Il "Cesare Alfieri" da Istituto a FacoltЮ di Scienze ... - Storia di Firenze
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IL ``CESARE ALFIERI'' DA ISTITUTO A FACOLTA Á DI SCIENZE POLITICHE<br />
sul potere e in or<strong>di</strong>ne ai suoi possibili limiti, pur con maggiori aperture maraniniane<br />
nel secondo che nel primo.<br />
Poi, nel saggio del 1960, Teoria e critica del potere, 113 Bion<strong>di</strong> tornava a<br />
riproporre la sua teoria tutta negativa del potere volto ad impe<strong>di</strong>re l'``illuminazione''<br />
dell'``alter'' che, al contrario, la lotta per la libertaÁ intende realizzare.<br />
In questo saggio Bion<strong>di</strong> introduceva una visione unicamente totalizzante<br />
del potere, quasi non ammettendo che il potere, debitamente controllato,<br />
fosse una <strong>di</strong>mensione implicita <strong>di</strong> ogni organizzazione sociale. Infine,<br />
nel noto volume del 1964, Stu<strong>di</strong> sul potere 114 Bion<strong>di</strong> raccoglieva<br />
quattro saggi frutto dei suoi corsi <strong>di</strong> Dottrina dello Stato ove teorizzava il<br />
possibile annullamento del potere grazie all'autogoverno. Con la sua visione<br />
<strong>di</strong> una societaÁ del tutto libera nel quale il potere non esiste Bion<strong>di</strong> anticipava<br />
certi filoni della cultura politica americana, interpretati in particolare<br />
<strong>da</strong> Nozick, che teorizzeranno negli anni '70 lo Stato minimo. In realtaÁ, se<br />
la ricerca <strong>di</strong> Sartori era tutta proiettata verso l'analisi <strong>di</strong> un fenomeno ben<br />
concreto e <strong>da</strong> analizzare con strumenti adeguati, Bion<strong>di</strong> manteneva un approccio<br />
normativo allo stu<strong>di</strong>o della politica fino a sconfinare in una visione<br />
utopica della stessa.<br />
Si percepisce bene la <strong>di</strong>stanza delle prospettive <strong>di</strong> analisi ed anche la fecon<strong>di</strong>taÁ<br />
dell'approccio maraniniano al tema quando compariamo la speculazione<br />
<strong>di</strong> Bion<strong>di</strong> con quanto veniva scrivendo il preside della FacoltaÁ nel<br />
1958 introducendo l'antologia che riprendeva il fortunato titolo Miti e realtaÁ<br />
della democrazia. 115 <strong>Il</strong> problema della democrazia, scriveva, eÁ «problema<br />
della posizione reciproca dei due gruppi ± governanti e governati ± della circolazione<br />
degli uomini e delle idee fra i due gruppi, della compenetrazione<br />
fra i due gruppi». 116 Poi, dopo questo richiamo <strong>di</strong> natura paretiana, in<strong>di</strong>viduava<br />
il vizio della democrazia italiana nella decadenza delle eÂlites resa palese<br />
<strong>da</strong>lla caduta <strong>di</strong> livello e <strong>di</strong> capacitaÁ rispetto a quelle risorgimentali. Tornava<br />
quin<strong>di</strong> sul tema della partitocrazia riflesso della <strong>di</strong>ttatura d'assemblea e<br />
della proporzionale per in<strong>di</strong>viduare la salvezza della democrazia in quei paesi<br />
in cui «la funzione regia [si eÁ] rinnovata alla luce del principio elettivo<br />
(presidente americano, premier inglese, consiglio federale svizzero)». 117<br />
113 P. BIONDI, Teoria e critica del potere, «Stu<strong>di</strong> Politici», a. VII, II serie, genn.-marzo 1960,<br />
pp. 1 ss.<br />
114 P. BIONDI, Stu<strong>di</strong> sul potere, <strong>Firenze</strong>, 1964. <strong>Il</strong> volume, che ebbe una circolazione interna<br />
come ciclostile nel 1964, fu pubblicato <strong>da</strong> GiuffreÁ nel 1965.<br />
115 G. MARANINI, Miti e realtaÁ della democrazia, Torino, Ed. ComunitaÁ, 1958.<br />
116 Ivi, p. 14.<br />
117 Ivi, p. 26.<br />
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