisogni evidenziati, dalle carenze<br />

riscontrate, dalle scelte individuali e/o condivise con l’équipe integrata, dallo scambio di<br />

informazioni e dall’accettazione da parte delle donna tossicodipendente dei diversi piani<br />

e opportunità possibili. Deve tenere conto di obiettivi reali, della gradualità del loro<br />

raggiungimento e della misurabilità degli obiettivi stessi. Il progetto andrà verificato<br />

periodicamente e adattato in base agli obiettivi raggiunti e agli ostacoli incontrati.<br />

La collaborazione dell’utente è fondamentale per il successo del progetto, dal momento<br />

che nessuna persona può essere aiutata dall’esterno senza la sua volontà. L’équipe<br />

integrata potrà essere un punto di riferimento, un sostegno, un aiuto ma non può e<br />

non deve sostituirsi alla donna stessa, anche per evitare due dei principali pericoli insiti<br />

nelle relazioni d’aiuto: la dipendenza e il burn-out (l’eccessivo coinvolgimento che<br />

impedisce un lavoro corretto).<br />

Nel lavoro con le donne tossicodipendenti in gravidanza questi due “pericoli” sono<br />

particolarmente presenti e vanno ad aggiungersi all’ambivalenza emotiva e<br />

comportamentale nei confronti della gravidanza e della rappresentazione del bambino<br />

da parte della donna che va dalla completa delega ai servizi, al rifiuto degli stessi<br />

vissuti come minacciosi. Brevemente, si può evidenziare come il bambino (e i servizi)<br />

possano esser vissuti e idealizzati come “salvatori” che da un lato permetteranno alla<br />

donna di ricostruirsi una vita, di attuare un cambiamento, di acquisire un nuovo<br />

“status”, di eliminare i sentimenti di noia e di vuoto spesso vissuti, e dall’altro<br />

rappresentare una “minaccia di cambiamento” non desiderato, un aumento degli stati<br />

depressivi (in parte fisiologici) e del cambiamento del proprio corpo (legato ai vissuti di<br />

femminilità) non accettati né maturati. Inoltre i servizi possono esser vissuti come<br />

pericolosi in quanto percepiti come prescrittivi e determinanti nel futuro del rapporto<br />

madre-bambino che potrebbe esserle tolto in base alle relazioni da questi presentate.<br />

Questa altalena comportamentale ed emotiva può comportare un rapporto con i servizi<br />

discontinuo e/o burrascoso, per cui sarà fondamentale definire ogni momento del<br />

progetto e rassicurarla su diversi aspetti, quali ad esempio il fatto che il trattamento<br />

tossicologico non sarà necessariamente di disassuefazione ma molto più probabilmente<br />

di mantenimento, ecc.<br />

Un aspetto quindi discriminante nella possibilità di realizzazione positiva di un percorso<br />

è quello dell’adesione della donna (o della coppia) al progetto. Rispetto all’obiettivo di<br />

coinvolgimento del/dei genitore/i, che permetterebbe un intervento precoce sulla<br />

crescita delle competenze genitoriali, tale mancata adesione fornisce, nelle<br />

comunicazioni tra i servizi, degli indicatori utili per la propria progettazione.<br />

1. Progetto individuale durante la gravidanza<br />

Il progetto individuale viene realizzato in base alla prima raccolta dati e all’analisi della<br />

domanda successiva (informazioni raccolte nella cartella personale). La donna<br />

tossicodipendente seguita dal Ser.T può aver già in precedenza aderito ad un<br />

trattamento metadonico, può non aver mai avuto un rapporto con il Ser.T o altrimenti<br />

125


aver avuto in passato un rapporto discontinuo e frammentario, e la stessa varietà di<br />

relazioni può aver avuto con gli altri servizi.<br />

In ogni caso le dovrebbe esser proposto un progetto globale, che presuma l’intervento<br />

integrato dei diversi servizi e che preveda:<br />

- Controlli ostetrici ambulatoriali<br />

- Trattamenti farmacologici<br />

- Trattamento psicologico<br />

- Trattamento sociale<br />

Questi trattamenti possono essere eseguiti da diversi servizi in base alle risorse<br />

presenti sul territorio, o ai precedenti contatti della donna, come evidenziato dai<br />

contenuti riportati negli schemi seguenti.<br />

Schema 3: controlli ostetrici<br />

Controlli ostetrici ambulatoriali<br />

Possono essere effettuati dai Servizi Ospedalieri di Ostetriciaginecologia<br />

oppure dall’ambulatorio Ginecologico del Consultorio<br />

Familiare. Consistono in:<br />

- esame obiettivo generale<br />

- visite ostetriche<br />

- profilassi infettivologica<br />

- esami di laboratorio<br />

- monitoraggio biochimico e biofisico della gravidanza<br />

- monitoraggio cardiotrografico ed ecografico<br />

- eventuale valutazione di un ricovero ospedaliero e timing del parto<br />

per individuazione precoce della sofferenza neonatale e il relativo<br />

trattamento<br />

126


La donna tossicodipendente spesso arriva ai servizi di ostetricia e ginecologia ad una<br />

