Il "Cesare Alfieri" da Istituto a FacoltЮ di Scienze ... - Storia di Firenze

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03.06.2013 Views

SANDRO ROGARI* IL ``CESARE ALFIERI'' DA ISTITUTO A FACOLTA Á DI SCIENZE POLITICHE 1. DALLA RIFORMA GENTILE ALLA NASCITA DELLA FACOLTA Á Alla vigilia del varo della riforma dell'istruzione superiore che prende il nome da Giovanni Gentile, attuata con decreto del 30 settembre 1923, l'Istituto di Scienze Sociali ``Cesare Alfieri'' sembrava avere superato la crisi che l'aveva investito nel corso del conflitto. Nel 1919 era tornato nella sede storica di via Laura da dove era stato sfrattato per allestire un ospedale di riserva. 1 Gli iscritti, che avevano subito un calo costante negli anni di guerra, erano tornati ad essere in costante ascesa fino al 1924. 2 Il decreto del 1923 impose la trasformazione del R. Istituto di Studi Superiori, che si articolava in tre sezioni, Filosofia e filologia, Scienze matematiche fisiche e naturali e Medicina e chirurgia, in UniversitaÁ degli Studi, collocandola nella categoria B, comprensiva degli Atenei che godevano di sostegno finanziario misto, dello Stato e degli enti locali. Secondo quanto previsto dall'art. 2 del decreto, che prevedeva la possibile articolazione degli studi in quattro FacoltaÁ, alle tre giaÁ esistenti fu aggiunta Giurisprudenza. L'Istituto di Scienze Sociali ``Cesare Alfieri'' mantenne la propria autonomia, pur trasformato in Istituto Superiore, perche non era prevista dal * Ordinario di Storia contemporanea e preside della FacoltaÁ di Scienze Politiche ``Cesare Alfieri''. Per la stesura di questo saggio mi sono avvalso, in parte, della documentazione raccolta dalla dott.ssa Sara Nocentini che ringrazio vivamente. Negli ultimi paragrafi di questo saggio, che trattano della storia della FacoltaÁ negli ultimi decenni del secolo scorso ho citato solo i nomi dei docenti scomparsi o usciti dal servizio attivo. Per ovviare anche al solo sospetto di discriminazioni, ho evitato accuratamente di fare i nomi di colleghi in servizio, pure spesso illustri e che onorano la FacoltaÁ con la propria dottrina e col proprio impegno didattico. 1 R. Istituto di Scienze Sociali ``Cesare Alfieri'', Annuario per l'anno scolastico 1915-1916 2 Cfr. S. ROGARI, L'Istituto di Studi Superiori Pratici e di Perfezionamento e la Scuola di Scienze Sociali (1859-1924), in Storia dell'Ateneo Fiorentino (Contributi di Studio), Firenze, Parretti, 1984, p. 1028. Ð 677 Ð

SANDRO ROGARI Decreto la creazione di una FacoltaÁ di Scienze Politiche. Inoltre, l'Istituto godeva delle rendite di un cospicuo patrimonio conferito dalle eredi di Carlo Alfieri di Sostegno, Adele e Luisa, grazie ad un lascito che legava la disponibilitaÁ di questi beni alla conservazione dell'autonomia. Per la veritaÁ, alle origini, il fondatore Carlo Alfieri aveva tentato di costituire la Scuola come sezione dell'Istituto di Studi Superiori, ovvero d'immettere nella sezione di Filologia e Filosofia insegnamenti riconducibili alle scienze sociali. 3 Tuttavia, motivazioni d'ordine economico avevano allora sconsigliato di allargare ulteriormente l'esposizione finanziaria del Comune di Firenze che era il principale sostenitore dell'Istituto di piazza San Marco. Quando la proposta fu rigettata, nel 1871, 4 il trasferimento della capitale a Roma giaÁ lasciava presagire un peggioramento della situazione finanziaria del Comune che poi si manifestoÁ sempre piuÁ grave fino al collasso. Allora, poi, la proposta era stata fatta da Carlo Alfieri in un contesto di grande flessibilitaÁ giuridica e organizzativa. Anzitutto, l'Istituto di Studi Superiori, che viveva una fase d'incertezza riguardo al proprio futuro, avrebbe trovato un primo consolidamento solo dopo la convenzione del 1872; inoltre, esso operava in uno stato di autonomia amministrativa e didattica che permetteva innovazioni disciplinari impossibili nell'UniversitaÁ di Stato. La riforma Gentile andava nel senso opposto. Inquadrava tutto il sistema dell'istruzione superiore in una rigida cornice nella quale sia gli statuti dei singoli istituti sia gli ordinamenti didattici subivano il vaglio e necessitavano dell'approvazione del Ministero. Inoltre, prevedeva al titolo IV del decreto che alla categoria A e B delle UniversitaÁ si affiancasse una categoria di UniversitaÁ e Istituti Superiori liberi che, tuttavia, per ottenere il riconoscimento dello Stato e quindi per essere abilitati a dare un titolo giuridico riconosciuto, dovevano sottoporsi alle regole imposte dal Ministero. L'Istituto ``Cesare Alfieri'' fu quindi costretto a passare attraverso queste forche caudine che comportarono, sia il prolungamento a quattro anni di corso per il conferimento della laurea sia la cancellazione della regola che chi non disponeva di un titolo di scuola media superiore poteva iscriversi previa prova di ammissione. Il nuovo statuto riformato fu quindi varato a decorrere dal 1ë dicembre 1924 e approvato con R.D. del 18 aprile 1925 configurando l'Istituto come una UniversitaÁ libera che conferiva la laurea in Scienze sociali politiche ed economiche dopo quattro anni legali di corso. 3 Atti del Consiglio Comunale di Firenze (1871), p. 613. 4 Fu Luigi Ridolfi, relatore della delibera a rigettare la proposta di Carlo Alfieri. Ð 678 Ð

