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Il "Cesare Alfieri" da Istituto a FacoltЮ di Scienze ... - Storia di Firenze

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no ad emettere i primi vagiti. Ne esistevano insegnamenti consoli<strong>da</strong>ti <strong>di</strong> <strong>Storia</strong><br />

dell'integrazione europea. <strong>Il</strong> libro <strong>di</strong> Albertini, Chiti Batelli e Petrilli, <strong>Storia</strong><br />

del federalismo europeo, 147 prefato <strong>da</strong> Altiero Spinelli, che puoÁ essere<br />

considerato il primo manuale del genere, uscõÁ solo agli inizi degli anni '70.<br />

Tuttavia, la questione europea cominciava ad affacciarsi negli stu<strong>di</strong> e<br />

nella <strong>di</strong><strong>da</strong>ttica della ``<strong>Cesare</strong> Alfieri''. Era una riflessione obbligata dopo<br />

la catastrofe della guerra, lo scontro degli stati nazionali, l'annientamento<br />

dell'Europa. <strong>Il</strong> tema comincioÁ a fare la sua comparsa nei corsi <strong>di</strong> Carlo Curcio,<br />

or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> <strong>Storia</strong> delle dottrine politiche. Credo che sia legittimo annoverare<br />

Curcio fra gli euroscettici. In un ponderoso volume in due tomi<br />

che l'autore <strong>di</strong>chiarava essere stato concepito vent'anni prima, ma che vide<br />

le stampe <strong>da</strong> Vallecchi nel 1958, <strong>da</strong>l titolo Europa. <strong>Storia</strong> <strong>di</strong> un'idea, Curcio<br />

arrivava a negare l'esistenza <strong>di</strong> un'idea <strong>di</strong> Europa in se e per seÂ. «L'idea<br />

d'Europa ± scriveva ± puoÁ considerarsi una proiezione ingran<strong>di</strong>ta dell'idea<br />

<strong>di</strong> nazione. Non s'eÁ detto talvolta, e ora si ripete piuÁ che mai, che l'Europa<br />

eÁ una grande nazione?». 148 Quin<strong>di</strong>, Curcio non attribuiva una reale autonomia<br />

all'idea d'Europa. La considerava piuttosto un universo composito<br />

come una sinfonia con ritmi <strong>di</strong>versi e varie tonalitaÁ. 149 In questa chiave <strong>di</strong><br />

lettura si svolgevano gli un<strong>di</strong>ci capitoli del libro.<br />

Tuttavia, lo stesso Curcio si vedeva costretto a registrare a conclusione<br />

che nel dopoguerra era stato messo in atto uno sforzo volto a recuperare<br />

un'idea <strong>di</strong> Europa superiore a quella <strong>di</strong> nazione. In questo Curcio ravvisava<br />

la recuperata saggezza dell'Europa dopo le immani catastrofi delle guerre<br />

mon<strong>di</strong>ali. «L'Europa, scriveva, comincia ad apparirci come una norma <strong>di</strong><br />

condotta, come un'idea <strong>da</strong> raggiungere, come una fede non solo civile e<br />

sociale, ma anche religiosa, <strong>di</strong> una religiositaÁ cioeÁ non solo dommatica,<br />

ma tormentatamente e drammaticamente sentita e sofferta». 150<br />

Prima <strong>di</strong> Curcio, sempre nell'ottica della riflessione storica, Carlo Moran<strong>di</strong>,<br />

che era or<strong>di</strong>nario alla FacoltaÁ <strong>di</strong> Lettere ma che alla ``<strong>Cesare</strong> Alfieri''<br />

teneva l'incarico <strong>di</strong> <strong>Storia</strong> moderna e <strong>da</strong>va al suo magistero un'impostazione<br />

molto funzionale agli stu<strong>di</strong> della FacoltaÁ <strong>di</strong> <strong>Scienze</strong> Politiche, su questo versante<br />

come su quello della storia dei partiti, dette il contributo <strong>di</strong> riflessione<br />

piuÁ importante che uscõÁ <strong>da</strong>lle aule <strong>di</strong> via Laura. Nel dopoguerra Moran<strong>di</strong><br />

147 M. ALBERTINI-A. CHITI BATELLI-G. PETRILLI, <strong>Storia</strong> del federalismo europeo, Torino,<br />

ERI, 1973.<br />

148 C. CURCIO, Europa. <strong>Storia</strong> <strong>di</strong> un'idea, 2 voll., <strong>Firenze</strong>, Vallecchi, 1958, p. 24.<br />

149 Ivi, p. 31.<br />

150 Ivi, p. 913.<br />

SANDRO ROGARI<br />

Ð 718 Ð

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