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inventario dell'archivio storico degli spedali riuniti di pistoia

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Abbazia <strong>di</strong> San Bartolomeo apostolo detti Roccettini<br />

ABBAZIA DI SAN BARTOLOMEO APOSTOLO<br />

DETTA DEI ROCCETTINI<br />

Come attestato dalla più antica pergamena esistente nell'Archivio <strong>di</strong> Stato <strong>di</strong> Firenze e<br />

proveniente dal fondo pistoiese dei Roccettini, "nell'anno <strong>di</strong> nostra salute 726, anno ultimo del<br />

regno dei longobar<strong>di</strong> in Italia et decimottavo et ultimo <strong>di</strong> Desiderio loro re et quali venuti in<br />

Italia dell'anno 572 doppo aver regnato 204 anni furno da Charlo magnifico fatto prigioniero<br />

il re et scacciati. Fu da Gaydualdo me<strong>di</strong>co del soddetto re Desiderio e<strong>di</strong>ficato l'antichissimo<br />

monastero e chiesa <strong>di</strong> San Bartolomeo fuori delle mura all'hora <strong>di</strong> Pistoia" .<br />

Luogo prescelto per tale l'e<strong>di</strong>ficazione fu una proprietà dello stesso Gaydoaldo<br />

composta dalla metà <strong>di</strong> una casa <strong>di</strong> campagna con corte, prato, mulino e terreno lungo il<br />

torrente Brana e confinante con la via pubblica pistoiese.<br />

Con testamento del 5 febbraio 764 Gaydoaldo, dopo aver sottoposto il monastero alla<br />

chiesa pistoiese, lo dotò <strong>di</strong> buona parte dei suoi beni, tra i quali numerose fattorie, monasteri e<br />

xenodochi da lui fondati a Pavia, Cassio e Pistoia.<br />

Le donazioni continuarono per secoli, tanto che la proprietà terriera dell'abbazia risultò<br />

inferiore solo a quella del demanio regio.<br />

Sotto i benedettini l'abbazia ottenne la protezione dei marchesi <strong>di</strong> Toscana, in<br />

particolare quella <strong>di</strong> Ugo, vicario imperiale in Italia, che vi soggiornava spesso e vi morì nel<br />

1001. Dopo la sua morte il monastero perse molta della sua importanza e nel 1003 venne<br />

assoggettato alla ba<strong>di</strong>a <strong>di</strong> San Giovanni Battista <strong>di</strong> Parma i cui abati vi nominavano per<br />

superiore un monaco, col semplice titolo <strong>di</strong> proposto o priore. Sotto il governo <strong>degli</strong> abati<br />

parmensi, iniziò l'e<strong>di</strong>ficazione della chiesa <strong>di</strong> San Bartolomeo, terminata nel 1167.<br />

Il duca Bonifazio e il marchese Corrado confermarono all'abbazia le proprietà <strong>di</strong> tutti i<br />

beni posti nel territorio pistoiese e in aliis comitatibus rispettivamente nel 1039 e nel 1121.<br />

autonomia.<br />

Il 1 giugno 1229, per lodo del car<strong>di</strong>nale Egi<strong>di</strong>o, il monastero riprese la propria<br />

I monaci benedettini rimasero nell'abbazia fino al 1443, quando "a dì 13 <strong>di</strong> settembre<br />

dalla felice memoria <strong>di</strong> papa Eugenio quarto sempre benemerito della nostra Congregazione,<br />

anno 14 del suo pontificato, fu dato questo monastero con amplissime lettere in forma <strong>di</strong><br />

breve quali sono nell'archivio, alla religione nostra de' canonici regolari Lateranensi e<br />

dell'anno 1514 dalla felice memoria <strong>di</strong> papa Giulio II fu unito alla nostra Ba<strong>di</strong>a il priorato <strong>di</strong><br />

San Thomaso con la cappellania <strong>di</strong> San Francesco con obligo per detta cappellania d'una<br />

messa tutte le feste comandate et popolari et quando non vi sia festa alcuna tra la settimana<br />

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