03.06.2013 Views

n° 68 - Eco della Brigna

n° 68 - Eco della Brigna

n° 68 - Eco della Brigna

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Bimestrale di informazione religiosa, cultura e attualità •Chiesa nel Sud - Chiese del Sud • I sabato di Quaresima • M. Macrina Raparelli<br />

Nuova serie - Parrocchia Maria SS. Annunziata<br />

Piazza F. Spallitta - 90030 Mezzojuso (PA) - Italia - ecobrigna@libero.it<br />

Spedizione in abb. post. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Palermo<br />

Numero <strong>68</strong><br />

Marzo 2009<br />

Una caduta di stile<br />

• Una mattina al circo! • Festa dello sposalizio di S. Giuseppe • Una caduta di stile<br />

• Cavalli, Cavalieri e Mastro Campo • Gli IMI, militari italiani internati (2 a parte)<br />

• Nasce l’U.P.L.A.S. • Tu da che parte stai?


don Enzo Cosentino<br />

editoriale di<br />

e2<br />

Chiesa nel Sud - Chiese del Sud<br />

Convegno sulla realtà meridionale - Napoli 12 e 13 Febbraio<br />

Da sinistra, l’Archimandrita Oliviero Donato, Mons. Ercole Lupinacci, Mons. Sotir Ferrara, il Diac. Paolo Gionfriddo e don Enzo Cosentino.<br />

Nel 1948, l’Episcopato<br />

dell’Italia meridionale,<br />

con una lettera collettiva,<br />

richiamava l’attenzione<br />

del Governo e delle<br />

Istituzioni sui problemi<br />

del Mezzogiorno.<br />

Nel 1989, al compiersi del 40° anniversario<br />

<strong>della</strong> lettera dei Vescovi, la C.E.I.<br />

(Conferenza Episcopale Italiana)<br />

approfondì un’importante riflessione<br />

per riproporre con rinnovato vigore la<br />

Questione meridionale. Il documento<br />

allora elaborato, Il Paese non crescerà<br />

se non insieme, resta valido per la speranza<br />

che lo pervade e per l’impegno<br />

<strong>della</strong> Chiesa di operare per il bene<br />

delle popolazioni meridionali, pur<br />

nella distinzione dei ruoli.<br />

A vent’anni da quel documento, la<br />

riflessione ritorna con un Convegno<br />

dei Vescovi del Sud, che si è celebrato<br />

a Napoli il 12-13 febbraio u.s. CHIE-<br />

SA NEL SUD / CHIESE DEL SUD è<br />

il titolo di questo Convegno 2009.<br />

L’intento è stato quello di rivisitare il<br />

documento del 1989 alla luce <strong>della</strong><br />

crisi economica odierna, che ha conseguenze<br />

soprattutto fra le fasce più<br />

deboli <strong>della</strong> popolazione; di ritornare a<br />

riflettere sulla realtà meridionale non<br />

con la pretesa di offrire soluzioni ai<br />

problemi vecchi e nuovi, che continuano<br />

ad affliggere il Sud, ma, in modo<br />

particolare, per dare nuovo impulso<br />

all’azione pastorale che, per essere<br />

efficace, non può esaurirsi soltanto con<br />

l’evangelizzazione. Accanto ad essa,<br />

sempre necessaria ed efficace, ed alla<br />

celebrazione del culto liturgico, occorre<br />

una presenza nuova che traduca in<br />

scelte operative il precetto <strong>della</strong> carità.<br />

Dal Convegno è emersa una presa di<br />

coscienza <strong>della</strong> situazione in cui versa<br />

oggi il Sud del nostro Paese e la riproposta<br />

<strong>della</strong> scelta preferenziale verso i<br />

più poveri. Sono state evidenziate le<br />

difficoltà e le risorse del Mezzogiorno;<br />

è stata messa in rilievo la sua scarsa<br />

capacità di lavorare insieme. Nel contempo<br />

ci si è chiesti, in modo particolare,<br />

cosa voglia dire oggi porsi “nel<br />

futuro da credenti responsabili”, come<br />

recitava il sottotitolo del Convegno.<br />

Il documento <strong>della</strong> C.E.I. del 1989<br />

evidenziava alcuni problemi che sono<br />

ancora oggi presenti nel Sud: la disoccupazione,<br />

un ritardo nello sviluppo,<br />

una radicata rete di piccolo e grande<br />

clientelismo, la mancanza di una forza<br />

propulsiva interna, la dipendenza<br />

dalla criminalità organizzata, la mafia<br />

e la mafiosità dei comportamenti.<br />

Di fronte ad essi il ruolo <strong>della</strong> Chiesa<br />

è quello di educare le coscienze, attraverso<br />

una nuova evangelizzazione, e<br />

da qui, poi volgere alla formazione di<br />

una nuova etica pubblica.<br />

Il ruolo <strong>della</strong> Chiesa del Sud è di trovare<br />

le vie per una accoglienza auten-<br />

tica, un reale ecumenismo. Le nostre<br />

terre, infatti, si presentano alla<br />

Nazione e all’Europa con il sud del<br />

mondo dentro casa.<br />

Il documento finale, elaborato al<br />

Convegno, è un invito a camminare<br />

insieme: “vorremmo che la speranza<br />

del sud fosse la speranza del Paese”; è<br />

un invito a correggere alcune distorsioni<br />

insinuatesi nei nostri stili di vita. I<br />

laici, ad esempio, dovranno sempre di<br />

più testimoniare la carità e dare ragione<br />

<strong>della</strong> speranza che è in loro nei luoghi<br />

che quotidianamente vivono.<br />

Ed infine, altro ruolo <strong>della</strong> Chiesa del<br />

Sud è di valorizzare un patrimonio<br />

importante da offrire al servizio del<br />

territorio: parrocchie vivaci, associazioni,<br />

movimenti e volontariato. La<br />

Chiesa del Sud vuole condividere il<br />

poco che ha: spazi, intelligenze, esperienze,<br />

impegno educativo. L’impegno<br />

è quello di costruire un mondo migliore<br />

soprattutto per i nostri giovani.<br />

Insieme al tema del 1989, il Paese non<br />

crescerà se non insieme, l’invito che il<br />

Convegno dei Vescovi del Sud rivolge<br />

oggi alla Chiesa e alla società meridionale<br />

è: ALZATI E CAMMINA! CON<br />

VOI SIAMO PRONTI A RIALZARCI.<br />

E la nostra Parrocchia, una delle tante<br />

realtà di questo Sud in cui viviamo, è<br />

attenta a questo invito? E’ capace di<br />

accoglierlo?


«Pietro gli disse: Non possiedo né<br />

argento né oro, ma quello che ho te lo<br />

do: nel nome di Gesù Cristo, il<br />

Nazareno, cammina!». (At. 3,6)<br />

F ratelli,<br />

uomini e donne del Sud,<br />

non nascondiamo le difficoltà dell’attuale<br />

congiuntura e sappiamo che<br />

esse si aggiungono alle storiche ferite<br />

del Meridione. Quotidianamente le<br />

tocchiamo con mano nell’ascolto e<br />

nella consuetudine, che abbiamo con<br />

voi. Le comunità ecclesiali sono infatti<br />

pienamente attraversate dalle storie<br />

dei singoli e dalle vicende dei nostri<br />

popoli visitati dalle crisi economiche,<br />

affettive e sociali, che arrivano a mettere<br />

in ginocchio la fiducia dei genitori,<br />

dei giovani e dei lavoratori. Ogni<br />

giorno in tanti bussate alle nostre porte<br />

per ritrovare la parola persa del conforto<br />

e del significato dei nostri giorni.<br />

Come Pietro ci sentiamo poveri e soffriamo<br />

<strong>della</strong> vostra sofferenza. La<br />

vostra mancanza provoca il cuore dei<br />

Pastori, incapaci di moltiplicare il<br />

pane delle mense; abbiamo tuttavia il<br />

coraggio <strong>della</strong> fede che grida: «Nel<br />

nome di Gesù Cristo, il Nazareno,<br />

cammina!»<br />

Solo nel Maestro ritroviamo la parola<br />

significativa che rende possibile di<br />

portare oltre lo sguardo: con Lui riu-<br />

Un momento del convegno<br />

MESSAGGIO DEI VESCOVI DEL SUD<br />

sciremo a rendere feconde le storiche<br />

ricchezze che il Signore ci ha<br />

donato: patrimonio di bellezza, di<br />

solidarietà e di accoglienza.<br />

Forse non sempre siamo riusciti ad<br />

essere buoni custodi con voi di questi<br />

doni, ma insieme vorremmo<br />

ritrovare le radici, il patrimonio<br />

umano e spirituale, per offrirlo non<br />

solo alle nostre genti ma all’intero<br />

Paese, all’Europa e al Sud del<br />

mondo che come noi cercano un<br />

sole di speranza. Siamo confortati<br />

dalla piena sintonia che avvertiamo<br />

con l’intera Chiesa italiana.<br />

Vorremmo che la speranza del<br />

Sud fosse la speranza del Paese!<br />

Per ritrovare pienamente noi stessi<br />

bisogna però correggere alcune<br />

distorsioni, insinuatesi nei nostri<br />

stili di vita: la fede deve essere nettamente<br />

coerente con la vita. Come<br />

permettere che ci sia ancora distanza<br />

tra culto e storia, tra scelta credente<br />

e vita concreta, nel lavoro e<br />

nelle professioni, nella famiglia,<br />

nell’economia e nella politica?<br />

I laici che ancora numerosi vivono le<br />

comunità e le associazioni, dovranno<br />

maggiormente dare ragione <strong>della</strong><br />

speranza che è in loro nei luoghi che<br />

quotidianamente vivono, uscire cioè<br />

dalle mura del tempio per incarnare<br />

nella società il Vangelo di Cristo.<br />

Quello che abbiamo, vi passiamo. Ma<br />

cosa abbiamo?<br />

Parrocchie vivaci, associazioni, movimenti<br />

e volontariato generoso e attivo,<br />

una parola che ancora unisce gran<br />

parte <strong>della</strong> popolazione in una società<br />

che tende alla disgregazione. Questo è<br />

il nostro patrimonio; questo offriamo<br />

per ritrovare le nostre radici di comunione<br />

e di fraternità. Desidereremmo<br />

quasi un nuovo patto per ritrovare<br />

insieme la passione civile, fondata per<br />

parte nostra sulla fiducia nell’uomo<br />

che il Vangelo esprime, quasi un tessuto<br />

connettivo nel quale tutti possano<br />

esprimere liberamente se stessi.<br />

La voce di Cristo ci suggerisce di condividere<br />

anche il poco che abbiamo:<br />

per questo offriamo gli spazi, le intelligenze,<br />

l’esperienza, l’impegno educativo,<br />

e oseremmo dire la nostra stessa<br />

vita per costruire insieme un mondo<br />

migliore per i nostri figli. La generosità<br />

che come meridionali ci caratterizza,<br />

vorremmo passasse dall’emozionale<br />

ad una costante strutturale.<br />

Anche noi Vescovi del Sud come voi,<br />

sentiamo forte l’invito di Pietro:<br />

Alzati e cammina! Con voi siamo<br />

pronti a rialzarci.<br />

e3


e4<br />

I sabato di Quaresima<br />

Ricordo del miracolo delle Collive (Cuccia)<br />

avvenuto per mezzo di S. Teodoro Tiron<br />

Il motivo di questa commemorazione è<br />

dato da ciò che è avvenuto a<br />

Costantinopoli il 16 febbraio del 362 e<br />

che ce lo racconta Nettario, Arcivescovo<br />

di Costantinopoli dal 381 al 397.<br />

Ricorreva la prima settimana di<br />

Si sta provvedendo alla<br />

sostituzione dei banchi<br />

<strong>della</strong> Chiesa parrocchiale.<br />

Ogni banco (vedi foto)<br />

costerà Euro 370,00.<br />

Chi volesse partecipare con<br />

un’offerta o con l’acquisto<br />

di un banco, può contattare<br />

il Parroco.<br />

Quaresima, chiamata “settimana pura”<br />

e i Cristiani praticavano in modo particolare<br />

il digiuno e la preghiera. Il sabato<br />

le morse del digiuno si allentavano e<br />

i fedeli potevano fare la spesa.<br />

L’imperatore bizantino Giuliano (dal<br />

AVVISO<br />

361 al 363), soprannominato L’Apostata<br />

per aver rinnegato il Cristianesimo ed<br />

aver tentato inutilmente di ripristinare<br />

nell’Impero il culto pagano, conoscendo<br />

l’uso dei Cristiani, diede ordine che tutte<br />

le derrate alimentari dei vari mercati<br />

<strong>della</strong> capitale, fossero contaminate col<br />

sangue delle vittime offerte agli dei,<br />

cosicché la gente avrebbe mangiato cibi<br />

consacrati agli Dei.<br />

Ma il Signore non abbandonò i suoi<br />

fedeli e mandò in visione<br />

all’Arcivescovo <strong>della</strong> città Eudossio<br />

(360-364) un suo santo, il<br />

Megalomartire Teodoro Tiron, del<br />

quale l’indomani (17 febbraio) si celebrava<br />

la festa, per avvisarlo di quanto<br />

deciso dall’Imperatore e di mettere in<br />

guardia la gente dal fare la spesa, ma di<br />

nutrirsi quel giorno di grano bollito nell’acqua<br />

e condito con zuccheri, vanificando<br />

così il tentativo dell’Apostata, e i<br />

Cristiani evitarono di macchiarsi, anche<br />

se inconsapevolmente, di idolatria.<br />

Fin qui il racconto di Nettario.<br />

In ricordo di questo avvenimento la<br />

chiesa ogni anno, il primo sabato di<br />

Quaresima, ricorda il Miracolo delle<br />

Collive e commemora solennemente<br />

S. Teodoto Tiron la cui festa, il 17 febbraio,<br />

capitando spesso durante la<br />

Quaresima, viene omessa, e insegna a<br />

tutti noi fedeli che la preghiera, il<br />

digiuno e la penitenza hanno la forza<br />

di purificare tutti i peccati.<br />

Papàs Jani Stassi


Chirotonia Diaconale<br />

Da sinistra, papàs Giuseppe Borzì, padre Giorgio Ilardi, don Enzo Cosentino, S.E. Isidore Battikha,<br />