fase già avanzata della gravidanza. L’irregolarità del mestruo e gli aborti precoci dovuti<br />

all’uso di sostanze e il non aver programmato l’evento portano infatti spesso al<br />

misconoscimento della gravidanza da parte della donna tossicodipendente. La<br />

gravidanza fra l’altro non si presenta priva di rischi e di complicanze e quindi va<br />

effettuato un continuo monitoraggio del feto e della donna.<br />

Le complicanze ostetriche che più frequentemente ricorrono sono correlate soprattutto<br />

all’assunzione irregolare di dosi elevate che portano a fenomeni di natura ischemica<br />

(distacchi placentari, aborti, parti prematuri), ma anche nei casi di assunzione regolare<br />

si possono presentare fenomeni ischemici responsabili di dismaturità e di sofferenza<br />

fetale. Altre complicazioni sullo sviluppo del feto possono essere di natura morfologica<br />

e neurologica - comportamentale che si possono evidenziare prima della nascita o<br />

anche ad anni di distanza dalla stessa.<br />

Informare la madre (o la coppia) della necessità e della prassi delle analisi, del<br />

monitoraggio e dell’andamento dello sviluppo del feto, quindi, oltre alla funzione di<br />

tutelare ovviamente la sua salute, ha il compito di renderla partecipe e consapevole<br />

della situazione e anche di responsabilizzarla e prepararla ad eventuali complicazioni<br />

che potranno verificarsi durante la gravidanza, il parto, il post-parto e l’allevamento<br />

successivo del bambino. Non è raro il caso in cui la madre impreparata abbia collegato<br />

solo alla sua incapacità di accudimento l’irrequietezza del neonato dovuta invece ad<br />

alterazioni neuropsichiche.<br />

Un’eventuale valutazione di un ricovero ospedaliero e timing del parto per<br />

individuazione precoce della sofferenza neonatale e il relativo trattamento ha, da un<br />

lato, una funzione strettamente medica, che è quella di gestire eventuali complicanze e<br />

monitorare la madre costantemente sul trattamento tossicologico nel periodo prenatale<br />

(che di norma si presenta già carico di tensioni, e che nella donna<br />

tossicodipendente spesso sfocia nell’abuso ad alte dosi di sostanze stupefacenti),<br />

dall’altro, di natura più strettamente psico-sociale, di garantire alla donna condizioni<br />

igienico sanitarie che soprattutto in alcuni casi non sussistono (senza fissa dimora o<br />

donne legate alla vita di strada) e in altri ancora può esser necessario qualora la donna<br />

presenti disturbi di natura psichiatrica.<br />

Il ricovero però deve esser attentamente valutato congiuntamente dall’équipe integrata<br />

poiché rappresenta anche una funzione di completa delega (indotta o voluta) ai servizi<br />

da parte della donna che si ritroverà comunque sola dopo il parto, se non si sono<br />

attivate strutture per un contenimento / accompagno successivo allo sviluppo delle<br />

capacità genitoriale.<br />

Trattamento tossicologico<br />

Il trattamento di mantenimento è il più indicato quando non si dispone di un supporto<br />

ambientale e sociale adeguato e quando nell’anamnesi della donna si riscontrano altri<br />

casi di gravidanze interrotte per l’assunzione ad intermittenza da parte della donna<br />

delle sostanze di abuso, indice di una mancanza di “tolleranza” agli stati di ansia (e a<br />

tanti altri fattori) durante la gravidanza stessa. Inoltre il trattamento metadonico di<br />

mantenimento permette agli operatori del Ser.T di tenere un contatto continuo e<br />

127


diretto con la donna e quindi di poter lavorare nella direzione di coinvolgerla nel<br />

monitoraggio ostetrico, nel tentativo quindi di far sviluppare alla donna<br />

tossicodipendente (qualora non sia presente) una maggiore disponibilità ad effettuare i<br />

controlli di routine.<br />

La donna tossicodipendente può esser seguita, per il monitoraggio psicologico e fisico<br />

durante la gravidanza in relazione al trattamento tossicologico e ostetrico,<br />

dall’ambulatorio ginecologico di un consultorio o da un Servizio ospedaliero. Tale scelta<br />

sarà effettuata in base alle eventuali relazioni già instaurate e alle risorse del territorio,<br />

mentre per il monitoraggio psicologico può esser seguita anche dal Ser.T. Molto<br />

raramente la donna tossicosipendente in stato di gravidanza viene seguita dal Servizio<br />

di Psicologia dei Servizi territoriali. Il trattamento psicologico non si esaurisce però solo<br />

nel monitoraggio della gravidanza in relazione agli altri trattamenti ma, ove sia<br />

possibile, anche in un intervento psicologico che fornirà informazioni utili anche<br />

