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inventario dell'archivio storico degli spedali riuniti di pistoia

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Spedali Riuniti<br />

Vi era poi una camera per le deliranti, una per le gravide malate e convalescenti, una per le<br />

malate in osservazione con locali annessi come per il reparto <strong>degli</strong> uomini.<br />

L’Ospedale comprendeva inoltre locali ad uso <strong>di</strong> spezieria, scuola e cucina e le<br />

abitazioni per il soprintendente, il maestro <strong>di</strong> casa, i me<strong>di</strong>ci, i custo<strong>di</strong> e le guar<strong>di</strong>e.<br />

La parte successiva del regolamento del Covoni riguardava l’organizzazione<br />

dell’ospedale dei Trovatelli. Un quartiere era riservato ai lattanti ed alle balie, fornita <strong>di</strong> culle<br />

e <strong>di</strong> tutto l’occorrente, a<strong>di</strong>acente ad esso era una stanza a<strong>di</strong>bita a fasciatoio con focolare<br />

sempre acceso ed acqua corrente ed un loggiato per il passeggio delle balie. Nella muraglia<br />

esterna si trovava la ruota dotata <strong>di</strong> una campanello che suonava al girare della ruota stessa<br />

avvisando la <strong>di</strong>rettrice. Un altro quartiere era destinato ai bambini dallo svezzamento fino ai<br />

cinque anni. Appositi locali erano riservati ad uso della <strong>di</strong>rettrice e delle persone in servizio<br />

ed a refettorio. Un quartiere era a<strong>di</strong>bito a conservatorio per le fanciulle <strong>di</strong> età superiore ai<br />

cinque anni ed era gestito da una <strong>di</strong> esse con il titolo <strong>di</strong> priora.<br />

I bambini giungevano in ospedale attraverso la ruota, inviati dai gius<strong>di</strong>centi del<br />

territorio pistoiese o partoriti in ospedale dalle gravide occulte. Una volta ammessi i bambini<br />

erano affidati alla balia e, se privi <strong>di</strong> fede <strong>di</strong> battesimo, venivano battezzati in San Giovanni.<br />

In questo caso il nome era imposto dall’archivista che aveva anche il compito <strong>di</strong> registrare le<br />

ammissioni. La lettera ed il numero corrispondenti venivano poi riportati su <strong>di</strong> una<br />

medaglietta apposta al collo <strong>di</strong> ciascun bambino.<br />

Le balie, che percepivano uno stipen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> uno scudo al mese, allattavano i bambini<br />

fino ai 30 mesi e si occupavano anche <strong>di</strong> lavarli e fasciarli.<br />

Al Soprintendente spettava ogni decisione riguardo alla qualità e quantità del cibo, ed<br />

ai me<strong>di</strong>camenti e cure me<strong>di</strong>che da somministrare ai lattanti ed alle balie.<br />

I lattanti potevano anche essere inviati a balie esterne, stipen<strong>di</strong>ate in base ad apposite<br />

tabelle, spesso in famiglie che abitavano in campagna. Tali balie dovevano presentarsi in<br />

ospedale munite <strong>di</strong> un certificato del parroco che ne attestava sia la condotta morale che la<br />

possibilità <strong>di</strong> allattare.<br />

Potevano essere inviati presso famiglie che ne facessero richiesta anche bambini più<br />

gran<strong>di</strong>, impiegati soprattutto nel servizio domestico o in qualità <strong>di</strong> garzoni e aiutanti, sempre<br />

<strong>di</strong>etro attestazione <strong>di</strong> buona condotta del richiedente da parte del parroco.<br />

I dati della famiglia affidataria venivano annotati dall’archivista in un apposito<br />

registro, e la loro condotta nei confronti dei bambini era soggetta a controlli da parte dei<br />

gius<strong>di</strong>centi locali su richiesta del Commissario.<br />

In caso <strong>di</strong> morte del bambino affidato, spettava al parroco informarne l’ospedale<br />

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