il diacono Luciano Aricò, papàs Nicolò Cuccia e padre Ignazio Pizzitola<br />

Il 17 gennaio 2009, a Palazzo Adriano,<br />

nella Parrocchia Maria SS. Assunta, il<br />

chierico Luciano Aricò ha ricevuto la<br />

Chirotonia Diaconale da S.E. Mons.<br />

Isidore Battikha, Arcivescovo<br />

Metropolita di Homs in Siria dei grecomelkiti,<br />

e, nel contempo, è stato incardinato<br />

nella Diocesi dell’Arcivescovo.<br />

Erano presenti alla Celebrazione papàs<br />

Giuseppe Borzì, parroco a Palazzo<br />

x<br />

Adriano <strong>della</strong> chiesa di Maria SS.<br />

Assunta; padre Giorgio Ilardi, parroco<br />

a Palazzo Adriano <strong>della</strong> chiesa Maria<br />

SS. del Lume; papàs Nicola Cuccia,<br />

parroco a Contessa Entellina <strong>della</strong><br />

chiesa Maria SS. Annunziata e San<br />

Nicolò; padre Vincenzo Cosentino,<br />

parroco a Mezzojuso <strong>della</strong> chiesa<br />

Maria SS. Annunziata e padre Ignazio<br />

Pizzitola, parroco di San Carlo.<br />

Luciano Aricò è nato a Palermo il 10<br />

febbraio del 1964. Essendo di rito<br />

greco, ha ricevuto i Sacramenti<br />

dell’Iniziazione Cristiana nella<br />

Parrocchia Maria SS. Annunziata e San<br />

Nicolò del suo paese, Contessa<br />

Entellina, dove, sin da giovanissimo, si<br />

è dedicato con particolare affetto alla<br />

sua Parrocchia e al servizio liturgico.<br />

Ha fatto un’esperienza monastica presso<br />

il monastero di Grottaferrata. Ha<br />

seguito il proprio curriculo degli studi<br />

teologici presso l’Istituto Teologico<br />

San Paolo di Catania, continuando<br />

poi gli studi specialistici presso<br />

l’Istituto Ecumenico San Nicola di<br />

Bari, dove ha ottenuto i gradi accademici<br />

nell’anno 2006.<br />

Al diacono Luciano la redazione<br />

augura un fecondo ministero.<br />

Caritas Diocesana<br />

Piana degli Albanesi<br />

5mille<br />

SOSTIENI la<br />

FONDAZIONE SAN DEMETRIO ONLUS<br />

donando il 5 x mille dell’IRPEF<br />

Apponi la tua firma nell’apposito spazio <strong>della</strong> dichiarazione dei redditi<br />

e scrivi il nostro codice fiscale<br />

97228970824<br />

e5


e6<br />

MADRE<br />

MACRINA<br />

RAPARELLI<br />

La Commissione storica<br />

per il Processo<br />

di Canonizzazione<br />

ha consegnato i suoi lavori<br />

di Gaetano Passarelli<br />

Il Tribunale Ecclesiastico di Piana<br />

degli Albanesi (Palermo), presieduto<br />

da S. Eccellenza mons. Sotìr Ferrara, il<br />

2 aprile 2005 nella Matrice di S.<br />

Nicola aveva aperto ufficialmente il<br />

Processo di Canonizzazione <strong>della</strong><br />

Serva di Dio Madre Macrina (al secolo<br />

Elena Raparelli), fondatrice delle<br />

Suore Basiliane Figlie di Santa<br />

Macrina, deceduta in concetto di santità<br />

a Mezzojuso il 26 febbraio del 1970.<br />

In quello stesso giorno aveva costituito,<br />

secondo quanto prevedono le<br />

norme, una Commissione storica per<br />

la ricerca e lo studio di tutti gli scritti<br />

e di tutti i documenti relativi alla figura,<br />

le virtù e la fama di santità <strong>della</strong><br />

Serva di Dio. Sono stati chiamati a<br />

farne parte lo scrivente, sr. Gloria<br />

Pattackal e il dr. Pietro Di Marco.<br />

Così, mentre il Tribunale si è occupato<br />

dell’escussione dei testimoni, la<br />

Commissione ha provveduto a consultare<br />

numerosi archivi a cominciare<br />

proprio da quello delle Basiliane a<br />

Mezzojuso e a raccogliere la documentazione<br />

riguardante Madre<br />

Macrina. In questi quattro anni sono<br />

stati poi trascritti documenti provenienti<br />

dagli archivi arcivescovili di<br />

Palermo e di Monreale, di quelli <strong>della</strong><br />

Congregazione Orientale e <strong>della</strong><br />

Congregazione dei Religiosi a Roma,<br />

di quelli diocesani di Piana degli<br />

Albanesi e di Lungro, di quello esarchico<br />

<strong>della</strong> Badia di Grottaferrata, di<br />

quelli parrocchiali di S. Nicola di Mira<br />

a Mezzojuso, Acquaformosa e S.<br />

Sofia in Calabria. E’ stato consultato<br />

con profitto anche quello storico di<br />

Don Orione a Roma.<br />

La vita di Madre Macrina è stata strettamente<br />

legata alla storia dell’Istituto<br />

fino al 1970 quindi i vari archivi<br />

hanno conservato documentazione a<br />

seconda <strong>della</strong> specificità svolta<br />

dall’Istituzione nei confronti di Lei e<br />

<strong>della</strong> sua fondazione.<br />

Naturalmente la Commissione ha verificato,<br />

di volta in volta, l’autenticità<br />

del documento, attraverso il riscontro<br />

grafico e, in alcuni casi, attraverso la<br />

testimonianza diretta <strong>della</strong> destinataria<br />

<strong>della</strong> missiva o dello scritto. Sono state<br />

così ricostruite le coordinate cronologiche<br />

e biografiche, elaborando una<br />

Cronologia documentata personale<br />

legata all’attività e allo sviluppo<br />

dell’Istituto da lei fondato.<br />

Vi è stato anche un approfondimento


elativo agli ambienti e alle persone.<br />

Così si è studiato a fondo il clima spirituale<br />

in cui è nata e si è sviluppata la<br />

vocazione di Madre Macrina. La storica<br />

Abbazia greca di Grottaferrata e i<br />

suoi monaci in particolare P. Nilo<br />

Borgia, originario di Piana degli<br />

Albanesi, e P. Daniele Barbiellini<br />

Amidei sono stati i punti di riferimento.<br />

La scelta di dare avvio ad un nuovo<br />

istituto dedicato alla missione in<br />

Albania, e non potendo farlo subito, di<br />

iniziarlo in Sicilia e a Mezzojuso, è<br />

stata determinata dall’Abbazia, che<br />

aveva ridato vita in questa cittadina<br />

all’antico monastero italo-bizantino.<br />

Sono stati inquadrati storicamente<br />

esponenti <strong>della</strong> Congregazione<br />

Orientale, quali ad esempio mons.<br />

Isaia Papadopoulos, eminenti<br />

Cardinali di Palermo e Arcivescovi di<br />

Monreale, a motivo anche del fatto<br />

che fino alla completa autonomia<br />

dell’Eparchia di Piana le sue parrocchie<br />

facevano parte dell’una o dell’altra<br />

arcidiocesi. Lo stesso Istituto delle<br />

Basiliane nacque a Mezzojuso, arcidiocesi<br />

di Palermo, ma il primo riconoscimento<br />

canonico con la sua prima<br />

Casa Madre si ebbe a Palazzo<br />

Adriano, arcidiocesi di Monreale.<br />

Sono stati raccolti anche tutta una<br />

serie di pubblicazioni e di scritti che<br />

costituiscono approfondimenti su di<br />

Lei e sul carisma incarnato nella sua<br />

fondazione. Per finire con le segnala-<br />

zioni di grazie particolari ottenute<br />

attraverso la Sua intercessione.<br />

Il Tribunale Ecclesiastico, acquisito<br />

questo materiale scientificamente e<br />

avuta garanzia dalla Commissione storica,<br />

provvederà alla verifica e all’elaborazione<br />

di due copie (transunti) di<br />

tutto il Processo documentazione e<br />

testimonianze, vidimate pagina per<br />

pagina come copia conforme dal<br />

Notaio Attuario da mandare a Roma.<br />

E’ stato fatto, quindi, un passo importante<br />

per quanto avverrà il 2 aprile p. v.,<br />

quando S. Ecc.za mons. Sotìr presiederà<br />

la sessione di chiusura del Processo:<br />

vi saranno due casse, una con i documenti<br />

originali e l’altra con le copie<br />

(transunti). Saranno sigillate, poi quella<br />

con gli originali sarà custodita negli<br />

archivi <strong>della</strong> Diocesi e potrà essere<br />

aperta solo con una particolare dispensa<br />

papale, mentre quella con i due transunti<br />

sarà affidata al Postulatore <strong>della</strong><br />

Causa che dovrà recapitarla alla<br />

Congregazione per le Cause dei Santi a<br />

Roma. Da questi due transunti nascerà<br />

la Positio (Istruttoria) su cui saranno<br />

giudicate le virtù <strong>della</strong> Serva di Dio.<br />

Avverrà così un viaggio al contrario:<br />

Madre Macrina era venuta da Roma a<br />

Mezzojuso nel 1920 per cercare la via<br />

<strong>della</strong> sua santificazione, il 2 aprile 2009<br />

partiranno da Mezzojuso per Roma gli<br />

Atti che costituiranno la base del riconoscimento<br />

ufficiale <strong>della</strong> Chiesa alla<br />

sua santificazione, se il Signore vorrà.<br />

Suor Marianna D’Orsa<br />

RIPOSA NEL SIGNORE<br />

Suor Marianna D’Orsa è nata a<br />

Mezzojuso il 25 maggio 1931, ed è<br />

stata battezzata nella Chiesa greca di S.<br />

Nicola. Da ragazza ha frequentato con<br />

entusiasmo il laboratorio di Casa<br />

Vecchia, dove le Basiliane di S. Macrina<br />

impartivano lezioni di ricamo e cucito<br />

insieme agli insegnamenti cristiani. Si<br />

distingueva tra le sue compagne per lo<br />

spirito di iniziativa e di relazione.<br />

Attratta dalla vita delle Basiliane, è<br />

entrata in Comunità il 15.10.1956, dove<br />

ha emesso i voti temporanei il 19 luglio<br />

1959 e la professione perpetua il 19<br />

luglio 1964. Ha trascorso la sua vita,<br />

tranne un breve periodo a Roma e a<br />

Piana degli Albanesi, interamente a<br />

Mezzojuso nella Casa generalizia,<br />

dove ha visto passare tante ragazze e<br />

candidate. Tutte abbiamo avuto modo<br />

di apprezzare la sua assoluta disponibilità<br />

nel dedicarsi al servizio <strong>della</strong> cucina<br />

per la comunità, le collegiali e i bambini<br />

<strong>della</strong> Scuola materna. Suor Marianna<br />

è stata una donna generosa che ha lavorato<br />

fino al limite delle sue forze venendo<br />

incontro ai desideri delle consorelle<br />

e confezionando, nel tempo in cui poteva<br />

riposare, lavori a maglia.<br />

Suor Marianna è stata una serva fedele<br />

che ha atteso il Signore nella fedeltà alla<br />

sua consacrazione, intessuta di preghiera<br />

e di dedizione fraterna. Gli ultimi<br />

anni <strong>della</strong> sua vita sono stati segnati da<br />

diverse malattie; soffriva nel suo corpo<br />

ormai stanco e provato, ma la fede e<br />

l’abbandono a Dio erano la sua forza.<br />

Ha avuto la percezione che il Signore<br />

era già vicino, e ha chiesto che le venissero<br />

amministrati l’eucaristia e l’unzione<br />

degli infermi. Accompagnata dall’affetto<br />

e dalla preghiera delle consorelle e<br />

dei suoi familiari, ha lasciato questa<br />

terra il 16 gennaio 2009.<br />

7e


e8<br />

Festa dello Sposalizio di San Giuseppe Foto<br />

Alle ore 18.00 del 23 Gennaio 2009, ha avuto inizio nella chiesa dell’Annunziata il Pontificale di S.E. Mons. Sotir<br />

Ferrara, durante il quale è stata impartita la benedizione a ciascuna coppia di sposi <strong>della</strong> Comunità che nel corso del 2009<br />

festeggerà l’anniversario di matrimonio. Alle tante coppie che festeggiano il 25° o il 50° anniversario si sono aggiunti un<br />

40° e due 45°. Come negli anni precedenti numerosi sono stati i fedeli che hanno partecipato alla Celebrazione, condividendo<br />

con i parenti festeggiati la commemorazione dello Sposalizio <strong>della</strong> Vergine vissuta insieme come una vera Festa<br />

<strong>della</strong> famiglia. Presenti alla Celebrazione le autorità religiose, civili e militari del paese.<br />