nell’elaborazione successiva del progetto familiare (cfr. schema 4 )<br />

Schema 4: trattamento psicologico<br />

Trattamento psicologico durante la gravidanza<br />

Intervento psicologico<br />

Colloqui di analisi della domanda e anamnesi per effettuare:<br />

- Psicodiagnosi (anamnesi e diagnosi)<br />

- ricostruzione storia della gravidanza<br />

- analisi delle dinamiche di coppia e della famiglia allargata<br />

Colloqui di sostegno per:<br />

- monitorare e favorire l’aderenza al trattamento farmacologico<br />

- aiutare la donna a sviluppare un senso di responsabilità verso sé<br />

stessa e la gravidanza nell’effettuazione degli esami e dei controlli<br />

- aiutare la donna (e la coppia) a “mentalizzare” l’evento gravidanza e il<br />

rapporto con il nascituro<br />

- aiutare e sostenere la donna nel riconoscere la problematicità della<br />

tossicodipendenza in generale e in particolare in connessione con il<br />

nascituro in previsione di progetti comunitari e degli eventuali controlli<br />

che verranno fatti dalle istituzioni per tutelare eventualmente il minore<br />

Valutazione psicologica durante la gravidanza in relazione ai:<br />

- Fattori connessi alle modalità di aderenza al monitoraggio/<br />

trattamento psicologico<br />

- Fattori connessi alla scelta consapevole o meno della gravidanza<br />

- Fattori connessi alle modalità di aderenza alla terapia tossicologica<br />

- Fattori connessi alle capacità/potenzialità evolutive affettivo-emotive<br />

- Fattori connessi alle risorse di rete familiare<br />

128


Il trattamento psicologico connesso allo sviluppo delle competenze psicologiche della<br />

donna e alle capacità concrete nelle cure parentali infatti, va iniziato fin dalla<br />

gravidanza anche se, ovviamente, raramente potrà concludersi durante la gravidanza<br />

stessa (entro cioè i tempi biologici dello sviluppo intrauterino del feto), vista la difficoltà<br />

spesso rilevata nelle donne tossicodipendenti di “mentalizzare” l’evento nascita e un<br />

rapporto “realistico” con il nascituro. Iniziare però, con cautela, ad aiutare la donna (e<br />

la coppia) a costruirsi la possibilità di rappresentare mentalmente quanto sta<br />

accadendo opera in funzione di sostegno ad una genitorialità che, seppur carente,<br />

potrebbe successivamente, con un adeguato sostegno ambientale e sociale, tentare di<br />

definire un progetto familiare dopo la nascita.<br />

Il primo Assistente sociale (sia esso appartenente al Ser.T o ad altri servizi) che entra<br />

in contatto con la donna in stato di gravidanza dovrebbe assicurare e facilitare il lavoro<br />

di rete, garantire l’accesso alle strutture sanitarie e sociali presenti sul territorio e<br />

prevedere interventi sociali specifici.<br />

Sarà particolare premura quindi dell’assistente sociale, durante la gravidanza,<br />

completare la cartella personale (dopo eventuali colloqui e indagini) delle informazioni<br />

relative alla sfera sociale e legale, e integrare i dati inerenti le sfere psicologiche e<br />

mediche provenienti dai diversi servizi (se impossibilitati a utilizzare oggettivamente<br />

un’unica cartella). Così come per il trattamento psicologico anche quello sociale<br />

prevede l’intervento e la valutazione (cfr. schema 5).<br />

129


Schema 5: Trattamento sociale<br />

Trattamento sociale<br />

Intervento sociale<br />

- Attivazione delle risorse presenti sul territorio se è un Assistente<br />

Sociale dei Servizi Sociali Territoriali, o facilitazione comunicando con i S.<br />

S. se l’Ass. Soc. proviene da altra struttura:<br />

a) inserimento in strutture di accoglienza<br />

b) assistenza domiciliare<br />

c) assistenza economica<br />

d) attivazione di una rete familiare o amicale<br />

e) ecc.<br />

- Funzione di raccordo tra i servizi esistenti<br />

Valutazione<br />

- analisi socio familiare evidenziando:<br />

a) sfera individuale, sociale e familiare<br />

b) situazione sanitaria, tossicologica<br />

c) trattamenti sociali effettuati in precedenza<br />

d) posizione giuridica<br />

- valutazione sociale di:<br />

a) risorse<br />

b) competenze<br />

c) motivazioni<br />

d) vincoli<br />

130


Nel corso di queste pagine più volte è stato richiamato il supporto sociale inteso sia<br />

come ambiente familiare e rete amicale, ma soprattutto come intervento da parte dei<br />

