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Il "Cesare Alfieri" da Istituto a FacoltЮ di Scienze ... - Storia di Firenze

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SANDRO ROGARI<br />

quell'anno 107 Sartori entrava, per cosõÁ <strong>di</strong>re, nel vivo della <strong>di</strong>sciplina. <strong>Il</strong> tema<br />

della rappresentanza come questione cruciale per la scienza politica lo conduceva<br />

<strong>di</strong> nuovo ad operare una definizione <strong>di</strong> campo e <strong>di</strong> metodo rispetto<br />

alla dottrina costituzionale, alla sociologia politica e agli stu<strong>di</strong> elettorali, allora<br />

riserva quasi esclusiva degli statistici, ma anche ad entrare nel vivo del<br />

tema chiave per la <strong>di</strong>sciplina e che si proiettava come prima in<strong>da</strong>gine metaempirica<br />

dopo la sistemazione della teoria democratica. Vale la pena ricor<strong>da</strong>re<br />

che in occasione <strong>di</strong> questo saggio Sartori prendeva prudentemente<br />

le <strong>di</strong>stanze <strong>da</strong> Maranini sul terreno dell'analisi dei sistemi elettorali ricondotti<br />

alle due gran<strong>di</strong> famiglie dei proporzionalisti e dei maggioritari per <strong>di</strong>chiarare<br />

la propria avversione ad ogni pregiu<strong>di</strong>ziale antiproporzionalista. 108<br />

Intanto altri stu<strong>di</strong>osi ed altre riflessioni sul potere maturavano nelle aule<br />

della ``<strong>Cesare</strong> Alfieri''. Agli inizi degli anni '50 Pompeo Bion<strong>di</strong> avviava<br />

con il saggio Potere e classe politica 109 l'elaborazione della sua teoria del potere.<br />

Bion<strong>di</strong> an<strong>da</strong>va ben oltre Maranini. <strong>Il</strong> suo era un vero e proprio rifiuto<br />

del potere che sfociava in una teoria <strong>di</strong> natura anarchica. La legittimitaÁ del<br />

potere era rigettata. La stessa identificazione fra classe politica e potere lo<br />

conduceva ad ipotizzare un vero e proprio azzeramento della prima. Le<br />

componenti elitistiche d'origine paretiana che pure erano presenti e ra<strong>di</strong>cate<br />

nel pensiero <strong>di</strong> Maranini erano in Bion<strong>di</strong> rovesciate <strong>di</strong> 180 gra<strong>di</strong>. Bion<strong>di</strong><br />

ravvisava in due forze le sole capaci <strong>di</strong> arginare il potere arroccato nella<br />

classe politica: «le libertaÁ civili e politiche fon<strong>da</strong>te sul religioso riconoscimento<br />

del valore dell'uomo e le organizzazioni del lavoratori fon<strong>da</strong>te sul<br />

valore politico del lavoro come tale». 110 Insomma, Bion<strong>di</strong> lanciava un messaggio<br />

etico-politico e proponeva un sistema <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa della societaÁ civile a<br />

garanzia delle prevaricazioni insite nel potere. Nel suo pensiero si intravedeva<br />

Sorel, pur nel ra<strong>di</strong>cale rifiuto bion<strong>di</strong>ano della violenza. Non era <strong>di</strong>fficile<br />

ravvisare nella riflessione del giovanissimo Antonio Zanfarino su Stato<br />

etico ed autogoverno sociale 111 del 1958 e poi ne La libertaÁ dei moderni e il<br />

costituzionalismo 112 del 1961 l'influenza <strong>di</strong> scuola della teorica <strong>di</strong> Bion<strong>di</strong><br />

107 G. SARTORI, La rappresentanza politica, «Stu<strong>di</strong> Politici», a. IV, n. 4, II serie, ottobre<strong>di</strong>cembre<br />

1957, pp. 527 ss.<br />

108 Ivi, p. 600.<br />

109 P. BIONDI, Potere e classe politica, «Stu<strong>di</strong> Politici», a. I, n. 1, giugno-agosto 1952,<br />

pp. 3 ss.<br />

110 Ivi, p. 32.<br />

111 A. ZANFARINO, Stato etico e autogoverno sociale, «Stu<strong>di</strong> Politici», a.v., nn. 2-3, 1958,<br />

pp. 192-217.<br />

112 A. ZANFARINO, La libertaÁ dei moderni e il costituzionalismo, Milano, GiuffreÁ, 1961.<br />

Ð 708 Ð

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