25° DI MATRIMONIO (1984)<br />

Salvatore Cuttitta e Francesca Farini<br />

11/02/1984<br />

Liberto Visocaro e Mariella Zerilli<br />

28/04/1984<br />

Salvatore Tavolacci e Antonina Valenti<br />

30/04/1984<br />

Salvatore Martorana e Anna M. Ilardi<br />

30/05/1984<br />

Pietro Di Chiara e Francesca Dorsa<br />

16/06/1984<br />

Rosario Di Maggio e Serafina Mamola<br />

18/07/1984<br />

Francesco Gnizio e Rosalba M. Nuccio<br />

30/07/1984<br />

Nicolò Morrone e Aurelia A. Plescia<br />

06/08/1984<br />

Gaetano Valenti e Antonina Morrone<br />

06/08/1984<br />

Antonino Lo Monaco e Domenica Saccio<br />

11/08/1984<br />

Andrea Figlia e Domenica Guarino<br />

18/08/1984<br />

Giovanni Bigica e Rosa Maria Sagrì<br />

06/09/1984<br />

Tommaso Carnesi e Giuseppa Manata<br />

08/09/1984<br />

Gaetano Rivaldo e Nicolina Pecorino<br />

19/09/1984<br />

Andrea C. Pennacchio e Antonina D’Orsa<br />

12/09/1984<br />

Giuseppe Falletta e Giuseppa Barone<br />

29/10/1984<br />

Giovanni Muscarello e Anna Grutta<br />

15/12/1984<br />

40° DI MATRIMONIO (1969)<br />

Salvatore Lala e Rosaria Lo Bue<br />

28/04/1969<br />

45° DI MATRIMONIO (1964)<br />

Giuseppe Melagranato e Luigia D’Arrigo<br />

21/09/1964<br />

Nicolò Burriesci e Gesualda Pinnola<br />

30/09/1964<br />

50° DI MATRIMONIO (1959)<br />

Sebastiano Meli e Vincenza Visocaro<br />

31/01/1959<br />

Pietro Spataro e Francesca Bua<br />

04/02/1959<br />

Danilo Figlia<br />

Francesco La Gattuta e Caterina Achille<br />

07/02/1959<br />

Pietro Schimmenti e Concetta Parisi<br />

05/03/1959<br />

Giuseppe Corticchia e Anna La Gattuta<br />

30/04/1959<br />

Rosario Barone e Antonina Como<br />

13/06/1959<br />

Domenico Schirò e Dorotea Amodeo<br />

23/09/1959<br />

Cosimo Burriesci e Dorotea Burriesci<br />

30/09/1959<br />

Giuseppe Tavolacci e Lucia Princiotta<br />

30/09/1959<br />

Nicolò Burriesci e Margherita Lo Monte<br />

24/10/1959<br />

Domenico La Gattuta e Elena Figlia<br />

11/11/1959<br />

Francesco Blanda e Maria Fucarino<br />

26/12/1959<br />

Salvatore D’Arrigo e Angela Mamola<br />

26/12/1959


Settimana<br />

Santa<br />

2009<br />

Programma delle Celebrazioni<br />

Quaresimali in Parrocchia<br />

GIOVEDÌ 26 Marzo 2009<br />

Ore 17,30 Liturgia Eucaristica per tutte le Sorelle dell’Addolorata<br />

VENERDÌ 27 Marzo 2009<br />

Ore 20,30 Pio esercizio <strong>della</strong> Via Crucis per le vie del Paese<br />

partenza dalla Parrocchia<br />

VENERDÌ 3 Aprile 2009<br />

Ore 15,00 Pio esercizio <strong>della</strong> Via Crucis al Cimitero<br />

partenza dal Santuario Maria SS. dei Miracoli<br />

DOMENICA 5 Aprile 2009<br />

Ore 11,15 Chiesa del Collegio di Maria<br />

Commemorazione dell’ingresso del Signore<br />

a Gerusalemme<br />

Processione verso la Parrocchia<br />

Ore 11,30 Liturgia Eucaristica in Parrocchia<br />

Ore 19,00 Liturgia Eucaristica in Parrocchia<br />

LUNEDÌ 6 Aprile 2009<br />

Ore 16,30 Confessioni<br />

Ore 17,30 Liturgia Eucaristica<br />

MARTEDÌ 7 Aprile 2009<br />

Ore 16,30 Confessioni<br />

Ore 17,30 Liturgia Eucaristica<br />

MERCOLEDÌ 8 Aprile 2009<br />

Ore 16,30 Confessioni<br />

Ore 17,30 Liturgia Eucaristica<br />

GIOVEDÌ SANTO 9 Aprile 2009<br />

Ore 17,00 Liturgia Eucaristica Vespertina “In Cena Domini”<br />

Lavanda dei piedi<br />

Ore 21,00 Processione dell’Addolorata<br />

VENERDÌ SANTO 10 Aprile 2009<br />

Ore 16,30 Celebrazione <strong>della</strong> Passione del Signore<br />

Deposizione dalla croce del Cristo morto<br />

Adorazione del Cristo morto<br />

SABATO SANTO 11 Aprile 2009<br />

Ore 23,30 VEGLIA PASQUALE NELLA NOTTE SANTA<br />

DOMENICA 12 Aprile 2009<br />

PASQUA DI RESURREZIONE<br />

Ore 11,30 Liturgia Eucaristica in Parrocchia<br />

Ore 19,00 Liturgia Eucaristica in Parrocchia<br />

MERCOLEDÌ 15 Aprile 2009<br />

Benedizione delle case (15,00 - 19,00)<br />

GIOVEDÌ 16 Aprile 2009<br />

Benedizione delle case (15,00 - 19,00)<br />

VENERDÌ 17 Aprile 2009<br />

Benedizione delle case (15,00 - 19,00)<br />

don Enzo Cosentino, parroco


e10<br />

Una caduta di stile<br />

Domenica 22 febbraio 2009<br />

foto Danilo Figlia<br />

Il Mastro di Campo è cominciato da circa un’ora, quando improvvisamente l’attenzione<br />

<strong>della</strong> folla si sposta verso un punto <strong>della</strong> piazza dove è appena esplosa una rissa tra un<br />

gruppo di persone e alcuni “cavalieri” impegnati nella manifestazione.<br />

Dopo alcuni minuti di attesa viene comunicato ufficialmente che la manifestazione è sospesa…<br />

U


...Marzo 2009<br />

Da qualche settimana ormai la<br />

bufera è passata, eppure fino a<br />

pochi giorni fa non si faceva che leggere<br />

nel viso di ogni compaesano, che<br />

avesse assistito o no alla disfatta, un<br />

certa espressione di rabbia mista a<br />

conferma delle più o meno azzeccate<br />

previsioni per ciò che si immaginava<br />

sarebbe accaduto. Sì perché diciamoci<br />

la verità, i dissapori, gli scontri<br />

erano già nell’aria da tempo e si<br />

manifestavano come il sintomo più<br />

evidente di quello che sarebbe poi<br />

stato l’exploit finale, quello al quale,<br />

però, (purtroppo) non abbiamo assistito<br />

solo noi.<br />

Bisognerebbe chiedersi da cosa nascono<br />

questi conflitti, e quali sono le loro<br />

conseguenze, non solo sulla manifestazione<br />

in se stessa, quanto sulla<br />

comunità e sul suo modo di essere.<br />

Non che con queste affermazioni si<br />

intenda esagerare la portata di ciò che<br />

è accaduto, tuttavia sarebbe altrettanto<br />

inopportuno farlo scivolare nell’oblio.<br />

Infatti, pur non essendo un fatto così<br />

grave, pone dei seri dubbi, se non altro<br />

su quella che è stata la gestione organizzativa<br />

di questo Mastro di Campo.<br />

Qualcuno ha detto che questo evento e<br />

soprattutto il suo epilogo, potrebbero<br />

essere visti come una manifestazione<br />

<strong>della</strong> condizione sociale in cui versa in<br />

questo momento Mezzojuso.<br />

Effettivamente il Carnevale dovrebbe<br />

essere un periodo di festa, un momento<br />

in cui lasciarsi alle spalle preoccupazioni<br />

e malesseri per dar sfogo alla<br />

voglia di divertirsi.<br />

Forse è qui la chiave del problema:<br />

forse si è persa la voglia di divertirsi,<br />

forse si è perso il carattere popolare<br />

<strong>della</strong> manifestazione, che al contrario<br />

è prepotentemente entrata nei “palazzi”,<br />

a rappresentare un’altra delle tante<br />

merci di scambio usate dal potere per<br />

creare consenso.<br />

Se ci si pensa bene ci sono state di<br />

recente delle eccellenti edizioni, anni<br />

in cui lo spirito popolare <strong>della</strong> tradizione<br />

la faceva da padrone, coadiuvato<br />

da un supporto economico e organizzativo.<br />

Ma proprio quando il primo<br />

degli elementi elencati viene a mancare,<br />

e resta solo l’impegno a spendere<br />

dei soldi, impadronendosi prepotentemente<br />

di ruoli e maschere…insomma<br />

il risultato è sotto gli occhi di tutti.<br />

Allora cosa è diventato questo Mastro<br />

di Campo? Occasione di sfoggio di<br />

cavalli bianchi (per tutti tranne che per<br />

Garibaldi, l’unico autorizzato ad averlo,<br />

ma quest’anno a piedi)? Oppure la<br />

possibilità di poter raccontare alle<br />

compagnette di classe di aver indossato<br />

favolosi abiti?<br />

Ormai sembrano lontani quegli anni in<br />

cui si assisteva allo spettacolo, dato<br />

dalla semplice gioia di partecipare a<br />

questo insieme caotico, che solo chi sa<br />

amare veramente questa manifestazione<br />

riesce a cogliere pienamente. Anni<br />

in cui il coinvolgimento di gente,<br />

disposta anche a spendere dalla propria<br />

tasca pur di partecipare, era sincero<br />

e totalmente votato alla riuscita<br />

<strong>della</strong> festa, e non importava la portata<br />

del numero di persone che sarebbero<br />

venute a vedere il nostro Carnevale,<br />

non era certo quella la priorità, come<br />

del resto non è neanche la gita di un<br />

giorno, come qualcuno ha voluto far<br />

credere, che può determinare una<br />

qualche fantomatica forma di sviluppo<br />

economico. Dunque ancora una volta<br />

viene sottolineata la differenza di spirito<br />

con cui ci si è accostati all’organizzazione<br />

e alla partecipazione, e a<br />

causa <strong>della</strong> quale è stata deturpata<br />

l’immagine e l’essenza <strong>della</strong> nostra<br />

tradizione. Infatti, chi non si è sentito<br />

ferito nel vedere quelle scene, per le<br />

quali siamo stati tutti valutati?<br />

Sono anche arrivate delle scuse da<br />

parte di alcuni dei responsabili di uno<br />

degli spiacevoli episodi avvenuti quest’anno.<br />

Scuse sicuramente apprezzabili,<br />

ma non certo sufficienti a lavare<br />

l’onta subita. Crediamo sia arrivato il<br />

momento di smetterla con il buonismo<br />

e chiedere ai fautori di quanto accaduto<br />

di farsi da parte. Allo stesso tempo<br />

è necessario che chi, fino ad ora è<br />

stato in un angolo, faccia sentire la sua<br />

voce in capitolo.<br />

Quindi auspichiamo che i fatti recentemente<br />

accaduti spingano ad una<br />

riflessione su quella che, a nostro<br />

avviso, è la necessità di ritrovare la<br />

vera essenza di questa tanto amata<br />

festa, che si cerchi di coinvolgere<br />

coloro i quali possano lasciare un<br />

segno positivo alla manifestazione,<br />

affinché gli spiacevoli avvenimenti<br />

che hanno segnato l’ultima edizione<br />

restino solo un brutto ricordo.<br />

Si potrebbe chiudere con una domanda<br />

emblematica, infatti dopo la caduta<br />

del nostro eroe, non vedendolo tornare<br />

al campo di battaglia, qualche bambino<br />

(e anche qualcuno un po’ più<br />

adulto) avrebbe potuto chiedersi: che<br />

fine avrà fatto il Mastro di Campo?<br />

Sarà forse morto?<br />

La Redazione<br />

Una caduta di stile<br />

C’ero e avrei voluto non vedere. C’ero e mi sono vergognato.<br />

C’ero e ho provato sdegno. Anni di studio, impegno, ricerca per dare splendore al nostro Mastro di Campo<br />

(non dimentichiamolo è patrimonio di tutti i mezzojusari che vi hanno profuso energie, sudore…)<br />

in pochi minuti di pazzia tutto buttato via. E non importa sapere di chi è la colpa.<br />

Quando si litiga, si litiga in due e si sbaglia sempre in due. Abbiamo sporcato anche questo. E ora?<br />