Servizi Sociali. In quest’accezione si intende il lavoro di costruzione di una rete e di<br />

reperimento di strutture e supporti che siano in grado di permettere e favorire un<br />

opportuno andamento della gravidanza, nonché di progettare un intervento che<br />

favorisca uno sviluppo idoneo della relazione-madre bambino e un adeguato sviluppo<br />

psico-fisico e sociale del bambino.<br />

L’intervento dei Servizi Sociali deve quindi esser tempestivo in tutte le sue forme. A<br />

volte da parte degli Assistenti Sociali dei servizi del privato sociale o pubblici, presenti<br />

nel Ser.T, nei Consultori familiari, ecc. c’è una sorta di timore e di “lentezza” nel<br />

segnalare il caso ai Servizi Sociali Territoriali per i Minori, mentre questi ultimi spesso<br />

sono gli unici in grado di poter attivare delle risorse, sia economiche sia di supporto<br />

sociale adeguate ad un progetto integrato.<br />

Le comunità per minori, i sussidi economici, l’assistenza domiciliare, ecc. e il rapporto<br />

“privilegiato” con il Tribunale dei minori, fa si che i Servizi sociali Territoriali siano infatti<br />

in grado, se attivati in maniera precoce o tempestiva, di erogare un’assistenza<br />

ottimizzata sul rapporto costo-beneficio e di “scongiurare” un allontanamento del<br />

bambino dal nucleo familiare se non quando sia presente un comportamento della<br />

madre (o della coppia) non solo non del tutto adeguato ma decisamente<br />

pregiudizievole.<br />

Alla nascita del bambino, l’affidamento ai servizi sociali e la presa in carico da parte di<br />

questi ultimi, è inoltre un evento comune (e spesso necessario) e la conoscenza<br />

pregressa del caso permette quindi all’Assistente sociale di operare con maggiore<br />

completezza di informazioni, di instaurare ancor prima del parto un rapporto di fiducia<br />

con i genitori, spiegando loro le risorse, le prassi, i tempi necessari all’attuazione di<br />

interventi sociali e di ipotizzare verifiche e prescrizioni agli stessi per tutelare<br />

maggiormente il minore.<br />

131


Schema 6: Raccordo tra i servizi durante la gravidanza<br />

Trattamento Sociale (Assistente S. che può provenire dai diversi servizi)<br />

- Funzione di raccordo<br />

- Attivazione precoce delle risorse<br />

- Valutazione (anamnesi socio-familiare e valutazione sociale)<br />

Ser.T<br />

A.S.<br />

Servizi ospedalieri<br />

di ostetricia-ginecologia<br />

A.S.<br />

Medico<br />

Psicologo<br />

Psicologo<br />

Medico<br />

Consultorio familiare<br />

A.S.<br />

Psicologo<br />

Medico<br />

Figura di riferimento<br />

Trattamento Tossicologico di disassuefazione<br />

Trattamento Tossicologico di mantenimento<br />

Trattamento psicologico<br />

e<br />

Monitoraggio psicologico<br />

della gravidanza in<br />

relazione al trattamento<br />

Colloqui di Sostegno<br />

Colloqui di Valutazione<br />

Trattamento ostetrici<br />

ambulatoriali e di<br />

profilassi infettivologica<br />

e<br />

Monitoraggio fisico<br />

della gravidanza in<br />

relazione al trattamento<br />

tossicologico<br />

Figura di riferimento scelta in base alle risorse e alle relazioni instaurate<br />

132


2. Progetto Individualizzato e progetto<br />

familiare al<br />

momento del parto e nell’immediato post- partum<br />

Al momento del parto si possono individuare diverse situazioni:<br />

- La donna ha aderito ad un progetto integrato durante la gravidanza e nelle<br />

ultime settimane è drug free;<br />

- La donna ha aderito ad un progetto integrato durante la gravidanza ed è seguita<br />

dal Ser.T in un trattamento tossicologico di mantenimento;<br />

- La donna ha partecipato ad un progetto integrato ma in modo frammentario e<br />

discontinuo;<br />

- La donna non ha partecipato ad alcun progetto durante la gravidanza.<br />

Queste situazioni non sono esaustive per l’elaborazione di un progetto successivo ma<br />

forniscono importanti informazioni poiché presuppongono o meno una precedente<br />

conoscenza (e l'eventuale instaurazione di un rapporto di fiducia) e valutazione della<br />

situazione globale della donna tossicodipendente, e quindi anche della presenza di una<br />

cartella personale più o meno ricca di informazioni. Inoltre la modalità di<br />

partecipazione o meno al progetto è un indicatore importante per eventuali<br />

complicanze ostetriche e neonatali.<br />

In ogni caso il Servizio Sociale Ospedaliero procede alla segnalazione al Servizio Sociale<br />

