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inventario dell'archivio storico degli spedali riuniti di pistoia

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Spedali Riuniti<br />

all’assistenza e alcune <strong>di</strong> esse avevano persino qualche nozione <strong>di</strong> tipo chirurgico.<br />

Prestavano servizio in ospedale otto me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> ruolo, i quali si alternavano con turni <strong>di</strong><br />

due me<strong>di</strong>ci per ciascun trimestre. I più anziani percepivano un emolumento <strong>di</strong> 40 staia <strong>di</strong><br />

grano l’anno, mentre gli altri semplici regalie. Tutte le mattine i due me<strong>di</strong>ci in servizio<br />

procedevano alle visite <strong>degli</strong> ammalati, sia uomini che donne, secondo una lista preparata<br />

dall’infermiere ed accompagnati da un giovane speziale che annotava nel libro delle ricette i<br />

me<strong>di</strong>camenti prescritti.<br />

Spettava ai me<strong>di</strong>ci qualunque decisione circa la <strong>di</strong>eta dei malati e la loro <strong>di</strong>missione, <strong>di</strong><br />

cui si occupava materialmente l’infermiere.<br />

Non molto praticata risultava la <strong>di</strong>ssezione dei cadaveri, che invece era ritenuto un<br />

esercizio assai utile per i chirurghi. Non si procedeva con regolarità neanche ad ispezionare le<br />

<strong>di</strong>spense dei me<strong>di</strong>cinali, affidandosi completamente al maestro <strong>di</strong> spezieria.<br />

Prestavano servizio in ospedale cinque cerusici detti “maestri <strong>di</strong> grembiale”, ed un<br />

infermiere cui spettavano le operazioni <strong>di</strong> “grande chirurgia”, la lettura agli studenti della<br />

pratica chirurgica e le procedure relative all’ammissione, <strong>di</strong>missione ed accoppiamento dei<br />

malati. L’Infermiere percepiva uno stipen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 100 scu<strong>di</strong> l’anno, mentre i cerusici <strong>di</strong> 12 staia<br />

<strong>di</strong> grano l’anno.<br />

L’armamentario chirurgico viene giu<strong>di</strong>cato da Manetti, scarso. Si osserva infatti come<br />

per la maggior parte esso consista in ferri per l’estrazione dei feti ed in bottoni da fuoco<br />

all’epoca ormai in <strong>di</strong>suso. Al contrario la spezieria viene giu<strong>di</strong>cata ben fornita ed or<strong>di</strong>nata,<br />

gestita in maniera corretta da un maestro, coa<strong>di</strong>uvato da due appren<strong>di</strong>sti.<br />

Alla relazione del Manetti fece seguito una riforma dell’ospedale. In data 23 novembre<br />

1767, in esecuzione del rescritto <strong>di</strong> S.A.R. del 12 novembre, vennero introdotti importanti<br />

miglioramenti tra i quali la possibilità data al camarlingo <strong>di</strong> aumentare, in caso <strong>di</strong> necessità, le<br />

monache e gli inservienti addetti all’assistenza <strong>degli</strong> ammalati; l’obbligo per i due me<strong>di</strong>ci<br />

anziani <strong>di</strong> controllare personalmente la composizione dei nuovi me<strong>di</strong>cinali prescritti, <strong>di</strong><br />

compiere visite perio<strong>di</strong>che alla <strong>di</strong>spensa dei me<strong>di</strong>cinali, <strong>di</strong> rinnovare la strumentazione<br />

chirurgica ed anatomica. Venne inoltre previsto che il camarlingo fosse tenuto a vigilare sullo<br />

svolgimento delle lezioni provvedendo all’acquisto dei libri <strong>di</strong> anatomia per gli studenti che<br />

ne fossero sprovvisti, anche se tali testi rimanevano <strong>di</strong> proprietà dell’ospedale. L’infermiere<br />

infine avrebbe dovuto provvedere alla creazione <strong>di</strong> un erbario ad uso <strong>degli</strong> studenti.<br />

In seguito alla grave carestia verificatasi negli anni successivi al 1766-1767, la situazione<br />

14 In casi <strong>di</strong> particolare affluenza gli ammalati venivano “accoppiati” cioè posti due per letto,“i gravi con i gravi,<br />

i casi <strong>di</strong> chirurgia separati dai febbricitanti”. Luigi Bargiacchi, Storia <strong>degli</strong> istituti <strong>di</strong> beneficenza, d’istruzione ed<br />

educazione in Pistoia e suo circondario dalle rispettive origini a tutto l’anno 1880, Firenze 1883, vol I, p.228.<br />

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