Ora dobbiamo adoperarci perché il Mastro di Campo esca dal Castello<br />

e ritorni a piroettare in piazza in mezzo alla gente che lo aspetta…<br />

a conquistare il castello... a stuzzicare la fantasia dei nostri piccoli.<br />

Prima però lo dobbiamo curare e curarlo veramente.<br />

Dobbiamo avere tutti l’umiltà, il buon senso, la disponibilità a lasciare gestire questa nostra risorsa<br />

a chi ha la competenza e la cura che le spetta.<br />

Lo dobbiamo a chi ci ha preceduto e ce lo ha consegnato amorevolmente.<br />

Lo dobbiamo a noi stessi perché lo tramandiamo ai nostri figli.<br />

Tommaso Reres<br />

e11


e12<br />

Cavalli<br />

Cavalieri<br />

e Mastro<br />

Campo<br />

Cavalli, Ca<br />

Ame la Cavalleria piace, mi è sempre<br />

piaciuta da quando l’ho vista<br />

la prima volta. Rimasi affascinato da<br />

quei tre cavalieri così eleganti dentro<br />

quei costumini di carta crespa colorata<br />

con cappelli piumati alla meno peggio.<br />

Avevo sì e no sei anni e mia<br />

madre mi teneva la mano stretta anche<br />

se eravamo al sicuro sulla banchina<br />

alta davanti alla cappella <strong>della</strong><br />

Madonna del Carmelo. Quando i<br />

cavalieri si avvicinavano mollava mio<br />

fratello in braccio ad una parente vicina<br />

e tirava su anche me per farmi<br />

vedere meglio e per giocare con me ad<br />

acchiappare i confetti che quelli lanciavano.<br />

Nessuno si sentiva in pericolo<br />

e qualche confetto, grazie anche<br />

alla dolcezza delle traiettorie, rimaneva<br />

tra collo e pettacci delle signore, se<br />

non addirittura nelle mani che le stesse<br />

mettevano a conca sul petto. Ogni<br />

tanto, giù sotto la banchina, il Foforio<br />

faceva arretrare la gente, con modi<br />

carnevalescamente bruschi, i briganti<br />

si mettevano a protezione del pubblico<br />

distanziandosi uno dall’altro e dalla<br />

piazzetta <strong>della</strong> fontana nuova sbucava<br />

a galoppo sfrenato la cavalleria, che<br />

sfrecciava davanti al municipio e subito<br />

spariva in direzione di San<br />

Franciscu. La gente sbalordita guardava<br />

per vedere tornare i cavalieri, ma<br />

quelli, chissà come, erano già all’altro<br />

lato <strong>della</strong> piazza. Si vedevano appena<br />

i cappelli tra la folla, perché passavano<br />

sotto i balconi e in basso rispetto al<br />

piano <strong>della</strong> piazza; salivano per i tre<br />

gradini e poi con un salto, come se<br />

uscissero prodigiosamente da sottoterra,<br />

cavalli e cavalieri si materializzavano<br />

davanti alla porta grande di<br />

Santanicòla e lì… ancora confetti per<br />

tutti. Un giro calmo <strong>della</strong> piazza porgendo<br />

confetti e sorrisi, caracollando<br />

leggeri fino a sotto il palco. Da lì una<br />

ciunniata di confetti a spregio del Re.<br />

Questi sì lanciati con forza fino a<br />

costringere i musicanti ad interrompere<br />

i ballabili per proteggere gli ottoni dai<br />

colpi infilandoli sotto i cappotti. Poi di<br />

nuovo spariti verso u maceddu. La<br />

gente a quel punto non sapeva più da<br />

dove sarebbero spuntati. Ma era certo<br />

che non sarebbero mancati per molto.


avalieri e Mastro Campo<br />

Per me era come vedere i Moschettieri<br />

in carne ed ossa e, ora che ci penso, mi<br />

pare che quei costumi somigliassero<br />

molto a quelli di D’Artagnan e compagni.<br />

I cavalli erano tre bellissime<br />

giumente: una baia, una saura abbruscata<br />

e una morella. Belle bestie<br />

nostrali, di quando non ne sapevamo<br />

niente del fatto che il cavallo siciliano<br />

ha dignità di razza dai grandi pregi, tra<br />

i quali spicca la lealtà.<br />

Insomma, per farvela breve, inserii<br />

nella gamma dei miei sogni di bimbo<br />

la certezza che un giorno avrei fatto<br />

anch’io il cavaliere del Mastro di<br />

Campo. Fin da allora mi scelsi un<br />

modello da seguire, perché non basta<br />

salire in arcione e stramannare confetti<br />

per entrare in Cavalleria. Occorre un<br />

rapporto bello e sincero con la giumenta<br />

che si monta. La parte va interpretata<br />

con eleganza e signorilità. Non<br />

voglio fare il misterioso: vi dico subito<br />

che quel cavaliere modello era<br />

Liborio Muscaglione, persona con la<br />

quale, è noto, da grande ebbi grossi<br />

scontri sul piano politico; in paese eravamo<br />

schierati su fronti opposti dei<br />

quali non vale più la pena parlare, ma<br />

quando c’era di mezzo il Mastro di<br />

Campo e la Cavalleria eravamo<br />

entrambi contenti di partecipare assieme:<br />

io cercavo di imitarne l’atteggiamento<br />

e lui si fermava sempre in cima<br />

alla scalinata e si girava per ammirare<br />

quel modo tutto mio di fare saltare le<br />

tre rampe alla mia cavalla che andava<br />

su quasi senza sfiorare i gradini. Tutto<br />

senza che il minimo timore aleggiasse<br />

tra la folla, che fendevamo guidando i<br />

cavalli con mano leggerissima perché<br />

così, a scansare bambini e distrattoni,<br />

ci pensavano loro con scarti improvvisi<br />

che mai e poi mai ci avrebbero colto<br />

di sorpresa. Un bravo cavaliere vede<br />

anche con gli occhi del cavallo, sente il<br />

terreno con i suoi zoccoli e le sue<br />

ginocchia, con o senza sella, ne percepiscono<br />

il minimo vibrare dei muscoli.<br />

C’è un rituale che si ripete e accomuna<br />

noi cavalieri d’annata ( quella buona, a<br />

detta di molti, resta l’annata del 1981):<br />

ogni anno, se ci incontriamo per il<br />

Mastro di Campo, giuriamo che l’anno<br />

successivo ci toccherà fare l’ultima.<br />

Poi non succede e rimandiamo all’anno<br />

successivo. La verità è che, nel<br />

guardare gli altri, spinnamu, ma non<br />

invidiamo o peggio critichiamo. A<br />

volte si interviene d’istinto se qualche<br />

sciocco crede di fare bella figura tirando<br />

con una mano le redini e con l’altra<br />

picchiando con un nerbo la povera<br />

bestia. Chi si comporta così non sa<br />

nulla di comportamenti cavallereschi e<br />

anche se fosse uno solo il pubblico dirà<br />

che la cavalleria massacra i cavalli.<br />

Mi rendo conto che l’argomento “organizzazione<br />

cavalleria” è molto delicato<br />

e c’è poco da fare gli esperti o gli analisti<br />

di fenomeni di degrado sociale, se<br />

ne dovrebbe parlare seriamente e con<br />

calma. Una cosa è certa: la cavalleria<br />

dovrebbe nascere per aggregazione di<br />

persone che ritengono di potere assumere<br />

e portare a termine l’impegno con<br />

dignità e signorilità cavalleresca.<br />

Trattandosi di argomento carnevalesco<br />

è chiaro che con un po’ d’ironia mi permetto<br />

qualche termine desueto.<br />

Fino a sabato sera si dovrebbe potere<br />

discutere finché si vuole per cercare le<br />

soluzioni migliori.<br />

Ma, una volta deciso, qualunque sia<br />

l’esito finale, si applaude il Mastro di<br />

Campo che entra in piazza al ritmo<br />

<strong>della</strong> generale e con lui tutto il suo<br />

seguito indistintamente. Senza fischi e<br />

senza sfottò, perchè ormai da quelli<br />

siamo tutti rappresentati e la brutta<br />

figura la facciamo tutti. Certo si può<br />

essere incurrivati per una esclusione<br />

nata da comportamenti rozzi e grossolani,<br />

ma niente giustifica il ricorso alla<br />

violenza, in qualsiasi situazione. Se il<br />

Mastro di Campo è di tutti, tutti dobbiamo<br />

avere le stesse possibilità di<br />

goderne, se no bisogna creare civilmente<br />

delle regole condivise per concedere<br />

pari opportunità di partecipazione<br />

a chiunque. Ma sarebbe una<br />

brutta frammentazione nell’ambito di<br />

una festa grande e bellissima che ha<br />

sempre unito tutti. Nel nostro paese<br />

non esiste festa religiosa che a suo<br />

tempo non sia stata assegnata ai Greci<br />

o ai Latini. Il Mastro di Campo è l’unica<br />

manifestazione veramente e totalmente<br />

unitaria. Non la guastiamo.<br />

Anzi, difendiamola da chiunque ne<br />

voglia fare merce di scambio. Il nostro<br />

carnevale non ha bisogno di pubblicità<br />

spropositata, è una festa per amatori<br />

di cose belle e ricche di significato,<br />

una cosa da intenditori, non è una<br />

festa di massa. Non è certamente un<br />

prodotto da vendere, ma un vero ed<br />

autentico sentimento collettivo che va<br />

coltivato con garbo e attenzione come<br />

si fa con le rarità.<br />

A proposito di sentimento ne metto “in<br />

piazza” di cuore uno mio personalissimo:<br />

la foto a colori che mi ritrae a<br />

cavallo e sorridente non è granché, ma<br />

è la più importante che posseggo. Mi è<br />

stata scattata l’ultima volta che ho fatto<br />

l’Ambasciatore, nel 1981. Sono stato<br />

colto mentre sorridevo a mia madre che<br />

mi guardava dal balcone di mio zio<br />

Andrea Pennacchio. Lo ricordo benissimo.<br />

Avevo fatto un lancio di confetti<br />

riuscito e lei mi ringraziava salutandomi<br />

per farmi capire che mi vedeva. Ero<br />

molto felice di essere ammirato da mia<br />

madre. Questo è uno dei modi di interpretare<br />

il Mastro di Campo. Esibirsi per<br />

la felicità nostra e di chi ci vuole bene.<br />

Lillo Pennacchio<br />

e13


e14<br />

Una mattina al circo!<br />

Il 19 gennaio scorso, i bambini <strong>della</strong><br />

scuola materna “Bambino Gesù”<br />

del Collegio di Maria di Mezzojuso si<br />

recano a Palermo per visitare il circo<br />

“Città di Roma”. Alle 10.00 l’apertura<br />

<strong>della</strong> tenda, entra il presentatore a<br />

ritmo di musica, saluta il pubblico e<br />

riceve subito un caloroso applauso<br />

dai bambini catturati dall’entusiasmo.<br />

Qualche giro sui pony, poi tutti<br />

al proprio posto, forniti di pop-corn e<br />

coca-cola, un paio di minuti e inizia<br />

lo spettacolo. I vari numeri spaziano<br />

dalle esibizioni di acrobati, fatte al<br />

trapezio o al cosiddetto filo alto ai<br />

cavallerizzi, ad un simpaticissimo e<br />

divertente clown. Coordinati dal<br />

domatore vengono coinvolti nello<br />

spettacolo cavalli, pony, alligatori,<br />

di Caterina Guidera<br />

coccodrilli, cammelli, tigri… Dopo<br />

la prima pausa i bambini sono invitati<br />

a prendere visione dello zoo. Lo<br />

spettacolo dura circa due ore ed è di<br />

molto gradimento, non solo ai bambini.<br />

Il circo, dai nostri bambini,<br />

viene immaginato come un mondo<br />

magico, animato dall’allegria dei<br />

clown, dalla bravura dei giocolieri e<br />

trapezisti, dal colore dei tendoni e<br />

dei carrozzoni. Eppure non possiamo<br />

rimanere indifferenti se prendiamo<br />

in considerazione ciò che per gli animali,<br />

invece, rappresenta una vita di<br />

sofferenza, tra gabbie e fruste. Dietro<br />

i tendoni colorati ed i lustrini delle<br />

soubrette si nasconde un mondo fatto<br />

di prigionia. Cavalli, grandi felini,<br />

elefanti, zebre e giraffe e numerosi<br />

altri animali, sono dipendenti dalla<br />

volontà del domatore. Durante i lunghi<br />

viaggi nelle gabbie dei camion<br />

soffrono il caldo e il freddo, la fame<br />

e la sete. Gli spazi in cui sono<br />

costretti a stare sono piccolissimi,<br />

più ancora di quelli degli zoo. Da<br />

una parte è uno spettacolo gradito e<br />

intere famiglie lo portano avanti da<br />

più generazioni…dall’altra una<br />

situazione sgradevole…!!!!! Per<br />

prendere coscienza di tutto ciò, i<br />

nostri piccoli avranno davanti a loro<br />

ancora tanto tempo e tante occasioni,<br />

ma di questa prima esperienza con il<br />

magico mondo del circo, sono sicura,<br />

ripensando alle risate e all’allegria di<br />

quel giorno, conserveranno un piacevolissimo<br />

ricordo.