Territoriale, inviando una relazione scritta, affinché vengano attivate tutte le risorse<br />

esistenti necessarie alla specifica situazione (se questo non sia già stato fatto). Nei casi<br />

in cui il bambino alla nascita presenti una Sindrome da Astinenza Neonatale e/o si<br />

presume una situazione di possibile pregiudizio per il bambino, la segnalazione verrà<br />

inviata anche al Tribunale dei minorenni (T.M.).<br />

Se la donna giunge direttamente all’Ospedale al momento del parto dichiarando la<br />

propria tossicodipendenza, o il servizio ospedaliero di ostetricia-ginecologia sospetta la<br />

tossicodipendenza della madre, dopo aver effettuato le analisi di verifica, sarà questo<br />

servizio, nella figura dell’Assistente Sociale ospedaliero in collaborazione con gli altri<br />

professionisti, ad effettuare una prima raccolta dati, introdurre il tema della<br />

genitorialità, del progetto integrato con gli altri servizi presenti sul territorio, ottenere il<br />

consenso della donna (o della coppia) al progetto e inviare una relazione:<br />

- ai servizi sociali territoriali per minori e/o al T.M.<br />

- al Ser.T.<br />

Altre figure che si vanno ad aggiungere e successivamente ad integrare nel progetto<br />

sono il Neuropsichiatria infantile e il pediatra di libera scelta o di riferimento.<br />

I problemi neonatali che il nascituro può presentare possono essere immediati ma<br />

anche a lungo termine e riguardare direttamente il SNC o teratogenesi anatomiche o<br />

neurocomportamentali: per questo motivo l’osservazione e le relazioni da parte del<br />

pediatra e del Neuropsichiatra sono importanti nell’elaborazione di un progetto<br />

familiare. Il bambino può esser posto in incubatrice e se ha subito una S.A.N. può<br />

133


esser ricoverato anche fino a 20 giorni per controllarne la disassuefazione, l’irritabilità,<br />

le alterazioni dei ritmi sonno-veglia, la diarrea, il vomito e i tremori. Altre volte il<br />

bambino rimane in ospedale fino al giungere del provvedimento del Tribunale dei<br />

Minori. Fondamentale anche in questa fase è il raccordo tra i diversi servizi e il rispetto<br />

delle rispettive competenze.<br />

L’intervento del Tribunale dei Minori sarà calibrato di caso in caso, attraverso le<br />

relazioni e gli esiti degli interventi effettuati prima della segnalazione, e dei progetti in<br />

corso d’opera. Il Giudice tutelare potrà quindi emettere un provvedimento di presa in<br />

carico del bambino da parte dei Servizi Sociali Territoriali, e con questi elaborare un<br />

progetto terapeutico-riabilitativo che preveda: da un lato delle prescrizioni che la<br />

madre o la coppia dovrà seguire per non vedere fuoriuscire il minore dal nucleo<br />

familiare; e dall’altro attivare trattamenti che favoriscano lo sviluppo o il recupero delle<br />

competenze genitoriali, del rapporto affettivo, della funzione educativa.<br />

Quando però l’intervento terapeutico-riabilitativo viene rifiutato dalla madre o dalla<br />

coppia che risulta non in grado di percepire adeguatamente lo stato di difficoltà o di<br />

rischio del minore, se non addirittura la madre o i genitori risultino pregiudizievoli con<br />

condotte pericolose per il bambino stesso, allora il T.M. potrà predisporre interventi in<br />

grado di assicurare una famiglia al bambino attraverso l’affido temporaneamente (se<br />

comunque si è stabilito un legame genitori-figlio ed è possibile un recupero delle<br />

risorse e capacità genitoriali e familiari) o definitivamente attraverso l’adozione.<br />

134


Schema 7: Progetto individuale e familiare durante il parto<br />

e nell’immediato post-partum: il compito delle diverse<br />

figure professionali e dei servizi<br />

Servizi ospedalieri<br />

di ostetriciaginecologia<br />

Medico<br />

Psicologo<br />

Ass. Sociale<br />

Servizi Sociali<br />

territoriali<br />

Ass. Sociale<br />

Servizio<br />

neonatologia in<br />

Ospedale<br />

neuropsichiatra<br />

pediatra<br />

Tribunale dei minori<br />

Se giunge una<br />

segnalazione:<br />

Giudice<br />

Tutelare<br />

- Compila o integra la cartella personale sul monitoraggio della salute della donna<br />

- Tiene i contatti con il Ser.T per l’eventuale trattamento tossicologico della madre<br />

In raccordo con lo psicologo e il medico dei Servizi Ospedalieri<br />

a) Presenta una relazione al Servizio Sociale Territoriale confermando le modalità di<br />

aderenza della donna al progetto e le risorse/capacità del contesto familiare del<br />

minore, se già seguita durante la gravidanza o compilando la cartella personale e<br />

ipotizzando interventi se non è nota al servizio<br />

b) Presenta una Segnalazione anche al Tribunale dei Minori qualora si presuma una<br />

situazione ritenuta pregiudizievole per lo sviluppo del bambino e/o la segnalazione<br />

di S.A.N.<br />

a) Valuta (congiuntamente agli altri servizi) la possibilità o meno di inserimento del<br />

minore all’interno del nucleo familiare al momento delle dimissioni e attiva tutte le<br />

possibili risorse necessarie al caso<br />

b) In caso di segnalazione al T. M. esplicita alla madre e ai diversi contesti e servizi<br />

coinvolti le procedure e i tempi di attuazione: valutazione, giudizio, provvedimenti<br />

