inventario dell'archivio storico degli spedali riuniti di pistoia

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Ospedale di San Gregorio Riguardo all’attività assistenziale si precisava come lo spedaliere fosse tenuto a “allevare et ritenere e fanciulli masti sino all’età di 14 anni con buona cura et inviarli ad diverse arti o esercitii secondo che per la bolla si dispone et secondo la possibilità del luogo”. Una volta l’anno, nel mese di luglio, l’amministrazione degli spedalieri era sottoposta al sindacato di quattro ragionieri, estratti dalle borse ordinarie dei ragionieri della città di Pistoia purchè privi di rapporti di parentela con gli spedalieri o da altri impedimenti; tali ufficiali, dopo aver rivisto e saldato la propria amministrazione alla presenza del camarlingo generale di Pistoia, dovevano presentarla davanti al Consiglio del popolo, depositandone una copia in cancelleria e ottemperando alle pene pecuniarie previste in caso di cattiva gestione. Il salario dei ragionieri consisteva in due candelieri d’ottone. Nel 1574, data la contemporanea vacanza dello spedalingo e del vescovo, Francesco I si assunse il diritto di nomina che avveniva su proposta di tre nomi suggeriti dal Consiglio generale. Tale procedura venne conservata anche dai successivi granduchi, fino all’epoca della soppressione dell’ospedale. Il Consiglio e Pratica Segreta, con lettera dal 3 agosto 1590, ordinò al Commissario di impedire alle balie l’abuso del loro servizio, che evidentemente si protraeva oltre i limiti consentiti. Nel convento annesso all’ospedale di San Gregorio venivano istruite le fanciulle gettatelle al fine di costituire loro una dote in occasione di matrimonio e di renderle abili nell’attività della tessitura. Quasta pratica doveva essere assai frequente, tanto che, per far ottenere un maggiore profitto all’ospedale, il 29 novembre del 1618 San Gregorio venne esonerato dal pagamento della gabella delle porte, per la seta che importava da Firenze come materia prima e che poi tornava confezionata in panni, broccati e quant’altro. Le condizioni economiche dell’ospedale sembrano essere abbastanza buone almeno fino al 1630, quando lo spedalingo lamentava al Consiglio del Popolo la carenza degli assegnamenti previsti. Il Granduca allora dispose che il vicariato di Pescia corrispondesse annualemente 100 scudi per il sostentamento dei bambini provenienti da quella giurisdizione. Nel 1633 poi un disastroso incendio, a causa del quale morirono anche numerosi bambini, procurò ulteriori dissesti finanziari. Nuovi provvedimenti furono presi dal Consiglio nel 1640 relativamente all’abolizione delle elemosine settimanali corrisposte dall’ospedale ai frati cittadini, al destinare a servizio dell’ospedale i trovatelli piuttosto che i salariati, al privare del salario tutti i trovatelli, al mandare a servizio le trovatelle. Grazie ai numerosi lasciti ed alla buona amministrazione dei successivi spedalinghi Baccio e Lorenzo Tonti, San Gregorio poté accumulare un capitale sufficiente per 102

Ospedale di San Gregorio intraprendere la costruzione di una nuova fabbrica, su disegno e direzione dell’architetto Romualdo Cilli, che, cominciata l’anno 1749, ebbe termine nel 1756, quando fu restaurata anche l’annessa chiesa. Nel 1752, alla morte di Lorenzo Tonti, fu modificato nuovamente il sistema dell’elezione dell’ufficio di spedalingo. Il Governo di Firenze conferì infatti la nomina dei tre cittadini, da sottoporre alla decisione finale del Granduca, al Governatore della città ed al Gonfaloniere. Con motuproprio spedito in Consiglio di Reggenza il 25 luglio 1754, il principe prescelse come spedalingo il cavaliere Benedetto Moncetti e stabilì una serie di norme relative all’amministrazione ed all’organizzazione dell’ospedale stesso. In base a tali norme lo spedalingo avrebbe dovuto occuparsi non solo del governo economico dell’istituto, ma anche presiedere alla custodia ed all’educazione delle fanciulle dimoranti nel Conservatorio dell’ospedale, aver cura dei trovatelli procurando che fossero allattati e custoditi, sia quelli tenuti all’interno dell’ospedale, affidati alla cura di tre balie, sia quelli inviati a balia fuori dall’istituto in città ed in campagna. Lo spedalingo avrebbe inoltre dovuto seguire le lavorazioni della seta fatte dalle fanciulle dato che da tali lavori l’ospedale ne traeva qualche profitto, tenere la cassa del denaro ricavato dalla vendita delle grascie e dalla riscossione delle rendite pagando di sua mano tutte le spese e i debiti. Veniva quindi abolita la figura del cassiere. In precedenza, con lettera della Pratica segreta del 4 gennaio 1735, era stato stabilito che lo spedalingo fosse compensato con un salario di lire 100 al mese (in precedenza aveva diritto a conseguire il pieno trattamento di alloggio, vitto, biancheria ecc. per sè e per la sua famiglia e servitù per un onere annuale di circa 400 scudi). I ministri da lui dipendenti erano uno scrivano, con provvisione di lire 240 annue, un fattore con salario di lire 10 al mese più due mancie di lire 7 a Natale ed a San Jacopo, un vinaio e panettiere con lire 7 al mese e due mancie come sopra, una donna inserviente per le fanciulle con salario di lire 2 e mezza al mese e lire 4 annue di mancia, una cuoca con lo stesso salario, un sacerdote cui spettavano annualmente 90 staia di grano e lire 20 in contanti e tre inservienti. Con lettera della Pratica Segreta del 3 maggio 1764 l’ospedale fu dichiarato esente dalle leggi di manimorta emanate con motuproprio del 18 settembre 1763. Per la cura dei trovatelli ammalati, con motuproprio del 9 dicembre 1766 e lettera del 27 novembre 1768, il granduca ordinò che fossero ricevuti e curati gratuitamente all’interno dell’ospedale stesso grazie alla istituzione di un’apposita infermeria. Gli stessi decreti costituirono un primo passo nell’avvicinamento diegli istituti di San Gregorio e del Ceppo. 103

