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inventario dell'archivio storico degli spedali riuniti di pistoia

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Spedali Riuniti<br />

compilando la fede <strong>di</strong> morte in cui si riportavano data e causa del decesso. In questo caso la<br />

famiglia era tenuta a restituire al guardaroba dell’ospedale tutti gli effetti personali del<br />

bambino.<br />

I bambini inviati fuori dall’ospedale vi venivano ricondotti in caso <strong>di</strong> cattiva custo<strong>di</strong>a<br />

o educazione o in caso <strong>di</strong> malattia. La riammissione era riportata nel registro generale <strong>degli</strong><br />

esposti. Se riammessi per malattia, una volta ristabiliti potevano essere riconsegnati alla<br />

famiglia affidataria o ad altra che ne avesse fatto richiesta. Potevano essere restituiti alle<br />

famiglie affidatarie anche quei bambini che fossero stati <strong>di</strong>chiarati malati incurabili o cronici,<br />

ma in questo caso le quote e gli stipen<strong>di</strong> spettanti alle famiglie stesse sarebbero stati<br />

accresciuti o prolungati.<br />

Al compimento del do<strong>di</strong>cesimo anno per i ragazzi ed al se<strong>di</strong>cesimo per le ragazze, le<br />

famiglie affidatarie non avevano più <strong>di</strong>ritto a ricevere il vestiario e gli stipen<strong>di</strong>. I gettatelli che<br />

rimanevano in ospedale venivano invece mantenuti fino al <strong>di</strong>ciottesimo anno i maschi e fino a<br />

definitiva collocazione le femmine. Al momento del licenziamento le ragazze, sia che<br />

andassero spose sia che fossero date in adozione o poste a servizio, avevano <strong>di</strong>ritto ad una<br />

dote <strong>di</strong> 50 scu<strong>di</strong>.<br />

Le ragazze, finché rimanevano in ospedale, erano tenute a prestare i servizi giornalieri<br />

<strong>di</strong> cucina, infermeria e bucato sia per i malati che per i gettatelli che per la famiglia<br />

dell’ospedale.<br />

bambini.<br />

Alla <strong>di</strong>rettrice ed al cappuccino spettava l’istruzione religiosa dei bambini.<br />

Il vitto veniva fornito in base a tabelle <strong>di</strong>etetiche che tenevano conto dell’età dei<br />

Il commissario eleggeva la <strong>di</strong>rettrice, che avrebbe dovuto avere competenze in ambito<br />

ostetrico, con i compiti <strong>di</strong> ispettrice dei quartieri delle balie e <strong>degli</strong> esposti, tranne per le<br />

fanciulle <strong>di</strong> età superiore ai sette anni per le quali esisteva una specifica superiora. La<br />

<strong>di</strong>rettrice vigilava sull’esecuzione <strong>degli</strong> or<strong>di</strong>ni, visitava almeno due volte ogni giorno i lattanti<br />

riferendo al Sovrintendente, all’Infermiere ed ai me<strong>di</strong>ci sul loro stato <strong>di</strong> salute; esaminava le<br />

donne aspiranti al ruolo <strong>di</strong> balie, sia interne che esterne, presentandole al sovrintendente per<br />

l’approvazione; sorvegliava i bambini e l’operato delle inservienti cui erano affidati; riceveva<br />

i me<strong>di</strong>camenti dalla spezieria <strong>di</strong>spensandoli alle balie ed ai bambini; sorvegliava sulla<br />

moralità e sul comportamento <strong>di</strong> tutti coloro che prestavano servizio in ospedale; controllava<br />

che nessuno potesse entrare o uscire senza il permesso del sovrintendente; teneva in consegna<br />

il guardaroba. Alla <strong>di</strong>rettrice era corrisposto uno stipen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> sei scu<strong>di</strong> al mese oltre al vitto ed<br />

all’alloggio in una camera ammobiliata. La <strong>di</strong>rettrice era coa<strong>di</strong>uvata da due aiutanti, elette dal<br />

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