Come un gatto si lanciò oltre una<br />

finestra e cadde nel fango. Non<br />

rimase a terra un solo istante, velocissimo<br />

sparì nell’ombra <strong>della</strong> notte oltre<br />

la baracca successiva. Sentì i latrati<br />

degli ufficiali nazisti che urlavano<br />

ordini ai soldati che, scornati dalla sua<br />

prontezza, si erano avventati sul compagno<br />

che rientrava dietro di lui.<br />

Giunto nella sua baracca si buttò nel<br />

pagliericcio facendo finta di dormire.<br />

Era riuscito a nascondere il cavolo<br />

sotto un’asse del pavimento.<br />

Passarono le ore senza che il suo cuore<br />

regolarizzasse quel battito folle per la<br />

paura e l’apprensione per il suo amico.<br />

Poco prima dell’alba due soldati buttarono<br />

dentro il corpo di quel poverac-<br />

IMI<br />

MILITARI ITALIANI INTERNATI<br />

Gli<br />

Hanno tenuto vivo nel cuore il ricordo delle loro sofferenze.<br />

Ci hanno raccontato squarci di dolorose verità.<br />

Ora che sono rimasti così pochi è giusto custodire<br />

nella nostra memoria il loro insegnamento.<br />

di Lillo Pennacchio - II parte<br />

cio arrotolato in una coperta. Era<br />

seminudo. Lo avevano torturato, ma<br />

non aveva svelato il nome del suo<br />

compagno di sventura. Morì dopo<br />

qualche ora e il comandante del<br />

campo, forse per non ammettere che<br />

uno se lo erano fatto sfuggire, non<br />

ordinò alcuna rappresaglia.<br />

Il giorno dopo, quando finalmente riuscirono<br />

a cuocere quel cavolo, Nino<br />

nemmeno lo assaggiò; lasciò che mangiassero<br />

i due compaesani che con lui<br />

per tutta la prigionia avevano condiviso<br />

il poco cibo che riuscivano a rimediare.<br />

Pietro aveva altre doti: quattru coccia<br />

di littra a quel tempo valevano tanto e<br />

nonostante fosse costretto a condividere<br />

gli stessi stenti dei suoi compa-<br />

gni, era riuscito a svolgere attività che<br />

richiedevano meno dispendio di energie<br />

fisiche, nella fabbrica di stivali e<br />

accessori di gomma. Situazione molto<br />

importante per la sopravvivenza. Ma<br />

anche lui pianse la perdita di compagni<br />

non ancora trentenni che lasciarono<br />

la vita e il corpo in quell’inferno.<br />

Giovani come lui, ai quali era legato<br />

da affetto fraterno, visti morire di<br />

stenti o per le sevizie procurate da<br />

ignobili aguzzini.<br />

Un po’ di sollievo lo ricevette per<br />

posta, grazie ad una cartolina speditagli<br />

dalla madre in risposta ad un’altra che<br />

lui era riuscito a scrivere. Con quell’innocente<br />

cartoncino, ancora sottoposto a<br />

controlli e censure fasciste, che poca<br />

e15


e16<br />

dimestichezza hanno con i sentimenti e<br />

gli affetti, la madre gli fece giungere la<br />

sua benedizione e gli abbracci dei suoi<br />

fratelli e delle sue sorelle. Per lui fu una<br />

immensa carica di energia e di speranza<br />

grazie alla quale riuscì a farcela e<br />

vedere la fine di quell’incubo durato<br />

venti mesi. Forse grazie a quel contatto<br />

superò una bronchite che nelle condizioni<br />

in cui si trovava avrebbe potuto<br />

portarlo alla morte.<br />

Una mattina i soldati che li scortavano<br />

fino alla fabbrica non si presentarono.<br />

Passarono delle ore di silenzio con<br />

una certa apprensione. Non sapevano<br />

che fare: avevano paura. In quelle<br />

condizioni qualsiasi cambiamento fa<br />

paura. Poi finalmente la porta <strong>della</strong><br />

baracca si aprì e comparvero dei militari<br />

con delle divise che loro non avevano<br />

mai visto. Il fregio sul berretto<br />

non lasciava dubbi: una stella rossa<br />

con falce e martello. Erano Russi. La<br />

guerra era finita! Stavolta davvero!<br />

Uno alla volta furono invitati a rispondere<br />

ad una domanda ridicola. Un<br />

ufficiale russo chiedeva: «Badoglio o<br />

Mussolini?» Ovviamente nessuno<br />

rispose Mussolini e tutti furono liberi.<br />

Cominciarono a partire le tradotte per<br />

l’Italia; attraverso il Brennero si raggiungeva<br />

Verona dove gli americani<br />

avevano allestito un centro di accoglienza<br />

temporanea e di smistamento.<br />

Da lì Pietro si preoccupò di mandare<br />

un telegramma alla famiglia e riprese<br />

il viaggio alla volta di Mezzojuso.<br />

Prima di partire dalla Germania avevano<br />

razziato delle patate. Non gli era<br />

parso vero di vedere i magazzini spalancati<br />

dopo che per mesi e mesi, per<br />

Napoli Domenico (Pietro) nato l’1 aprile 1917<br />

Nino aveva imparato<br />

solo due parole di tedesco:<br />

brot e hunger per dire<br />

“pane” e “fame”!<br />

sfamarsi, avevano rovistato nella spazzatura<br />

a cercare le bucce buttate via dai<br />

tedeschi. Quelle patate se le portò dietro<br />

per tutto il viaggio; le ultime le fece<br />

bollite a Messina. Ormai era a casa.<br />

Mai più avrebbe patito la fame.<br />

Di Nino non si erano avute più notizie<br />

da anni; non si sapeva dove fosse finito<br />

e nemmeno se fosse ancora vivo.<br />

Sua madre aveva fatto di tutto per cercarlo.<br />

Aveva chiesto aiuto ad un militare<br />

nostro compaesano, il colonnello<br />

Cuttitta, ma niente, nessun risultato.<br />

Si fece scrivere persino una lettera da<br />

inviare al Papa per avere notizie di<br />

questo figlio, ma nemmeno i canali<br />

vaticani riuscirono a darle un aiuto.<br />

Sparito in Albania!<br />

Nino non sapeva scrivere e la sua condizione<br />

di vita era tale che non valeva<br />

nemmeno la pena di cercare di comunicare.<br />

Pensava solo alla sopravvivenza<br />

sua e dei compagni più vicini, fra<br />

cui due compaesani. Avevano capito<br />

che erano schiavi e che per i nazisti la<br />

loro vita non valeva niente.<br />

Figuriamoci i loro sentimenti. Non<br />

esisteva nessun canale di comunicazione<br />

possibile con la madre patria per<br />

i prigionieri di quel campo.<br />

Lui aveva imparato solo due parole di<br />

tedesco: brot e hunger per dire “pane”<br />

e “fame”!<br />

Qualche volta, quando lo portavano a<br />

pulire, sotto sorveglianza armata, le<br />

strade dalle macerie, cercava di incrociare<br />

con lo sguardo gli occhi di qualche<br />

donna anziana che avrebbe potuto<br />

essere sua madre; se coglieva un briciolo<br />

di compassione allora sussurrava:<br />

“Brot”. Qualche volta gli capitò<br />

che quella dopo un po’ ripassasse e<br />

senza farsi notare dalla guardia<br />

lasciasse cadere un tozzo di pane<br />

secco tra i detriti.<br />

Un giorno per un istante si vitti morto.<br />

Lo avevano messo a scaricare sacchi<br />

di patate che servivano per il rancio<br />

dei soldati. Una soperchieria, visto<br />

che loro si e no di quelle patate avrebbero<br />

potuto raccogliere le bucce dalla<br />

spazzatura. Ma lui, con quelle vecchie<br />

fasce di panno, che per l’esercito ita-<br />

liano costituivano l’equivalente degli<br />

stivali, si era legato gli orli dei calzoni<br />

alle caviglie. Tra un tragitto e l’altro<br />

riusciva a cavare dai sacchi qualche<br />

patata che faceva scivolare dentro i<br />

pantaloni. Ne aveva un bel po’.<br />

Appena finito il lavoro però li misero<br />

in fila per perquisirli ed un soldato<br />

chino davanti a lui tastò quelle patate.<br />

Potevano fucilarlo! Il soldato lo fissò.<br />

Lui si battè il fianco con il taglio <strong>della</strong><br />

mano e sussurrò tremando: “Hunger”.<br />

Quello fece finta di niente e passò<br />

oltre. Questi episodi in seguito diventarono<br />

i suoi argomenti forti quando in<br />

accese discussioni si ritrovava a difendere<br />

la parte sana del popolo tedesco<br />

che aveva preso coscienza degli orrori<br />

del nazismo e che aveva contribuito in<br />

qualche modo a salvargli la vita.<br />

Per Nino e per tutti gli IMI le patate<br />

erano oro! Quando ne avevano era<br />

festa. Avevano sperimentato un sistema<br />

per cuocerle in fretta, visto che<br />

dovevano farlo di nascosto; sigillavano<br />

con stracci inzuppati in acqua e<br />

terra i bordi del coperchio di una latta<br />

che messa sul fuoco diventava una<br />

sorta di pentola a pressione …o quasi.<br />

Quando Pietro arrivò a Palermo scese<br />

dal treno e si precipitò a piazza<br />

Magione dove sperava di incontrare<br />

qualcuno. Con il telegramma da<br />

Verona aveva avvisato la famiglia.<br />

Sicuramente lo aspettavano. E poi lì a<br />

piazza Magione c’era un punto di<br />

ritrovo degli Achille, trasportatori di<br />

Mezzojuso, che sicuramente gli<br />

avrebbero dato passaggio fino a casa.<br />

Infatti vi incontrò i primi paesani che<br />

rivide dopo anni e anni di lontananza:


