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inventario dell'archivio storico degli spedali riuniti di pistoia

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Ospedale <strong>di</strong> San Gregorio<br />

Pietro del Terchio. Dopo che la nomina del Nutini fu ratificata dalla Signoria fiorentina, le<br />

proteste degenerarono in una vera e propria guerra intestina tra le due fazioni, che si concluse<br />

con il sanguinoso scontro del 17 giugno 1500 24 . Raggiunto infine un accordo, i Panciatichi<br />

consegnarono lo Spedale ai Cancellieri che, inorgogliti del successo ottenuto, lo<br />

saccheggiarono barbaramente.<br />

Dopo questo sanguinoso avvenimento, il governo dello Spedale passò in mano al<br />

Supremo Magistrato citta<strong>di</strong>no ed il Consiglio ne affidò la <strong>di</strong>rezione a quattro probi citta<strong>di</strong>ni.<br />

Le lotte <strong>di</strong> parte e la carestia che colpì la città nel 1505 impoverirono notevolmente le<br />

finanze dell’ospedale che continuò a sopravvivere grazie alla carità citta<strong>di</strong>na ed agli aiuti<br />

pervenuti dall’Opera <strong>di</strong> San Jacopo, dalla Pia Casa <strong>di</strong> Sapienza e dall’Ospedale del Ceppo.<br />

Al fine <strong>di</strong> evitare nuovi scontri, nel 1506 la Signoria <strong>di</strong> Firenze affidò il governo <strong>di</strong><br />

San Gregorio allo <strong>spedali</strong>ngo degl’Innocenti <strong>di</strong> Firenze, sotto il quale vi rimase fino al 1525.<br />

Successivamente la nomina dello <strong>spedali</strong>ngo tornò ad effettuarsi secondo quanto stabilito<br />

dalla bolla <strong>di</strong> Bonifacio IX, fino all’epoca della sua soppressione.<br />

Per or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Cosimo I ed in occasione dell’ampliamento della Fortezza, nel 1539<br />

l’ospedale fu trasferito nelle case dove risiedeva la compagnia <strong>di</strong> Sant’Antonio Abate, in porta<br />

Lucchese e la sua antica sede fu destinata ad ospitare le monache <strong>di</strong> Santa Lucia.<br />

Si conserva una minuta <strong>di</strong> capitoli e or<strong>di</strong>namenti del 22 novembre 1552, approvata da<br />

Cosimo I il 6 aprile 1553 25 , dalla quale si evince che il patronato dello Spedale spettava al<br />

Comune <strong>di</strong> Pistoia e che gli aspiranti alla carica <strong>di</strong> <strong>spedali</strong>ngo dovevano avere, tra i requisiti,<br />

un’età superiore ai 40 anni, la citta<strong>di</strong>nanza pistoiese ed essere abili agli uffici; inoltre,<br />

presumibilmente per incompatibilità con l’amministrazione delle doti, secondo quanto<br />

stabilito anche nella bolla <strong>di</strong> papa Bonifacio IX, non dovevano avere figli maschi o figlie<br />

femmine non maritate o vedove. Lo <strong>spedali</strong>ere veniva scelto dal vescovo all’interno <strong>di</strong> una<br />

rosa <strong>di</strong> tre nomi in<strong>di</strong>cati dal Consiglio del popolo <strong>di</strong> Pistoia e durava in carica per sei mesi.<br />

Era tenuto ad investire in fitti o terre tutti gli utili in avanzo, stabilire il salario delle balie, il<br />

tempo previsto per l’allattamento, l’entità delle doti e provvedere con libero arbitrio<br />

nell’amministrazione or<strong>di</strong>naria e straor<strong>di</strong>naria, eccezion fatta in materia <strong>di</strong> alienazioni e affitti<br />

perpetui, per i quali dovevano operare solo in caso <strong>di</strong> necessità e comunque entro i 50 scu<strong>di</strong>.<br />

Tra le <strong>di</strong>sposizioni si precisa anche che non potevano essere impiegati più <strong>di</strong> 20 scu<strong>di</strong> per le<br />

spese dei funerali <strong>degli</strong> <strong>spedali</strong>eri defunti. Durante lo svolgimento della propria carica allo<br />

<strong>spedali</strong>ere era fatto <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> accedere ad altre cariche o magistrature <strong>di</strong> qualsiasi tipo.<br />

24<br />

L. Bargiacchi, op. cit., p. 136. Il Salvi nel tomo III, p. 3 racconta nel dettaglio tutte le fasi della nomina e <strong>degli</strong><br />

avvenimenti successivi.<br />

25<br />

Registro 169 capitoli del 1553. CITARE FONTE<br />

101

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