Ospedale <strong>di</strong> San Gregorio<br />

intraprendere la costruzione <strong>di</strong> una nuova fabbrica, su <strong>di</strong>segno e <strong>di</strong>rezione dell’architetto<br />

Romualdo Cilli, che, cominciata l’anno 1749, ebbe termine nel 1756, quando fu restaurata<br />

anche l’annessa chiesa.<br />

Nel 1752, alla morte <strong>di</strong> Lorenzo Tonti, fu mo<strong>di</strong>ficato nuovamente il sistema<br />

dell’elezione dell’ufficio <strong>di</strong> <strong>spedali</strong>ngo. Il Governo <strong>di</strong> Firenze conferì infatti la nomina dei tre<br />

citta<strong>di</strong>ni, da sottoporre alla decisione finale del Granduca, al Governatore della città ed al<br />

Gonfaloniere.<br />

Con motuproprio spe<strong>di</strong>to in Consiglio <strong>di</strong> Reggenza il 25 luglio 1754, il principe<br />

prescelse come <strong>spedali</strong>ngo il cavaliere Benedetto Moncetti e stabilì una serie <strong>di</strong> norme<br />

relative all’amministrazione ed all’organizzazione dell’ospedale stesso. In base a tali norme lo<br />

<strong>spedali</strong>ngo avrebbe dovuto occuparsi non solo del governo economico dell’istituto, ma anche<br />

presiedere alla custo<strong>di</strong>a ed all’educazione delle fanciulle <strong>di</strong>moranti nel Conservatorio<br />

dell’ospedale, aver cura dei trovatelli procurando che fossero allattati e custo<strong>di</strong>ti, sia quelli<br />

tenuti all’interno dell’ospedale, affidati alla cura <strong>di</strong> tre balie, sia quelli inviati a balia fuori<br />

dall’istituto in città ed in campagna. Lo <strong>spedali</strong>ngo avrebbe inoltre dovuto seguire le<br />

lavorazioni della seta fatte dalle fanciulle dato che da tali lavori l’ospedale ne traeva qualche<br />

profitto, tenere la cassa del denaro ricavato dalla ven<strong>di</strong>ta delle grascie e dalla riscossione delle<br />

ren<strong>di</strong>te pagando <strong>di</strong> sua mano tutte le spese e i debiti. Veniva quin<strong>di</strong> abolita la figura del<br />

cassiere.<br />

In precedenza, con lettera della Pratica segreta del 4 gennaio 1735, era stato stabilito<br />

che lo <strong>spedali</strong>ngo fosse compensato con un salario <strong>di</strong> lire 100 al mese (in precedenza aveva<br />

<strong>di</strong>ritto a conseguire il pieno trattamento <strong>di</strong> alloggio, vitto, biancheria ecc. per sè e per la sua<br />

famiglia e servitù per un onere annuale <strong>di</strong> circa 400 scu<strong>di</strong>). I ministri da lui <strong>di</strong>pendenti erano<br />

uno scrivano, con provvisione <strong>di</strong> lire 240 annue, un fattore con salario <strong>di</strong> lire 10 al mese più<br />

due mancie <strong>di</strong> lire 7 a Natale ed a San Jacopo, un vinaio e panettiere con lire 7 al mese e due<br />

mancie come sopra, una donna inserviente per le fanciulle con salario <strong>di</strong> lire 2 e mezza al<br />

mese e lire 4 annue <strong>di</strong> mancia, una cuoca con lo stesso salario, un sacerdote cui spettavano<br />

annualmente 90 staia <strong>di</strong> grano e lire 20 in contanti e tre inservienti.<br />

Con lettera della Pratica Segreta del 3 maggio 1764 l’ospedale fu <strong>di</strong>chiarato esente<br />

dalle leggi <strong>di</strong> manimorta emanate con motuproprio del 18 settembre 1763.<br />

Per la cura dei trovatelli ammalati, con motuproprio del 9 <strong>di</strong>cembre 1766 e lettera del<br />

27 novembre 1768, il granduca or<strong>di</strong>nò che fossero ricevuti e curati gratuitamente all’interno<br />

dell’ospedale stesso grazie alla istituzione <strong>di</strong> un’apposita infermeria. Gli stessi decreti<br />

costituirono un primo passo nell’avvicinamento <strong>di</strong>egli istituti <strong>di</strong> San Gregorio e del Ceppo.<br />

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