Giovanni Gebbia, Carmelo La Gattuta,<br />

Vincenzo La Gattuta, ma soprattutto<br />

suo fratello, che gli portò abiti puliti<br />

per togliersi di dosso quel pastrano che<br />

recava ancora i distintivi <strong>della</strong> sua prigionia.<br />

Si sentì subito un altro e con il<br />

vento caldo che entrava dal finestrino<br />

sentiva volare via i segni che stenti e<br />

sofferenze avevano lasciato nel suo<br />

animo. Arrivati a Scorciavacca guardando<br />

le ristucce pensò che presto<br />

sarebbe stato tempo di abbruscare.<br />

Tornava in tempo per ricominciare a<br />

capo d’annata il ciclo del pane e <strong>della</strong><br />

vita. Si vide come proiettato nel futuro<br />

a strofinare fra le mani una spiga di<br />

grano per contarne poi i chicchi nel<br />

palmo e stimare a occhio e croce la<br />

resa. Erano già arrivati al ponte granni.<br />

Sorrise: “Accellera Cicciu! Staiu<br />

spinnannu ri abbrazzari a me matri e<br />

tutta a me famigghia!”.<br />

Nino, dopo un viaggio che non finiva<br />

mai, giunse finalmente a Palermo. Di<br />

corsa arrivò appena in tempo per<br />

acchiappare il treno <strong>della</strong> ferrovia a<br />

scartamento ridotto che partiva dalla<br />

stazione di S.Erasmo e arrivava a S.<br />

Carlo, dopo Corleone. Mille dubbi gli<br />

facevano machiniare la testa. Erano<br />

anni ormai che non aveva notizie dei<br />

suoi e si rammaricava di non essere<br />

stato capace di farne avere a loro.<br />

Anche lui era transitato da Verona, ma<br />

non gli era passato nemmeno per l’anticamera<br />

del cervello di mandare un<br />

telegramma! Forse ignorava l’esistenza<br />

di quel mezzo di comunicazione.<br />

Alla stazione di Mezzojuso il treno si<br />

fermò e lui, presa una truscia che<br />

dall’Albania si era portata dietro per<br />

mezza Europa, scese e si guardò intorno.<br />

Manco un paisanu né sul treno né<br />

sulla banchina. Ma non fece in tempo<br />

a muovere un passo che il cane<br />

Baruni, scodinzolando e guaendo<br />

festoso, gli poggiò le zampe sul petto<br />

e gli leccò il viso. Lo riconobbe subito;<br />

era cresciuto, lo aveva lasciato<br />

ancora cagniulazzu ed era diventato<br />

davvero un gran bel cane: alto, lanutu,<br />

bianco e con due macchie miele scuro<br />

che partivano dagli occhi e coprivano<br />

pure le orecchie.<br />

Tenendoselo stretto al petto provò a<br />

chiamare forte i suoi fratelli: “Liboriu!<br />

‘Ntria! Mommu!”. Girò un po’ intorno<br />

alla stazione con il cane che lo seguiva.<br />

Niente, Baruni era solo! Per un<br />

motivo rimasto sempre misterioso<br />

...gli rivolsero una domanda<br />

ridicola. Un ufficiale russo<br />

chiedeva: «Badoglio o<br />

Mussolini?» Ovviamente<br />

nessuno rispose Mussolini<br />

e tutti furono liberi.<br />

negli anni a venire il cane si era presentato<br />

là dove sei anni prima aveva<br />

visto Nino l’ultima volta, esattamente<br />

nell’istante in cui il suo padrone<br />

rimetteva piede in terra di Mezzojuso.<br />

Si avviarono insieme saltellando dalla<br />

gioia in discesa in direzione <strong>della</strong> contrada<br />

Frattina per poi risalire verso il<br />

Passalatà ed entrare in paese dalla<br />

parte del santuario <strong>della</strong> Madonna<br />

delle Grazie. Ogni tanto Nino si fermava<br />

e abbracciava il cane, gli piaceva<br />

risentire quel tanfu di pecore che<br />

Baruni aveva addosso: per lui era profumo<br />

di benessere dopo tanto avere<br />

sofferto. Era un segnale importante!<br />

Se il cane odorava così forte voleva<br />

dire che la notte dormiva con le pecore<br />

e quindi i suoi fratelli erano già tornati<br />

pure loro. Era certo che nonostante<br />

la guerra la sua famiglia possedesse<br />

ancora qualche centinaio di pecore e<br />

quindi non li avrebbe trovati in stato<br />

di bisogno. Lui lo sapeva che davanti<br />

alla porta dei pecorai il bisogno si può<br />

solo fermare ogni tanto, ma senza<br />

avere mai l’onore di tuppuliari. Non<br />

vedeva l’ora di arrivare. Voleva fumare<br />

con i fratelli il tabacco che portava<br />

con sé fin dall’Albania. Gli era stato<br />

regalato da un pastore albanese e lui<br />

aveva giurato che non ne avrebbe mai<br />

Antonino Pennacchio nato il 15 Marzo 1914<br />

e morto il 25 novembre 1981<br />

consumato se non dividendolo con i<br />

fratelli lontani. Strinse forte la truscitedda<br />

di tabacco e accelerò il passo.<br />

Il sole, quello nostro, gli scaldava il<br />

viso ed il corpo: ora poteva cominciare<br />

a dimenticare quello che aveva<br />

subito negli ultimi due anni di guerra.<br />

Quant’era che non provava più quella<br />

sensazione di camminare al caldo e di<br />

sentire ad ogni passo la ristuccia che<br />

si spezzava e i timpuna stracotti dal<br />

sole d’agosto che si sfarinavano sotto<br />

i suoi piedi!<br />

Niente più fango ghiacciato e neve<br />

sotto scarpe di cartone. Ora aveva solo<br />

voglia di vivere civile. La vita ricominciava.<br />

Si guardava intorno e sperava<br />

che i viddani non abbruscassero presto<br />

le ristucce. Almeno fino agli ultimi di<br />

settembre. Così le pecore manciuniavano,<br />

intanto che qualche bello colpo<br />

d’acqua favorisse un bello primintiu.<br />

Ogni riferimento a fatti e persone è<br />

assolutamente voluto e per niente<br />

casuale. Mi sono concesso solo qualche<br />

piccola libertà per esigenze narrative.<br />

Pietro, per tutti noi, in virtù dell’affetto<br />

che dobbiamo ai grandi vecchi del<br />

nostro paese, è “zio” Pietru Napoli<br />

<strong>della</strong> fontana nuova, all’anagrafe<br />

Domenico. Recentemente ho avuto il<br />

piacere di chiacchierare con lui un<br />

paio di volte e ho potuto fare tesoro di<br />

ciò che mi ha raccontato con serena<br />

commozione e con l’obiettività di chi,<br />

avendo già superato i novant’anni,<br />

vede con estremo nitore episodi lontani<br />

e importanti <strong>della</strong> sua vita trascorsa.<br />

Nino era mio zio Nino Pennacchio,<br />

fratello di mio padre. E’ morto tanto<br />

tempo fa. Quando mi capita di andare<br />

all’Acqua di Genco, se guardo verso il<br />

canale di “Tramontana”, lo vedo scendere<br />

con la giacca di velluto buttata<br />

sulle spalle che si va incuddariannu<br />

una sigaretta. Una volta, da bambino,<br />

lo vidi arrivare con le maniche <strong>della</strong><br />

giacca, ciascuna stretta all’orlo con due<br />

fili di disa, riempite di frutta. Gli dissi<br />

che mi pareva la dea Calì. “Ma quali<br />

Calì e Calì!”. Mi tolse il cappellino di<br />

paglia e me lo riempì di rosse cappuccia<br />

che aveva raccolto alla Cerasa.<br />

L’episodio del cane Baruni è tanto<br />

vero quanto inspiegabile e dimostra<br />

tuttavia che esistono animali dotati di<br />

capacità e sensibilità che noi<br />

umani….vabbè, lasciamo perdere.<br />

e17


e18<br />

Nasce l ‘U.P.L.A.S.<br />

UNIONE PRO LOCO ARBËRESHË DI SICILIA<br />

Domenica 18 Gennaio 2009 alle ore<br />

10.30 presso la sede legale <strong>della</strong><br />

Pro Loco di S. Cristina Gela è stato sottoscritto<br />

lo statuto dell’Unione Pro<br />

Loco Arbëreshë di Sicilia (U.P.L.A.S.)<br />

tra i paesi di: Mezzojuso, Contessa<br />

Entellina, Palazzo Adriano, Piana degli<br />

Albanesi e S. Cristina Gela.<br />

L’U.P.L.A.S. nasce come unione tra le pro<br />

loco siciliane Arbëreshë ed è un organismo<br />

di coordinamento e di proposta per la<br />

tutela delle minoranze storico - culturali e<br />

linguistiche, di cui all’Art. 2 L. 482/99.<br />

Le sue finalità principali sono la salvaguardia<br />

<strong>della</strong> minoranza linguistica albanese<br />

in Sicilia e la promozione turistico<br />

culturale ambientale artigianale del territorio<br />

promosso dalle pro loco aderenti.<br />

In particolare l’U.P.L.A.S., mediante una<br />

continua e reciproca collaborazione tra le<br />

parti, si occuperà principalmente di: 1)<br />

promuovere i rapporti culturali con le altre<br />

minoranze linguistiche italiane, europee,<br />

extraeuropee, con le comunità albanofone<br />

siciliane, che presentino le stesse finalità,<br />

gli stessi principi organizzativi; 2) promuovere<br />

la lingua, l’educazione linguistica<br />

e le tradizioni popolari Arbëreshë e<br />

inoltre le manifestazioni culturali, artistiche,<br />

folcloristiche e religiose; 3) favorire<br />

le attività culturali, artistiche, folcloristiche,<br />

editoriali e di ricerca nel settore sociale,<br />

<strong>della</strong> cultura cristiana, conservazione<br />

dei beni archivistici e bibliografici; 4)<br />

sostenere l’accrescimento storico, linguistico,<br />

culturale, artistico, folcloristico e le<br />

tradizioni popolari Arbëreshë, nelle scuole<br />

che fanno parte dei territori comunali<br />

associati a questa Unione; 5) partecipare<br />

alla stesura dei programmi scolastici per<br />

inserire “l’albanofonologia” a vari livelli<br />

didattici adatti per le scuole, avvalendosi<br />

di esperti specializzati in materia e con la<br />

collaborazione <strong>della</strong> Facoltà di Scienze<br />

<strong>della</strong> Formazione, e <strong>della</strong> Facoltà di<br />

Lettere e di tutte le altre Facoltà interessate<br />

ai temi culturali del mondo albanologico<br />

in modo particolare con la Cattedra di<br />

Lingua e Letteratura Albanese<br />

dell’Università di Palermo; 6) istituire dei<br />

corsi di formazione professionale, di<br />

sostegno alle attività didattiche delle scuole<br />

e di altre agenzie formative nel campo<br />

dell’istruzione pubblica 7) curare l’accoglienza<br />

e l’assistenza turistica in ogni<br />

luogo ove esiste potenzialità legata al turismo<br />

in generale, al turismo culturale arbëreshë<br />

in particolare, anche a mezzo di visite<br />

guidate sul territorio del comprensorio,<br />

con particolare riferimento ad aree ed<br />

ambiti delle zone interne o poco note,<br />

favorendo, in tal modo, lo scambio linguistico,<br />

turistico - culturale, storico - folcloristico<br />

e le visite guidate a musei, a biblioteche,<br />

a monumenti. L’Unione si impegnerà<br />

inoltre a costituire un particolare<br />

protocollo d’intesa con il Governo<br />

Albanese, affinché si possa istituire<br />

all’interno di ogni pro loco aderente,<br />

uno sportello linguistico italo - albanese<br />

in rete, gestito da personale qualificato,<br />

per l’incremento ed il perfezionamento<br />

<strong>della</strong> conoscenza delle nuova lingua unificata.<br />

L’UPLAS, in seno alle attività culturali<br />

arbëreshë, si propone, inoltre, di<br />

realizzare la fondazione di una accademia,<br />

atta a contribuire allo sviluppo <strong>della</strong><br />

moderna cultura scientifica albanologica,<br />

<strong>della</strong> sua storia, che prenderà il nome di:<br />

Accademia Culturale - Linguistica<br />

Albanese di Sicilia e di collaborare alla<br />

realizzazione del progetto: “Palermo<br />

Capitale culturale delle colonie Albanesi<br />

di Sicilia” in collaborazione con il Centro<br />

Internazionale di Studi Albanesi, in<br />

aggiunta alle Facoltà sopraccitate,<br />

dell’Università di Palermo.<br />

Sabato 28 Febbraio inoltre, in occasione<br />

di un incontro tenutosi a Capaci organizzato<br />

dalla Provincia Regionale di<br />

Palermo e dal comitato Provinciale<br />

UNPLI Palermo, è stata presentata l’iniziativa<br />

dai due delegati presenti,<br />

Gaetano Mantovani e Cesare Di<br />

Grigoli. La nascita <strong>della</strong> nuova Unione<br />

è stata accolta con interesse ed entusiasmo<br />

da parte dei presenti ed in particolare<br />

dal Presidente <strong>della</strong> Provincia<br />

Regionale di Palermo e dal Presidente<br />

Regionale UNPLI Sicilia.<br />

LA PRO LOCO MEZZOJUSO<br />

HA UNA NUOVA SEDE LEGALE<br />

Il 02/02/2009 è stata sottoscritta dal<br />

Sindaco del Comune di Mezzojuso e<br />

dal Presidente <strong>della</strong> Pro Loco, la convenzione<br />

con la quale vengono assegnati<br />

in comodato d’uso gratuito<br />

all’Associazione Turistica Pro Loco<br />

Mezzojuso, i locali dell’ex Macello,<br />

oggi sede <strong>della</strong> Mostra Permanente del<br />

Mastro di Campo, il cui allestimento è<br />

stato curato è realizzato negli anni passati<br />

dalla stessa Pro Loco con il patrocinio<br />

del Comune di Mezzojuso. I<br />

locali sono anche sede dell’Ufficio<br />

Turistico del Comune di Mezzojuso.<br />

Cesare Di Grigoli<br />

Vice Presidente Pro Loco Mezzojuso


Tu da che parte stai?<br />

Il martirio di Padre Pino Puglisi<br />

E’ stato pubblicato nel mese di gennaio<br />

scorso, il volume di Roberto Lopes<br />

“Tu da che parte stai?” il martirio di<br />

Padre Pino Puglisi.<br />

Pubblichiamo di seguito l’intervento di<br />

Rita Borsellino contenuto nel volume.<br />

Non so quante volte ho assistito<br />

alla rappresentazione dello spettacolo<br />