Il bambino presenta i sintomi di<br />

S.A.N.<br />

Il bambino non presenta i<br />

sintomi di S.A.N.<br />

- apre un'inchiesta e richiede<br />

le relazioni presenti o<br />

ulteriori perizie sulle<br />

capacità genitoriali, il<br />

contesto familiare, ecc.<br />

- raccoglie le relazioni<br />

- emana un provvedimento<br />

Segnalazione al Servizio Sociale<br />

Ospedaliero<br />

Terapia per la disassuefazione<br />

Sorveglianza del neonato<br />

Valuta il tempo necessario per le<br />

dimissioni e la comunica ai S.S.<br />

Ospedalieri<br />

Il Giudice tutelare può emanare uno dei<br />

seguenti provvedimenti:<br />

a) inserimento nella famiglia d’origine<br />

con presa in carico dei servizi<br />

territoriali (sorveglianza sull’<br />

adeguatezza del contesto di<br />

accudimento del minore e<br />

sull’adesione ad eventuali<br />

prescrizioni)<br />

b) inserimento in Comunità con la<br />

madre ( o la coppia) e prescrizioni<br />

c) procedimento di affidamento<br />

d) procedimento di adozione<br />

e) altro<br />

135


3. Progetto Individualizzato e progetto familiare dopo il parto<br />

Il momento della dismissione della madre e contemporaneamente (o successivamente)<br />

del bambino è molto critico poiché per ipotizzare e programmare l’intervento<br />

individualizzato e familiare successivo bisognerebbe disporre di una rete tra servizi<br />

efficace e collaborativa, di notevoli risorse sul territorio, e nel caso di segnalazione al<br />

Tribunale dei Minori, di una risposta da parte di quest’ultimo rapida e attenta a diversi<br />

elementi oltre al fattore tossicodipendenza. Come già detto, queste problematiche<br />

risulteranno meno rilevanti se i servizi hanno avuto modo di coordinare gli interventi e<br />

di elaborare un progetto durante la gravidanza; molto più complicati saranno i casi in<br />

cui i servizi non si sono coordinati o i casi in cui la donna si presenti o venga<br />

individuata come tossicodipendente solo al momento del parto.<br />

In ogni caso se la donna è tossicodipendente verrà seguita dal Ser.T che elaborerà o<br />

aggiornerà, congiuntamente ai Servizi Sociali Territoriali, il piano di trattamento<br />

tossicologico e il progetto individualizzato e familiare. Se la madre (o la coppia) è<br />

ritenuta, con o senza (caso molto raro) un adeguato supporto del contesto familiare<br />

allargato e/o sociale e/o dei servizi presenti sul territorio, capace di svolgere una<br />

funzione genitoriale, il progetto verterà da una parte sul monitoraggio e sostegno della<br />

relazione madre (genitori) – bambino (che quindi rimarrà in seno alla famiglia) da parte<br />

dei diversi servizi utilizzati e, dall’altra, di una funzione di attivazione delle risorse, di<br />

controllo e valutazione dello sviluppo del bambino e del ruolo genitoriale da parte del<br />

Servizio Sociale Territoriale attraverso visite domiciliari e/o colloqui periodici.<br />

Questo tipo di progetto potrà prevedere o meno l’inserimento in Comunità del minore<br />

con o senza la madre (o entrambi i genitori). La Comunità in questo caso andrà a<br />

coordinarsi con gli altri servizi e i Servizi Sociali Territoriali. Il progetto potrà essere<br />

attuato con il consenso dei genitori e/o previo provvedimento prescrittivo del Tribunale<br />

dei Minori.<br />

Nel caso in cui la madre (o la coppia) ha abbandonato il bambino, o se in base a<br />

perizie e accertamenti effettuati dal Tribunale dei Minori viene ritenuta inidonea a<br />

svolgere le funzioni genitoriali, il Tribunale può iniziare le procedure per l’adozione del<br />

bambino.<br />

L’intervento psicologico dopo il parto, in base alle situazioni precedentemente definite,<br />

si configurerà come un proseguo del trattamento psicologico di sostegno e valutazione.<br />

Esso verrà invece connotato da aspetti quasi esclusivamente valutativi se originato dal<br />

mandato del Tribunale per verificare la capacità genitoriale ed eventuali comportamenti<br />

pregiudizievoli per lo sviluppo del bambino. Importante sarebbe comunque garantire,<br />

se non dalla stessa persona, da un altro psicologo, una funzione di contenimento e di<br />

sostegno per la donna per facilitarle l’elaborazione degli eventi, permetterle<br />

eventualmente di elaborare la perdita del bambino e del proprio fallimento come<br />

genitore, se è stato per esempio allontanato dalla famiglia d’origine, ecc.<br />

