Il "Cesare Alfieri" da Istituto a FacoltЮ di Scienze ... - Storia di Firenze
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d'integrazione europea, ma piuttosto constatare che era necessario trovare<br />
altre strade e ``soprattutto che abbiamo voluto affrontare un problema veramente<br />
rivoluzionario con un insufficiente stato <strong>di</strong> preparazione dell'opinione<br />
pubblica''. 165<br />
Quaroni aveva visto giusto. La CED fu bocciata proprio <strong>da</strong>lla Francia<br />
che l'aveva promossa. Accadeva che fosse proprio l'opinione pubblica a<br />
non seguire le iniziative ar<strong>di</strong>te dei governi. Mancava una coscienza europea.<br />
Sappiamo com'eÁ an<strong>da</strong>ta a finire. La ripresa dell'integrazione imboccoÁ la<br />
via economico-commerciale. I funzionalisti ebbero la meglio. Fu comunque<br />
un passo avanti. Nel 1957, dopo la firma dei Trattati <strong>di</strong> Roma, l'Europa era<br />
<strong>di</strong> nuovo ad un bivio. Come Quaroni, questa volta <strong>di</strong>rettamente <strong>da</strong>lle aule<br />
<strong>di</strong> via Laura, Giovanni Spadolini, che era subentrato a Moran<strong>di</strong> nell'incarico<br />
<strong>di</strong> <strong>Storia</strong> moderna, intervenne con un articolo a presa <strong>di</strong>retta. Era in<br />
corso il <strong>di</strong>battito parlamentare sulla ratifica e il suo era un richiamo alla responsabilitaÁ<br />
delle scelte. La questione della costruzione europea era centrale<br />
per il futuro <strong>di</strong> tutti i popoli d'Europa. Egli si rivolgeva ai partiti democratici<br />
che allora ancora identificavano il centro post-degasperiano per richiamarli<br />
all'or<strong>di</strong>ne delle scelte storiche compiute <strong>da</strong> De Gasperi, <strong>da</strong> Einau<strong>di</strong>,<br />
<strong>da</strong> Saragat e <strong>da</strong> Sforza. 166 Ma in questo quadro s'inseriva una<br />
nota <strong>di</strong> ottimismo rappresentata <strong>da</strong>l fatto che il partito socialista aveva<br />
compiuto ``passi irretrattabili'' 167 sul cammino dell'Europa e dell'Occidente.<br />
«Come potrebbero, i socialisti del PSI, si chiedeva, allinearsi ancora una<br />
volta ai comunisti nel voto sul Mercato comune e sull'Euratom?». 168 Egli<br />
non temeva l'opposizione comunista e missina, quanto le correnti revisionistiche<br />
ed euroscettiche che si anni<strong>da</strong>vano dentro la DC. Spadolini si richiamava<br />
a quanto era avvenuto nel '49 sulla questione del Patto Atlantico.<br />
Tuttavia, sottolineava come in questo caso il rigetto fosse piuÁ gravido <strong>di</strong><br />
conseguenze. Le stesse sorti delle istituzioni democratiche ne sarebbero<br />
state messe a rischio. L'Europa era una via obbligata.<br />
Questa volta il voto confermoÁ le prospettive <strong>di</strong> sviluppo del mercato<br />
comune. Tuttavia, <strong>di</strong> lõÁ a breve l'affermazione <strong>di</strong> De Gaulle e la sua politica<br />
segnarono per un decennio una nuova battuta d'arresto del processo d'integrazione<br />
europea. La ripresa avvenne proprio nel '69, quando Maranini<br />
abbandonoÁ definitivamente le aule <strong>di</strong> via Laura.<br />
165 Ivi, p. 452.<br />
166 G. SPADOLINI, I partiti e l'Europa, «Nuova Antologia», fasc. 1877, maggio 1957, pp. 1-10.<br />
167 Ivi, p. 9.<br />
168 Ivi.<br />
SANDRO ROGARI<br />
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