“Tu da che parte stai?” di<br />

Roberto Lopes su Padre Puglisi: ogni<br />

volta come la prima volta,<br />

più <strong>della</strong> prima volta, provo<br />

una grande emozione, un<br />

nodo alla gola. Le lacrime no,<br />

dal 19 luglio del ’92 è come se<br />

le lacrime si fossero inaridite,<br />

come se non trovassero più la<br />

strada giusta per sgorgare dagli<br />

occhi e dare sollievo a un dolore<br />

troppo grande. Qualche volta arrivano<br />

appena a pungere le palpebre<br />

ma si fermano lì. Davanti a questo<br />

spettacolo le lacrime arrivano fino<br />

alle palpebre. Mi accade sempre,<br />

nonostante conosca il testo quasi a<br />

memoria: le parole, i gesti che si susseguono<br />

sul palco e che riconosco, che<br />

anticipo, che temo perché mi fanno<br />

sentire l’angoscia di ciò che accadrà.<br />

Il fatto è che ogni volta, ogni volta, è<br />

come se mi apparisse davanti agli<br />

occhi la rappresentazione non solo di<br />

un fatto ma di un modo di essere di un<br />

quartiere, Brancaccio; di una città,<br />

Palermo; di un’isola, la Sicilia. La mia<br />

amata terra. Già, perché sul palco ci<br />

sono personaggi che sfidano la mafia,<br />

personaggi che la temono e rimangono<br />

in silenzio davanti alle ingiustizie,<br />

c’è chi resta a guardare, chi si lascia<br />

trascinare dall’entusiasmo di padre<br />

Puglisi e chi invece lavora per il male.<br />

Così era e per certi versi resta<br />

Brancaccio. Io non potrò mai dimenticare<br />

quando subito dopo l’uccisione di<br />

padre Puglisi (era il trigesimo) organizzammo<br />

una marcia <strong>della</strong> pace. Fu<br />

una manifestazione bellissima, emozionante.<br />

Con noi c’erano i ragazzi<br />

che avevano conosciuto ed imparato a<br />

credere in Padre Puglisi e c’erano<br />

anche molte donne e padri di<br />

famiglia e, ai balconi,<br />

in tanti<br />

stendevano<br />

lenzuoli bianchi. Un segno<br />

di pace che accompagnava quel corteo<br />

rendendolo ancora più forte e compatto.<br />

Fino a quando… Fino a quando<br />

qualcuno non iniziò a tirare sassi.<br />

L’altra Brancaccio, l’altra Palermo,<br />

l’altra Sicilia quella che con quel<br />

gesto e con i suoi gesti quotidiani<br />

voleva e vuole ancora affermare la<br />

forza <strong>della</strong> violenza su quella dell’amore<br />

e <strong>della</strong> pace. Ma quello che<br />

più amo di quest’opera è il messaggio<br />

conclusivo, quel messaggio di speranza<br />

e verità che arriva alla fine da una<br />

dei protagonisti che a voce alta pronuncia<br />

le differenze, traccia il confine<br />

tra ciò che è bene e ciò che è male ed<br />

invita alla rivolta, alla costruzione del<br />

cambiamento. Oggi, in un momento in<br />

cui c’è chi tenta di confondere le carte,<br />

chiamando eroi uomini come Puglisi,<br />

Falcone e Borsellino ma allo stesso<br />

modo anche criminali come Mangano,<br />

bene oggi questo messaggio finale<br />

diventa ancora più importante: un<br />

richiamo a non restare in silenzio, ad<br />

esserci nella costruzione di una società<br />

diversa, come diceva Paolo, “ognuno<br />

per quello che può, ognuno per<br />

quello che sa”. Don Pino aveva capito<br />

che molte famiglie di Brancaccio avevano<br />

bisogno di un punto di riferimento,<br />

di qualcuno che mostrasse loro<br />

una strada diversa da quella <strong>della</strong><br />

paura. E aveva capito che l’unico<br />

modo di adempiere al proprio<br />

dovere di sacerdote era quello di<br />

calare i valori cristiani in quella<br />

realtà e opporsi al predominio<br />

<strong>della</strong> cultura mafiosa. Il suo,<br />

resta un esempio da seguire per<br />

la Chiesa e per ognuno di noi.<br />

Personalmente è come se<br />

ormai mi sentissi parte di questa storia,<br />

come se anch’io insieme alle<br />

ragazze e ai ragazzi compissi gesti,<br />

pronunciassi parole di forza e di<br />

paura, di cambiamento e di rassegnazione,<br />

in un alternarsi incalzante. Le<br />

musiche, le voci acerbe, gli sguardi<br />

seri e determinati, il dialetto così<br />

familiare, le chiusure <strong>della</strong> rassegnazione,<br />

l’aprirsi alla consapevolezza e<br />

alla speranza…. Credo che, al di là di<br />

cronache, libri, film e quant’altro,<br />

questo sia di Padre Puglisi il ricordo<br />

più bello, più pieno di emozioni e<br />

quindi più emozionante, più vero,<br />

prodotto in una scuola, il Liceo<br />

Basile, che di Padre Puglisi ha condiviso<br />

e accompagnato l’impegno da<br />

sempre e per sempre.<br />

e19


e20<br />

Meli Ignazio e A. Bellone, USA $ 50,00<br />

La Gattuta Maria, Mezzojuso € 20,00<br />

Cangelosi Maria, Campofelice di F. €15,00<br />

N.N. € 5,00<br />

Perniciaro Giuseppe, Palermo € 20,00<br />

La Torre Rosy, Villafrati PA € 15,00<br />

Anselmo Antonino, Scandicci FI € 25,00<br />

Vittorino Antonino, Cardinale CZ € 25,00<br />

Lo Monte Nicolò, Bolzano € 50,00<br />

Ferri Rosarita, Villa S. Giovanni € 10,00<br />

Di Grigoli Anna, Chieri € 30,00<br />

Testai Salvatore, Novara € 20,00<br />

Bua Nicolò, Portici NA € 50,00<br />

Manganaro Viviana, Monreale PA € 20,00<br />

Como Giovanna, TO € 20,00<br />

Amara Gianna, Augusta SR € 20,00<br />

Figlia Andrea, Mezzojuso € 15,00<br />

Parrucche Boutique di Spata & c., TO € 50,00<br />

Brancato Ignazio, Vercelli € 20,00<br />

Cusintino Antonino, Roma € 20,00<br />

Russo Nicolina, Castelforte € 20,00<br />

Gattuso Roberto, Palermo € 50,00<br />

Vitale Giuseppe, Mezzojuso € 15,00<br />

La Gattuta Antonino, Palermo € 50,00<br />

Cuccia Antonino, Palermo € 25,00<br />

Messina Cicchetti F. Paolo, Siracusa € 20,00<br />

La Barbera Nicola, Bovalino € 50,00<br />

La Gattuta Agnello Mari, PA € 25,00<br />

Magalini Silvano, Valeggio VR € 20,00<br />

Di Chiara Maria Anna, Marineo € 50,00<br />

Puma Giovanni, Ribera AG € 20,00<br />

Campione Gaetano, Lessona € 25,00<br />

Musso Rosaria, Legnano € 20,00<br />

Di Miceli Casimiro, Verona € 25,00<br />

Borgia Paolo, Roma € 30,00<br />

D’Arrigo Antonio, Imola € 25,00<br />

Cusintino Giuseppe, Leinì € 20,00<br />

Bisagna Giuseppe, Palermo € 20,00<br />

Schillizzi Anita, Palermo € 15,00<br />

Aiello Ina, Asti € 20,00<br />

La Gattuta Giuseppe, Solb. Olona VA € 20,00<br />

Mamola Salvatore, Palermo € 10,00<br />

Raspanti Vittoriano, Maerne VE € 25,00<br />

Raviotta Calogero, Garbagnate M. € 20,00<br />

Zambito Pietro, Bari € 35,00<br />

Gnizio Francesco, Palermo € 25,00<br />

LAUREA<br />

Il 18 Novembre 2008, presso la<br />

Facoltà di Medicina e Chirurgia<br />

dell’Università degli Studi di<br />

Palermo, Nunzio (Zino) Di Chiara ha<br />

conseguito la laurea in “Tecnica <strong>della</strong><br />

prevenzione nell’ambiente e nei luoghi<br />

di lavoro”, discutendo la tesi “Il<br />

controllo ispettivo delle cavie”.<br />

Relatore è stato il professore Nino<br />

Romano. Al neolaureato i migliori<br />

auguri <strong>della</strong> Redazione.<br />

OFFERTE RICEVUTE<br />

Meli Domenico, Villafrati PA € 20,00<br />

Muscarello Andrea e Margherita, PA € 50,00<br />

Clemente Andrea, Canegrate MI € 25,00<br />

Reres Epifanio e Paola, Mezzojuso € 30,00<br />

D’Orsa Andrea, Palermo € 25,00<br />

Lisciandrello Marco, Pinerolo TO € 50,00<br />

Miano Vittorino, Torino € 20,00<br />

Cascio Maria, Palazzo Adriano PA € 30,00<br />

Perniciaro Caterina, Castellanza VA € 20,00<br />

Chetta Francesco e Rosa, USA $ 30,00<br />

Manzo Benedetta Maria, PA € 50,00<br />

Divono Bartolomei Giovanna, PA € 50,00<br />

Bisulca Mattia, Mezzojuso € 20,00<br />

Fucarino Giuseppe, USA $ 50,00<br />

Blanda Nunzia, Verbania € 20,00<br />

Tipa Antonino, Villabate PA € 30,00<br />

D’Urso D., Bilieri L., Acicatena € 25,00<br />

Maida Salvatore, Campolfelice di F. € 25,00<br />

Catania Paolo, Verbania € 25,00<br />

Lala Nicolò, Torino € 30,00<br />

Ingrassia Ulisse, Palermo € 15,00<br />

Lo Russo Zambianchi, Lissone MI € 30,00<br />

Pennacchio Vittorio, Palermo € 30,00<br />

Di Grigoli Caterina, San Cipirello € 20,00<br />

Bausano Buccola Angela, PA € 20,00<br />

Vitale Fortunato, Villafrati PA € 20,00<br />

Vago Cosimo, S. Raffaele C. TO € 10,00<br />

Lala Gino, Mezzojuso € 50,00<br />

Masi Davide, Palermo € 40,00<br />

Cusintino Carmela, Palermo € 20,00<br />

Divono Suor Agnese, Palermo € 50,00<br />

Cangelosi Salvatore e Alfonsa, USA $ 50,00<br />

Lo Monte Francesca, Palermo € 20,00<br />

Burriesci Giovanna, Alia PA € 20,00<br />

Burriesci Rosa, Mezzojuso € 15,00<br />

Viscardi Andrea, Vimodrone MI € 20,00<br />

La Barbera Paola in Barcia, PA € 30,00<br />

Fucarino Giovanni, Palermo € 30,00<br />

Battaglia Biagio, Mezzojuso € 50,00<br />

Butera Salvatore, Castronovo di S. € 15,00<br />

Muscarello Gaspare, Settimo T. € 50,00<br />

Bisulca Vittorio, Agrigento € 25,00<br />

Pomara Domenico, Godrano PA € 30,00<br />

Cuttitta Francesco, Grottaferrata RM € 20,00<br />

Corticchia Nicola, USA $ 25,00<br />

Burriesci Franca e Mario, USA $ 25,00<br />

I NUOVI ARRIVATI<br />

PIAZZA GIUSEPPE<br />

di Salvatore e Rivaldo Katia<br />

DIOGUARDI VINCENZO<br />

di Francesco e Leone Giuseppina<br />

VISCARDI GABRIELLA<br />

di Pietro e Zambito Nicolina Lucia<br />

RIPOSANO NEL SIGNORE<br />

DI GIACOMO PIETRO<br />

20/02/1938 - 08/10/2008<br />

DI GIACOMO GIUSEPPE<br />

10/04/1931 - 15/10/2008<br />

NUCCIO MICHELINA<br />

(Margherita)<br />

20/10/1928 - 27/11/2008<br />

CAVADI GIUSEPPA<br />

29/06/1920 - 15/12/2008<br />

CARCELLO NICOLINA<br />

28/10/1922 - 02/01/2009<br />

D’ORSA ROSA<br />

25/05/1931 - 16/01/2009<br />

SCHILLIZZI ROSARIO<br />

05/07/1944 - 19/01/2009<br />

LA BARBERA PIETRO<br />

14/07/1916 - 07/02/2009<br />

MELI FRANCESCA<br />

08/07/1918 - 07/02/2009<br />

Libere e democratiche riflessioni…<br />

Cari amici e compaesani siamo arrivati<br />

ad un punto di non ritorno; ormai da<br />

diversi mesi assistiamo ad una catastrofica<br />

“staticità” dovuta, secondo me, a<br />

molteplici e svariati motivi: la lontananza<br />

dal concetto empirico <strong>della</strong> politica<br />

dei neo-eletti, la non armonia tra loro, i<br />

profondi fendenti conficcati da chi è<br />

rimasto fuori e il non lasciarsi consigliare<br />

da chi aveva qualche anno di esperienza<br />

in più; il tutto condito da pochi e<br />

rarissimi legami con gli organi regionali<br />

e statali rimasti spesso alla finestra per<br />

ovvi motivi di comodità elettorali. Tutto<br />

ciò ha partorito una profonda crisi; e lo<br />

si sa che la crisi genera emergenze, e<br />

queste richiedono interventi celeri e<br />

straordinari. Quali le soluzioni?<br />

Disagevoli ed ardue le risposte. Secondo<br />

il mio modesto parere bisognerebbe<br />

innanzi tutto recidere questa “staticità”<br />

con il coinvolgimento dell’opinione<br />

pubblica che fino ad ora è rimasta<br />

distaccata ed indolente, ad uno “scontro”<br />

che dovrebbe invece coinvolgerla in<br />

prima fila poiché è degli interessi di tutti<br />

che si discute; successivamente costruire<br />

ed amalgamare una classe dirigente<br />

che possa operare nella massima pacatezza,<br />

rivolgersi direttamente ai cittadini,<br />

riconoscere ed apprezzare le numerose<br />

risorse del nostro territorio, aprirsi ai<br />

turisti con programmi gagliardi ed attendibili<br />

per ridare, finalmente, a<br />

Mezzojuso quella dignità e considerazione<br />

morale, culturale e turistica che<br />

merita… fino ad ora rimasto un mero<br />

miraggio utopistico.<br />

Salvatore Giardina, Mezzojuso.


Carissimi amici e parenti di<br />

Mezzojuso, vi auguro buon Natale e un<br />

buon anno nuovo a tutti. Grazie per<br />

<strong>Eco</strong> <strong>della</strong> <strong>Brigna</strong> e per il calendario,<br />

con il nostro panorama. Cordiali saluti.<br />

Francesco, Rosa, Antonino e<br />

Gaetano Chetta<br />

Grazie per la rivista “<strong>Eco</strong> <strong>della</strong><br />

<strong>Brigna</strong>”. Sono sicura che i miei nonni<br />

sarebbero stati contenti.<br />

Sinceramente,<br />

Mollese Rosaura Blackbura<br />

La ringrazio tanto per avermi inviato<br />

regolarmente l’<strong>Eco</strong> <strong>della</strong> <strong>Brigna</strong>, che<br />

reca tanta gioia a noi che siamo emigrati<br />

e lontani dal nostro paese. Mi congratulo<br />

con lei e con tutto lo staff <strong>della</strong> redazione<br />

per il lavoro che svolgete dandoci<br />

notizie <strong>della</strong> nostra cara Mezzojuso. Vi<br />

faccio tanti auguri di andare avanti sempre<br />

con lo stesso entusiasmo e la tenacità<br />

dimostrata in questi anni.<br />

Grazie di cuore.<br />

Mr. Ignazio Meli<br />

e Antonina Bellone<br />

Ozone Park - New York - USA<br />

Caro Don Enzo,<br />

La presente per ringraziarla di aver<br />

fatto trasmettere Radio Maria dal mio<br />

caro paese natale, Mezzojuso.<br />

Inoltre volevo ringraziarla per “<strong>Eco</strong> <strong>della</strong><br />

