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inventario dell'archivio storico degli spedali riuniti di pistoia

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XXIII. Amministrazione <strong>di</strong> doti ed ere<strong>di</strong>tà<br />

serie<br />

XXIII. Amministrazione <strong>di</strong> doti ed ere<strong>di</strong>tà<br />

All'atto della soppressione delle congregazioni e confraternite, per decreto <strong>di</strong> Pietro Leopoldo, i beni e le<br />

ren<strong>di</strong>te derivanti dalle numerose doti che erano state conferite a quegli stessi enti, vennero incamerati nel<br />

Patrimonio Ecclesiastico e da questo furono poi assegnati ai Regi Spedali Riuniti <strong>di</strong> Pistoia. Con il sovrano<br />

rescritto del 17 <strong>di</strong>cembre 1783, passarono sotto l'amministrazione dei Regi Spedali anche gli obblighi delle doti<br />

provenienti dalle tre soppresse Congregazioni dei PP. Secolari della SS. Trinità, dello Spirito Santo e <strong>di</strong> S.<br />

Maria in Piazza.<br />

- Doti della Congregazione <strong>di</strong> Santa Maria In Piazza: anche in seguito alla sua soppressione, Pietro Leopoldo<br />

con Motuproprio del 21 luglio 1783, volle mantenere la tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> beneficenza che aveva caratterizzato la<br />

storia <strong>di</strong> questa congregazione e stabilì che si continuassero a conferire ogni anno tre doti <strong>di</strong> L. 88 e 20/100,<br />

denominandole Doti <strong>di</strong> Santa Maria in Piazza. Il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> conferirle fu dato ai rappresentanti delle famiglie<br />

patrone delle doti già esistenti e all'estinzione <strong>di</strong> queste, tale <strong>di</strong>ritto passò alle alunne dei Conservatori delle<br />

Crocifissine e dell'Abbandonate.<br />

- Dote Frosini: tale dote era costituita <strong>di</strong> L. 42 conferibile a beneplacito dei <strong>di</strong>scendenti della famiglia Nencini.<br />

Tale <strong>di</strong>ritto passò quin<strong>di</strong> al conte Alessio Pandolfini <strong>di</strong> Firenze.<br />

- Dote Catani: costituita da L. 204 e 12/100 fu istituita per testamento <strong>di</strong> Giuliano Catani del 6 ottobre 1649,<br />

rogato ser Francesco Lazzari. Il fondatore stabilì che ad ogni altra fanciulla fossero anteposte le figlie <strong>di</strong><br />

Andrea <strong>di</strong> Biagio Catani, <strong>di</strong> Giovanni Pillotti, <strong>di</strong> Bernardo Vannini e loro <strong>di</strong>scendenti e per tale motivo<br />

rimasero conferite a fanciulle <strong>di</strong>moranti nei popoli <strong>di</strong> Orsigna e Frassignoni dove risiedevano i patroni. La dote<br />

veniva pagata dopo la presentazione del certificato <strong>di</strong> avvenuto matrimonio e constatata la <strong>di</strong>scendenza in base<br />

all'albero genealogico esistente negli atti dei RR. Spedali.<br />

Successivamente, con sovrano rescritto del 6 gennaio 1787, furono accollate all'amministrazione dei Regi<br />

Spedali anche le doti:<br />

- Doti Corsetti: con testamento del 20 gennaio 1680 Serafina Corsetti o Corsini aveva istituito due doti <strong>di</strong> £ 26<br />

e 48/100 conferibili a due povere fanciulle della parrocchia <strong>di</strong> Sant'Alessio a Bigiano dagli ere<strong>di</strong> e successori<br />

del cavaliere priore Baldassarre Sozzifanti.<br />

- Dote Nal<strong>di</strong>: ammontante a £ 26 e 40/100 faceva carico alla Compagnia <strong>di</strong> Sant'Ansano <strong>di</strong> Pistoia secondo le<br />

<strong>di</strong>sposizioni testamentarie <strong>di</strong> Salvadore Nal<strong>di</strong>. Vi avevano <strong>di</strong>ritto le fanciulle appartenenti alle famiglie<br />

coloniche dei successori del cavaliere Giovanni Carlo Sozzifanti.<br />

- Doti dei PP. Serviti: istituite da Giovanni Batta Pacinotti con testamento del 10 novembre 1611,<br />

ammontavano a £ 33 e 60/100 e venivano conferite a fanciulle <strong>di</strong>scendenti dalla famiglia del fondatore o, in<br />

loro assenza, a ragazze dei popoli <strong>di</strong> Collina, Ramini e Gabbiano.<br />

- Dote Barni: Caterina <strong>di</strong> Maso Barni, per testamento del 14 febbraio 1625, stabilì che annualmente dalle<br />

ren<strong>di</strong>te della sua ere<strong>di</strong>tà fossero depositate L. 36, 06 per formare una dote a favore delle fanciulle <strong>di</strong>scendenti<br />

da Andrea <strong>di</strong> Battista Barni. La dote veniva pagata dopo la presentazione del certificato <strong>di</strong> avvenuto<br />

matrimonio e constatata la <strong>di</strong>scendenza in base all'albero genealogico esistente negli atti dei RR. Spedali.<br />

- Dote Scarfantoni: veniva conferita dalla Compagnia <strong>di</strong> San Sebastiano per L. 87,7, in esecuzione del legato<br />

istituito per testamento <strong>di</strong> Federigo <strong>di</strong> Jacopo Scarfantoni del 19 settembre 1616, rogato ser Santi Jacometti. La<br />

dote veniva pagata dopo la presentazione del certificato <strong>di</strong> avvenuto matrimonio e constatata la <strong>di</strong>scendenza in<br />

base all'albero genealogico esistente negli atti dei RR. Spedali.<br />

- Dote Gai: la dote <strong>di</strong> L. 21 per una fanciulla <strong>di</strong>scendente da Bartolomeo Gai, padre del fondatore, era a carico<br />

della Compagnia <strong>di</strong> Sant'Ansano, che aveva accettato il legato istituito per testamento da Sebastiano <strong>di</strong><br />

Bartolomeo Gai <strong>di</strong> Pistoia dell'11 agosto 1679, rogato ser Ippolito Mazzanti. La dote veniva pagata dopo la<br />

presentazione del certificato <strong>di</strong> avvenuto matrimonio e constatata la <strong>di</strong>scendenza in base all'albero genealogico<br />

esistente negli atti dei RR. Spedali.<br />

- Dote Pecchioli: la dote <strong>di</strong> L. 21 per una fanciulla <strong>di</strong>scendente della famiglia del testatore, era a carico del<br />

Patrimonio della soppressa Compagnia <strong>di</strong> San Giovanni detta dello Scalzo, in virtù del testamento <strong>di</strong> Santi<br />

Pecchioli del 20 agosto 1700, rogato ser Piero Spinelli. La dote veniva pagata dopo la presentazione del<br />

certificato <strong>di</strong> avvenuto matrimonio e constatata la <strong>di</strong>scendenza in base all'albero genealogico esistente negli atti<br />

dei RR. Spedali.<br />

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