136


Ser.T<br />

Medico<br />

Schema 8: Progetto individuale e familiare dopo il parto: Il<br />

compito delle diverse figure professionali e dei servizi dopo<br />

il parto<br />

Ass. Sociale<br />

Psicologo<br />

Consultorio<br />

Psicologo<br />

Medico<br />

Servizi ospedalieri<br />

di ostetriciaginecologia<br />

Medico<br />

Psicologo<br />

Servizi Sociali<br />

territoriali<br />

Psicologo<br />

Ass. Sociale<br />

<strong>ASL</strong> o Altro servizio<br />

Pediatra<br />

Neuropsichiatra<br />

Continua o inizia un trattamento tossicologico se la donna non è drug free<br />

Relaziona periodicamente ai Servizi Sociali Territoriali l’aderenza o meno<br />

della donna al trattamento tossicologico e sociale (se già in carico al Ser.T)<br />

Elabora un progetto integrato con i Servizi Sociali Territoriali se giunta al<br />

SerT dopo il parto<br />

Monitoraggio della<br />

salute della donna<br />

(visite di controllo)<br />

Mantiene costantemente i rapporti con i<br />

S.S. territoriali<br />

a)se non c’è una segnalazione al T.M.<br />

- colloqui di sostegno con la madre (o la<br />

coppia o famiglia allargata) sul vissuto di<br />

tossicodipendenza, le funzioni<br />

genitoriali, le dinamiche di contesto,<br />

vissuti affettivi ed emotivi<br />

- valutazione e riflessione con la madre (o<br />

la coppia) sulla necessità di inserimento<br />

o meno in strutture comunitarie<br />

b) se c’è una segnalazione del T.M.<br />

- colloqui di sostegno e<br />

contemporaneamente valutazione della<br />

adeguatezza delle capacità genitoriali e<br />

delle capacità di adesione alle prescrizioni<br />

del Tribunale e dei Servizi Sociali<br />

Funzione di raccordo tra i servizi<br />

Attivazione risorse e sostegno all’espletamento del ruolo genitoriale<br />

Funzione di controllo dell’espletamento del ruolo genitoriale<br />

Funzione di controllo del rispetto dei procedimenti e delle prescrizioni del<br />

Tribunale (se ci sono)<br />

Osserva le condizioni fisiche del bambino<br />

Osserva le capacità di accudimento della madre (della coppia e del contesto<br />

allargato se presente)<br />

Relaziona periodicamente ai Servizi Sociali Territoriali<br />

137


Il Neuropsichiatria infantile e il Pediatra di libera scelta o di riferimento<br />

monitoreranno periodicamente le condizioni fisiche del bambino, le capacità di<br />

accudimento della madre (della coppia e del contesto allargato se presente) e<br />

relazioneranno periodicamente ai Servizi Sociali Territoriali.<br />

Nei casi in cui il bambino rimanga in seno alla famiglia, dovrebbero esser<br />

effettuati dei monitoraggi costanti sulla relazione madre (coppia) - bambino,<br />

sulle condizioni di vita in cui è inserita, ecc... La possibilità di una recidiva da<br />

parte della madre (o della coppia), le difficoltà di sviluppo psico-fisico del<br />

bambino che si possono determinare o evidenziare anche dopo il quinto anno di<br />

vita, ecc. fanno si che il contesto familiare venga comunque considerato ad alto<br />

rischio per lo sviluppo psico-sociale del minore.<br />

Sarà quindi cura dei Servizi Sociali Territoriali vigilare sulle loro condizioni, e di<br />

mantenere i contatti con gli altri servizi e professionalità precedentemente<br />

coinvolti.<br />

138


Bibliografia generale<br />

Ammaniti M. (a cura di), (1992), La gravidanza tra fantasia e realtà, Il Pensiero<br />

Scientifico Editore, Roma.<br />

AUSL di Ravenna – Programma Dipendenze Patologiche SerT Distretto di Ravenna<br />

Donne tossicodipendenti e/o alcoolidependenti e figli: Intervento integrato di tre servizi<br />

(SerT, Servizio sociale e Servizi sanitari per la maternità e l’infanzia).<br />

Azienda per i servizi sanitari n.1 Triestina e IRCCS Burlo Garofano <strong>Protocollo</strong> di intesa<br />

per garantire la continuità delle cure nelle situazioni di rischio psico sociale e sanitario<br />

durante la gravidanza, il parto ed il post partum e per i bambini dopo la nascita.<br />

Azienda unità locale socio sanitaria 2 Veneziana Servizio Tossicodipendenze Centro<br />

storico (2003) Progetto spazio di accoglienza e consultazione per tossicodipendenti<br />

genitori Documento riassuntivo degli incontri interservizi sul tema “genitorialità e<br />

tossicodipendenza” - Seconda fase dell’attività.<br />

Badolato G. (1993), Le donne nelle professioni di aiuto, Ed. Borla, Roma.<br />

Burroni P., Merlo G. (1993), La presa in carico della relazione madre bambino nelle<br />

tossicomanie, in Malagoli Togliatti M., Mazzoni S. (1993), Maternità e<br />

tossicodipendenza, Giuffrè ed., Milano.<br />

Cancrini L. (1982), Quei temerari sulle macchine volanti, La Nuova Italia Scientifica,<br />

