inventario dell'archivio storico degli spedali riuniti di pistoia

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03.06.2013 Views

Spedali Riuniti OSPEDALE DEL CEPPO Fino dagli inizi del XIII secolo, Pistoia, come tutte le altre città italiane, aveva visto il fiorire di una rete di ospizi, sorti soprattutto lungo le grandi arterie di comunicazione, per il ricovero dei viandanti e dei malati. Tali ospizi, che avevano come caratteristica comune la fondazione da parte di un facoltoso privato, possono essere considerati il frutto di un nuovo orientamento della carità cristiana volta ad attuare il regno di Dio attraverso il servizio ai poveri ed ai bisognosi, piuttosto che ritirandosi a vita eremitica o conventuale 4 . Lo Spedale del Ceppo di Pistoia deve la sua origine ad una delle numerose compagnie e confraternite fiorite nel corso del XIII secolo, la Compagnia di Santa Maria del Ceppo dei poveri, nota anche come Compagnia della Crocetta. Non ci è noto l’anno della sua fondazione ma la documentazione ne attesta l’esistenza a partire dalla seconda metà del XIII secolo 5 con fine assistenziale nei confronti dei poveri e degli ammalati. Dai primi del Trecento fino agli inizi del Cinquecento, la Compagnia gestì l’Ospedale ed il suo priore o governatore fu sempre riconosciuto di diritto rettore o spedalingo dello stesso. A prescindere dalla leggendaria origine dell’Ospedale, che ne attribuiva la fondazione ai pii coniugi Antimo e Bandinella, ammoniti in sogno da una voce celeste ad edificare un ospedale nel punto in cui, sull’argine della Brana, avessero trovato un ceppo fiorito in pieno inverno 6, è noto che con il termine Ceppo veniva identificata la cassetta delle elemosine nella quale i benefattori deponevano le loro offerte. Fu solo dopo l’epidemia di peste nera del 1348, che il Ceppo assunse un ruolo di preminenza rispetto a tutti gli altri ospedali cittadini. Da quel momento si moltiplicarono anche i lasciti testamentari in favore dell’Ospedale, che andarono a costituire la base del suo cospicuo patrimonio immobiliare. Ne danno testimonianza sia i registri di copie di testamenti (dei 7 registri conservati nella serie Privilegi, testamenti, donazioni e lasciti, ben cinque iniziano infatti negli anni attorno al 1348) che i campioni dei beni, redatti in quegli stessi anni allo scopo di amministrare il patrimonio. I motivi per cui solo lo Spedale del Ceppo beneficiasse di tali lasciti non sono ancora 4 AA.VV. Contributi per la storia dello Spedale del Ceppo, Spedali Riuniti di Pistoia, Pistoia, 1977. 5 Il primo documento in cui si trova citata è un contratto di vendita del 1286. 6 Secondo la tradizione l’Ospedale sarebbe stato fondato nel 1277, data riportata per la prima volta nella cronaca di Michelangelo Salvi, che dichiara di averla desunta dall’Arferuoli, il quale tuttavia la posticipa al 1297. Ultimo dei cronisti di età moderna, Jacopo Maria Fioravanti, data la fondazione del Ceppo addirittura al 1252. Si veda in proposito: M. SALVI, Historie di Pistoia e fazioni d’Italia, Roma 1656 (rist. anastatica Forni 1978), vol. I, p.228; Archivio Capitolare di Pistoia, ARFERUOLI, Historie delle cose più notabili seguite in Toscana, et altri luoghi, et in particolare in Pistoia ms.; J. M. FIORAVANTI, Memorie storiche della città di Pistoja, Lucca 1758 (rist. anastatica Forni 1968). 4

Spedali Riuniti stati chiariti, ma probabilmente devono ricondursi al fatto che, fino dal 20 settembre 1345, momento immediatamente precedente gli anni della peste, i membri della Confraternita accanto al primitivo ospizio, ubicato nella parte sud-orientale degli attuali Spedali Riuniti, avevano attrezzato un altro edificio specificamente dedicato alla funzione ospedaliera. Poichè i due edifici non erano contigui, tra loro scorreva infatti il torrente Brana, la Società del Ceppo chiese licenza al Comune di poter costruire un ponte di collegamento fra i due. In seguito il complesso edilizio si ampliò ulteriormente inglobando l’originaria sede della Società del Ceppo ed in poco più di una decina d’anni, all’antica struttura si aggiunsero un nuovo chiostro, un nuovo oratorio, l’abitazione dello Spedalingo e le corsie per gli uomini e per le donne. Un nuovo e ancor più grande sviluppo della fabbrica dell’ospedale si ebbe a seguito dei privilegi accordati dal Comune di Pistoia e dalla Signoria fiorentina nel corso del XV secolo. Agli inizi del Quattrocento l’ospedale di Santa Maria del Ceppo, si era affermato come l’ente più ricco e più importante nel panorama assistenziale pistoiese, potendo vantare un bilancio doppio rispetto a quello del vescovado. Dalla dichiarazione catastale del 1428 7 , si ricava che l’ospedale manteneva con le proprie entrate 70 infermi temporanei e circa 25 permanenti, e che spendeva ogni anno 600 lire per medicine e zucchero per gli ammalati, 500 lire in frumento, 300 in vino e 50 in orzo per produrre acquavite. Inoltre l’ospedale provvedeva alla distribuzione di cibo e vestiario ai poveri tutti i lunedì e nelle festività di Ognissanti e del giovedì santo, ai prigionieri nella settimana successiva all’Assunzione e ai poveri vergognosi il lunedì, il mercoledì e il giovedì di ogni settimana. Il personale interno era composto da due medici, otto infermieri (quattro maschi e quattro femmine) ed altri inservienti. Nell’Ospedale, sia per prestare assistenza agli ammalati che per somministrare i conforti religiosi, era inoltre presente personale religioso. Inizialmente tale compito fu affidato ai Fraticelli, mentre dalla fine del XIV secolo ai frati dell’ordine dei Gesuati, fondato dal fiorentino beato Giovanni Colombini. Con concordato del 1540 le monache Gesuate di San Bastiano vennero destinate all’assistenza delle inferme ed assoggettate direttamente allo spedalingo che provvedeva al loro mantenimento. La collaborazione con le Gesuate nel servizio ospedaliero delle inferme, era ancora attiva alla metà del XVIII secolo, mentre per gli infermi di sesso maschile e per il proprio servizio 7 Cfr. D. HERLIHY, Pistoia nel Medioevo e nel Rinascimento. 1200 – 1430, Firenze, Leo Olschki Editore, 1972, pp. 275-276. 5