SANDRO ROGARI<br />

Decreto la creazione <strong>di</strong> una FacoltaÁ <strong>di</strong> <strong>Scienze</strong> Politiche. Inoltre, l'<strong>Istituto</strong><br />

godeva delle ren<strong>di</strong>te <strong>di</strong> un cospicuo patrimonio conferito <strong>da</strong>lle ere<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Carlo Alfieri <strong>di</strong> Sostegno, Adele e Luisa, grazie ad un lascito che legava<br />

la <strong>di</strong>sponibilitaÁ <strong>di</strong> questi beni alla conservazione dell'autonomia.<br />

Per la veritaÁ, alle origini, il fon<strong>da</strong>tore Carlo Alfieri aveva tentato <strong>di</strong> costituire<br />

la Scuola come sezione dell'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Superiori, ovvero d'immettere<br />

nella sezione <strong>di</strong> Filologia e Filosofia insegnamenti riconducibili alle<br />

scienze sociali. 3 Tuttavia, motivazioni d'or<strong>di</strong>ne economico avevano allora<br />

sconsigliato <strong>di</strong> allargare ulteriormente l'esposizione finanziaria del Comune<br />

<strong>di</strong> <strong>Firenze</strong> che era il principale sostenitore dell'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> piazza San Marco.<br />

Quando la proposta fu rigettata, nel 1871, 4 il trasferimento della capitale a<br />

Roma giaÁ lasciava presagire un peggioramento della situazione finanziaria<br />

del Comune che poi si manifestoÁ sempre piuÁ grave fino al collasso.<br />

Allora, poi, la proposta era stata fatta <strong>da</strong> Carlo Alfieri in un contesto <strong>di</strong><br />

grande flessibilitaÁ giuri<strong>di</strong>ca e organizzativa. Anzitutto, l'<strong>Istituto</strong> <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong><br />

Superiori, che viveva una fase d'incertezza riguardo al proprio futuro,<br />

avrebbe trovato un primo consoli<strong>da</strong>mento solo dopo la convenzione del<br />

1872; inoltre, esso operava in uno stato <strong>di</strong> autonomia amministrativa e <strong>di</strong><strong>da</strong>ttica<br />

che permetteva innovazioni <strong>di</strong>sciplinari impossibili nell'UniversitaÁ<br />

<strong>di</strong> Stato.<br />

La riforma Gentile an<strong>da</strong>va nel senso opposto. Inquadrava tutto il sistema<br />

dell'istruzione superiore in una rigi<strong>da</strong> cornice nella quale sia gli statuti<br />

dei singoli istituti sia gli or<strong>di</strong>namenti <strong>di</strong><strong>da</strong>ttici subivano il vaglio e necessitavano<br />

dell'approvazione del Ministero. Inoltre, prevedeva al titolo IV del<br />

decreto che alla categoria A e B delle UniversitaÁ si affiancasse una categoria<br />

<strong>di</strong> UniversitaÁ e Istituti Superiori liberi che, tuttavia, per ottenere il riconoscimento<br />

dello Stato e quin<strong>di</strong> per essere abilitati a <strong>da</strong>re un titolo giuri<strong>di</strong>co<br />

riconosciuto, dovevano sottoporsi alle regole imposte <strong>da</strong>l Ministero. L'<strong>Istituto</strong><br />

``<strong>Cesare</strong> Alfieri'' fu quin<strong>di</strong> costretto a passare attraverso queste forche<br />

cau<strong>di</strong>ne che comportarono, sia il prolungamento a quattro anni <strong>di</strong> corso<br />

per il conferimento della laurea sia la cancellazione della regola che chi<br />

non <strong>di</strong>sponeva <strong>di</strong> un titolo <strong>di</strong> scuola me<strong>di</strong>a superiore poteva iscriversi previa<br />

prova <strong>di</strong> ammissione. <strong>Il</strong> nuovo statuto riformato fu quin<strong>di</strong> varato a decorrere<br />

<strong>da</strong>l 1ë <strong>di</strong>cembre 1924 e approvato con R.D. del 18 aprile 1925 configurando<br />

l'<strong>Istituto</strong> come una UniversitaÁ libera che conferiva la laurea in<br />

<strong>Scienze</strong> sociali politiche ed economiche dopo quattro anni legali <strong>di</strong> corso.<br />

3 Atti del Consiglio Comunale <strong>di</strong> <strong>Firenze</strong> (1871), p. 613.<br />

4 Fu Luigi Ridolfi, relatore della delibera a rigettare la proposta <strong>di</strong> Carlo Alfieri.<br />

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