Roma.<br />

Cancrini L. (1994), Tipologia e trattamento delle tossicodipendenze, in Onnis L.,<br />

Galluzzo W. (1994) La terapia relazionale e i suoi contesti, NIS, Roma.<br />

Cancrini L., LA ROSA C. (1991), Il vaso di pandora, La Nuova Italia Scientifica, Roma.<br />

Cancrini, M.G., Krull, S., Togliatti, M.M. Mazzoni, S., Mele, F. (1996) Genitori<br />

tossicodipendenti, Centro italiano di solidarietà di Roma, Roma.<br />

Cancrini L., Mazzoni S. (1991), Famiglia e droga: dall'autoterapia alla richiesta d'aiuto,<br />

in Malagoli Togliatti M., Telfner U. (a cura di), (1991), Dall'individuo al sistema, Bollati<br />

Boringhieri, Torino.<br />

Cancrini M.G. (1996), Coppia e genitorialità in situazioni di tossicodipendenza, in Krull<br />

(a cura di), (1996), Genitori tossicodipendenti, CeIS, Roma.<br />

Cattorini, P., a cura di (1993), Aids e leggi sull’aids, Europa Scienze Umane Editrice,<br />

Milano.<br />

Cirillo S., Berrini R., Cambiaso G., Mazza R. (1996), La famiglia del tossicodipendente,<br />

Raffaello Cortina Editore, Milano.<br />

139


Conte G., Serretti A. (1993), Obiettivi del lavoro con le gestanti tossicodipendenti, in<br />

Malagoli Togliatti M., Mazzoni S. (1993), Maternità e tossicodipendenza, Giuffrè ed.,<br />

Milano.<br />

De Cataldo Neuburger (a cura di), (1993), Il sistema droga. La costruzione sociale<br />

della tossicodipendenza, Cedam, Padova.<br />

Fava Vizziello G., Stocco P. (1998), Tra genitori e figli la tossicodipendenza, Masson,<br />

Milano.<br />

Krull (a cura di), (1996), Genitori tossicodipendenti, CeIS, Roma.<br />

Krull (1996), Il figlio/la figlia di genitore tossicodipendente, in Krull (a cura di ), (1996),<br />

Genitori tossicodipendenti, CeIS, Roma.<br />

Malagoli Togliatti M., Telfner U. (a cura di), (1991), Dall'individuo al sistema, Bollati<br />

Boringhieri, Torino.<br />

Malagoli Togliatti M., Rocchietta Tofani L. (1987), Famiglie multiproblematiche, NIS,<br />

Roma.<br />

Malagoli Togliatti M., Mazzoni S. (1993), Maternità e tossicodipendenza, Giuffrè ed.,<br />

Milano.<br />

Mazza R., Marchiò C. (1995), Quando a drogarsi sono mamma e papà, in "La rivista di<br />

servizio sociale", anno XXXV, n.1.<br />

Mazzoni S. (1992), Tossicomania e gravidanza, in AMMANITI M. (a cura di), (1992), La<br />

gravidanza tra fantasia e realtà, Il Pensiero Scientifico Editore, Roma.<br />

Mazzoni S. (1993), Tossicodipendenza e maternità, in MALAGOLI TOGLIATTI M.,<br />

MAZZONI S. (a cura di), (1993), Maternità e tossicodipendenza, Giuffrè ed., Milano.<br />

Onnis L., Gazzullo W., (1994) La terapia relazionale e i suoi contesti, NIS, Roma.<br />

Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento Affari Sociali Atti della III<br />

Conferenza nazionale sui problemi connessi con la diffusione delle sostanze<br />

stupefacenti e psicotrope – Tavola rotonda su “Tossicodipendenza e genitorialità”.<br />

Regione Piemonte <strong>Protocollo</strong> di intervento integrato per l’assistenza alle<br />

tossicodipendenti gravide – Revisione 2002 (a cura di: Burroni P. Tibaldi C. Pasqualini<br />

C.).<br />

Serra C., M.T.P. Macchia (1995), Chi ha paura di uscirne ?, ed. Kappa, Roma.<br />

Stanton M.D. (1979), Famiglia e tossicomania, in "Terapia Familiare", n.6.<br />

Stegagno M., Panseri C. (1993), Maternità e infezione da HIV, in Malagoli Togliatti M,<br />

Mazzoni S. (1993), Maternità e tossicodipendenza, Giuffrè ed., Milano.<br />

140


Tempesta E., Conte G. L., Cattaneo E., Pozzi G. (1987), Storia psichica della gravida<br />

tossicodipendente, Boll. Farm. e Alcol., 6, X, Roma.<br />

Zanchetti M. (1993), Rischi professionali e dovere di assistere: una prospettiva etico<br />

giuridica, in CATTORINI P. (a cura di), (1993), Aids e leggi sull’aids, Europa Scienze<br />

Umane Editrice, Milano.<br />

141

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!