Spedali Riuniti<br />

stati chiariti, ma probabilmente devono ricondursi al fatto che, fino dal 20 settembre 1345,<br />

momento imme<strong>di</strong>atamente precedente gli anni della peste, i membri della Confraternita<br />

accanto al primitivo ospizio, ubicato nella parte sud-orientale <strong>degli</strong> attuali Spedali Riuniti,<br />

avevano attrezzato un altro e<strong>di</strong>ficio specificamente de<strong>di</strong>cato alla funzione o<strong>spedali</strong>era. Poichè<br />

i due e<strong>di</strong>fici non erano contigui, tra loro scorreva infatti il torrente Brana, la Società del Ceppo<br />

chiese licenza al Comune <strong>di</strong> poter costruire un ponte <strong>di</strong> collegamento fra i due. In seguito il<br />

complesso e<strong>di</strong>lizio si ampliò ulteriormente inglobando l’originaria sede della Società del<br />

Ceppo ed in poco più <strong>di</strong> una decina d’anni, all’antica struttura si aggiunsero un nuovo<br />

chiostro, un nuovo oratorio, l’abitazione dello Spedalingo e le corsie per gli uomini e per le<br />

donne.<br />

Un nuovo e ancor più grande sviluppo della fabbrica dell’ospedale si ebbe a seguito<br />

dei privilegi accordati dal Comune <strong>di</strong> Pistoia e dalla Signoria fiorentina nel corso del XV<br />

secolo.<br />

Agli inizi del Quattrocento l’ospedale <strong>di</strong> Santa Maria del Ceppo, si era affermato come<br />

l’ente più ricco e più importante nel panorama assistenziale pistoiese, potendo vantare un<br />

bilancio doppio rispetto a quello del vescovado.<br />

Dalla <strong>di</strong>chiarazione catastale del 1428 7 , si ricava che l’ospedale manteneva con le<br />

proprie entrate 70 infermi temporanei e circa 25 permanenti, e che spendeva ogni anno 600<br />

lire per me<strong>di</strong>cine e zucchero per gli ammalati, 500 lire in frumento, 300 in vino e 50 in orzo<br />

per produrre acquavite. Inoltre l’ospedale provvedeva alla <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> cibo e vestiario ai<br />

poveri tutti i lunedì e nelle festività <strong>di</strong> Ognissanti e del giovedì santo, ai prigionieri nella<br />

settimana successiva all’Assunzione e ai poveri vergognosi il lunedì, il mercoledì e il giovedì<br />

<strong>di</strong> ogni settimana.<br />

Il personale interno era composto da due me<strong>di</strong>ci, otto infermieri (quattro maschi e<br />

quattro femmine) ed altri inservienti. Nell’Ospedale, sia per prestare assistenza agli ammalati<br />

che per somministrare i conforti religiosi, era inoltre presente personale religioso.<br />

Inizialmente tale compito fu affidato ai Fraticelli, mentre dalla fine del XIV secolo ai frati<br />

dell’or<strong>di</strong>ne dei Gesuati, fondato dal fiorentino beato Giovanni Colombini. Con concordato del<br />

1540 le monache Gesuate <strong>di</strong> San Bastiano vennero destinate all’assistenza delle inferme ed<br />

assoggettate <strong>di</strong>rettamente allo <strong>spedali</strong>ngo che provvedeva al loro mantenimento. La<br />

collaborazione con le Gesuate nel servizio o<strong>spedali</strong>ero delle inferme, era ancora attiva alla<br />

metà del XVIII secolo, mentre per gli infermi <strong>di</strong> sesso maschile e per il proprio servizio<br />

7 Cfr. D. HERLIHY, Pistoia nel Me<strong>di</strong>oevo e nel Rinascimento. 1200 – 1430, Firenze, Leo Olschki E<strong>di</strong>tore, 1972,<br />

pp. 275-276.<br />

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