<strong>Brigna</strong>”, strumento capace di tenermi<br />

compagnia e di aggiornarmi sulle novità<br />

che “capiscono” Mezzojuso.<br />

…Che la Madonna la protegga nel suo<br />

cammino… Sfogliando le pagine, una<br />

notizia che mi ha rammaricata. La<br />

morte di Padre Tavolacci. Ma con una<br />

notizia brutta, anche una buona, colgo<br />

l’occasione per fare tanti auguri a Padre<br />

Pietro, per i 40 anni di sacerdozio.<br />

Un’ultimissima cosa, un desiderio da<br />

esaudire: se fosse possibile poter dire<br />

una messa nella chiesa di Maria<br />

Santissima Annunziata, possibilmente<br />

davanti all’altare di San Giuseppe, per i<br />

miei genitori.<br />

La ringrazio.<br />

Caterina Perniciaro<br />

I nostri lettori ci scrivono<br />

Carissimo Don Enzo,<br />

Carissimi amici <strong>della</strong> Redazione,<br />

Vi comunico con piacere che:<br />

“Il 24 Febbraio del 2009, presso la corte<br />

d’Appello di Palermo, ho prestato giuramento<br />

per l’esercizio <strong>della</strong> professione<br />

forense”. Un caro saluto,<br />

Matteo La Barbera<br />

Carissimo don Enzo,<br />

le scrivo per esprimere la mia monarchica<br />

soddisfazione per la vittoria del<br />

Re nei confronti del Mastro di Campo,<br />

domenica 22 febbraio. E’ la prima<br />

volta in secoli di storia che ciò accade<br />

ed io, in quanto legittimo discendente<br />

di Re Agostino Di Miceli I, non posso<br />

che gioirne. Credo che a questa gioia si<br />

uniranno anche i discendenti di Re<br />

Paolo Barone e tutti i monarchici<br />

“mastrocampari” appassionati di questa<br />

festa. Sono peraltro convinto che,<br />

al riguardo, sia l’unico motivo di gioia.<br />

Sua altezza Reale Massimiliano<br />

Agostino Di Miceli<br />

A voi tutti <strong>della</strong> redazione dell’<strong>Eco</strong><br />

<strong>della</strong> <strong>Brigna</strong>. Come sempre vi ringrazio<br />

<strong>della</strong> vostra collaborazione nel formare<br />

l’<strong>Eco</strong>, ed inviare una copia tanto<br />

apprezzata. A noi lontani, ci tiene sempre<br />

aggiornati di tutto quello che accade<br />

nel paese, comprese le vecchie tradizioni<br />

che ci tengono uniti con il passato.<br />

Cordiali ed affettuosi saluti a voi e a<br />

tutti i compaesani vicini e lontani.<br />

New York 22/01/09<br />

Nino Barna<br />

Con tanto piacere vi invio questa piccola<br />

offerta per <strong>Eco</strong> <strong>della</strong> <strong>Brigna</strong>, che<br />

ci tiene informati di tutto quello che<br />

succede nel nostro paese, anche se<br />

siamo molto lontani.<br />

Distinti saluti,<br />

Salvatore Cangelosi e famiglia<br />

Cari lettori di <strong>Eco</strong> <strong>della</strong> <strong>Brigna</strong>, con la<br />

presente, l’Associazione Turistica Pro<br />

Loco Mezzojuso vuole esprimere il<br />

proprio rammarico e sdegno in merito<br />

ai fatti accaduti domenica 22 febbraio<br />

durante la manifestazione del Mastro<br />

di Campo. Tali episodi di violenza<br />

mortificano il lavoro di quanti, compresa<br />

la Pro Loco, in questi anni<br />

hanno cercato, anche attraverso la<br />

suddetta manifestazione, di promuovere<br />

e far conoscere le bellezze architettoniche,<br />

paesaggistiche, iconografiche<br />

e culturali <strong>della</strong> nostra comunità.<br />

Quanto accaduto deve far riflettere<br />

tutti, in particolar modo quelli che<br />

fanno associazionismo in questa<br />

comunità, per far si che questa manifestazione<br />

ritorni ad essere un<br />

momento di aggregazione e di divertimento<br />

tra le parti. Auspichiamo in<br />

futuro che il “buon senso” predomini<br />

sull’istintività e, in una maggiore collaborazione<br />

da parte di tutti coloro che<br />

credono nell’importanza di tale manifestazione.<br />

Pro Loco Mezzojuso<br />

Egregio Signor Direttore, recentemente<br />

mi sono imbattuto in una copia del<br />

calendario anno 2009 «<strong>Eco</strong> <strong>della</strong><br />

<strong>Brigna</strong>» e poichè mio padre, il Dott.<br />

Giuseppe Bellone, medico chirurgo, è<br />

nato a Mezzojuso, mi ha fatto piacere<br />

ripercorrere gli antichi luoghi per<br />

mezzo del bimestrale che Ella dirige.<br />

Mi rallegro per la lodevole iniziativa,<br />

però, debbo rilevare che nelle fotografie<br />

manca l’indicazione del sito fotografato,<br />

rendendo impossibile l’individuazione<br />

del luogo.<br />

Mi pregio informarLa che la Giunta<br />

Municipale, con propria delibera ( n. 1<br />

del 05/01/2007) ha disposto la intitolazione<br />

di una piazza a nome del mio<br />

avo Dott. Giuseppe Bellone, patriota<br />

del Risorgimento Italiano.<br />

Sarei lieto di conoscere se per avere<br />

inviate le copie del bimestrale da Ella<br />

diretto debbo sottoscrivere un abbonamento<br />

o posso acquistarlo presso le<br />

edicole.<br />

Nell’attesa di un cenno di riscontro Le<br />

invio i miei migliori auguri di Buon<br />

Anno.<br />

Dr. Filippo Bellone<br />

e21


e22<br />

BREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIB<br />

GENNAIO 2009<br />

Venerdì 2<br />

Nel tardo pomeriggio è inaugurata la<br />

nuova farmacia del Dott. Lo Brutto, ex<br />

farmacia Di Maio, alla presenza delle<br />

autorità civili e religiose. Al Dott. Lo<br />

Brutto e ai suoi collaboratori, giungano<br />

gli auguri <strong>della</strong> Redazione.<br />

Lunedì 5<br />

Alle 18.00, nella chiesa di San Nicolò<br />

di Mira si celebrano i Vespri solenni<br />

dell’Epifania.<br />

Alle 21.30, nel salone del Castello, si<br />

svolge un concerto di musica leggera<br />

offerto dalla Provincia.<br />

Domenica 6<br />

Alle 12.30, al termine <strong>della</strong> Divina<br />

Liturgia, sul sagrato <strong>della</strong> chiesa di<br />

San Nicolò di Mira, i parroci concelebrano<br />

il rito <strong>della</strong> Benedizione delle<br />

acque, a cui segue il tradizionale Volo<br />

<strong>della</strong> colomba.<br />

Venerdì 16<br />

Alle 18.00 le campane <strong>della</strong> chiesa di<br />

San Nicola annunciano i Vespri solenni<br />

in onore di Sant’Antonio Abate.<br />

Sabato 17<br />

Di pomeriggio arrivano ospiti in<br />

Parrocchia, accompagnati da papàs<br />

Jani Pecoraro, gli scout del gruppo<br />

Reparto di Piana degli Albanesi.<br />

Alle 18.00, a San Nicola, papàs Jani e<br />

i fedeli presenti celebrano la festività<br />

di Sant’Antonio Abate.<br />

Domenica 18<br />

Inizio <strong>della</strong> Celebrazione <strong>della</strong><br />

Settimana per l’Unità dei Cristiani:<br />

presso la chiesa del SS. Crocifisso, ogni<br />

giorno <strong>della</strong> settimana, papàs Pietro<br />

Lascari celebra la Divina Liturgia.<br />

Sabato 24<br />

Nella chiesa del SS. Crocifisso ha inizio<br />

la novena in onore <strong>della</strong> Madonna<br />

Candelora, officiata da papàs Pietro<br />

Lascari.<br />

Domenica 25<br />

Momento conclusivo <strong>della</strong> Celebrazione<br />

<strong>della</strong> Settimana per l’Unità dei Cristiani.<br />

Alle 11.30, la comunità latina e la comunità<br />

greco-bizantina si riuniscono nella<br />

chiesa di San Nicolò di Mira: la Divina<br />

Liturgia è stata celebrata dal Vescovo e<br />

concelebrata da don Enzo.<br />

Mercoledì 28<br />

In Parrocchia hanno inizio i Mercoledì<br />

di San Giuseppe. Alle 16.30 il parroco<br />

don Enzo celebra la Santa Messa, preceduta<br />

dalla recita del rosario in onore<br />

del Santo Patriarca. Al termine <strong>della</strong><br />

Celebrazione il parroco e i confratelli,<br />

preceduti dal suono del tamburo per le<br />

vie, si dirigono a consegnare i quadri<br />

di S. Giuseppe nelle abitazioni dei<br />

fedeli, che ne hanno fatto richiesta per<br />

recitare il rosario in famiglia. I quadri<br />

continueranno ad essere portati alle<br />

famiglie tutti i mercoledì che precedono<br />

la festa di San Giuseppe.<br />

Venerdì 30<br />

Di Pomeriggio, presso la sala del<br />

Consiglio Comunale, si svolge un<br />

incontro fra alcuni funzionari dell’ente<br />

A.P.S. (Acque Potabili Siciliane) e<br />

la cittadinanza.<br />

Sabato 31<br />

Alle 17.00, i bambini e gli animatori<br />

dei gruppi parrocchiali A.C.R. e Scout<br />

tengono in chiesa un incontro sulla<br />

pace, animato dal parroco.<br />

FEBBRAIO<br />

Lunedì 2<br />

Presentazione di Maria al Tempio: alle<br />

11.00, nella chiesa del SS. Crocifisso è<br />

celebrata solennemente la festa <strong>della</strong><br />

Purificazione di Maria SS. Candelora,<br />

con il Pontificale del Vescovo.<br />

Alle 17.30 dalla chiesa del Sacro<br />

Cuore di Gesù del Collegio di Maria<br />

ha inizio la processione verso la chiesa<br />

di Maria SS.Annunziata dove il<br />

parroco don Enzo celebra la Santa<br />

Messa e benedice le candele delle<br />

varie Confraternite.<br />

Martedì 3<br />

Festa di San Biagio Vescovo: alle<br />

17.30, don Enzo celebra la Liturgia<br />

Eucaristica, durante la quale impartisce<br />

la benedizione <strong>della</strong> gola a ciascuno<br />

dei numerosissimi fedeli presenti<br />

fra cui si distribuiscono i tradizionali<br />

“cuddureddi ri San Brasi”.<br />

“I Cuddureddi” di San Biagio


IBREVIBREVIBREVIBREVIBREVIBREVI a cura di Francesca Brancato<br />

Domenica 8<br />

Di pomeriggio, presso il Santuario<br />

<strong>della</strong> Madonna dei Miracoli, ha inizio il<br />

triduo di preparazione per la<br />

Celebrazione dell’Anniversario <strong>della</strong><br />

apparizione <strong>della</strong> Madonna di Lourdes.<br />

Mercoledì 11<br />

Anniversario dell’ Apparizione <strong>della</strong><br />

Madonna di Lourdes – celebrazione<br />

<strong>della</strong> giornata mondiale per il malato:<br />

alle ore 17.30, al Santuario Maria<br />

SS. dei Miracoli, don Salvatore<br />

Ruffino celebra la Santa Messa. Al<br />

termine <strong>della</strong> Celebrazione i fedeli<br />

procedono ad breve processione con<br />

il simulacro <strong>della</strong> Madonna di<br />

Lourdes lungo le vie Ruggero<br />

Settimo e Madonna dei Miracoli.<br />

Giovedì 12<br />

Di pomeriggio, fra una temperatura<br />

bassissima e un cielo in bufera, arriva<br />

la neve anche a Mezzojuso!<br />

Via Roma innevata (foto F. Brancato)<br />

Venerdì 13<br />

Per due giorni un’ordinanza del<br />

Sindaco chiude la scuola per la neve<br />

che continua copiosa continuando ad<br />

imbiancare tutto il fine settimana.<br />

Sabato 14<br />

Di Pomeriggio, alla biblioteca “N.<br />

Miccoli” di Palermo è inaugurata la<br />

mostra dei fratelli Angelo e Vincenzo<br />

Deguardi dal titolo “Meditazione”. La<br />

mostra rimarrà aperta fino al 22 di<br />

febbraio.<br />

Domenica 15<br />

In mattinata L’Ass. AVITI onlus,<br />

seguendo l’iniziativa filo <strong>della</strong> vita,<br />

organizza una raccolta di sangue presso<br />

i locali del Castello Comunale. La raccolta<br />

avviene puntualmente ogni 3 mesi.<br />

In Parrocchia, il Consiglio Pastorale si<br />

riunisce alle 15.30.<br />

Sabato 21<br />

Nel pomeriggio un gruppo di giocolieri<br />

e personaggi dei cartoons si esibisce<br />

in Piazza per la gioia dei più piccoli.<br />

In serata si svolge al Castello a partire<br />

dalle 21.00, LA NOTTE DELLE<br />

MASCHERE: una serata danzante<br />

con la presenza del cantante Salvatore<br />

Strano e la premiazione delle migliori<br />

maschere. Gremita la sala del Castello<br />

con un pubblico di tutte le età.<br />

Domenica 22<br />

Edizione 2009 de “Il Mastro di<br />

Campo”: alle 11.30 si svolge la<br />

Consegna delle Maschera, l’interprete<br />

del Mastro di Campo 2008 consegna<br />

ufficialmente la maschera e la<br />

spada all’interprete dell’edizione<br />

2009. Alle ore 14.30 ha inizio la pantomima<br />

che viene sospesa alle ore<br />

16.30 a causa di una rissa.<br />

Martedì 24<br />

Di pomeriggio i bambini del Centro<br />

Intergezionale sfilano in piazza indossando<br />

delle maschere <strong>della</strong> Carica dei<br />

101, animando così in paese l’ultimo<br />

giorno di carnevale.<br />

Mercoledì 25<br />

Le Sacre Ceneri: alle 17.30, in<br />

Parrocchia, don Enzo celebra la Santa<br />

Messa con il rito <strong>della</strong> Imposizione<br />

delle Ceneri.<br />

Giovedì 26<br />

Alle 20.30, presso la chiesa del Sacro<br />

Cuore di Gesù, si svolge il primo<br />

incontro di preparazione al cammino<br />

quaresimale e alla Celebrazione <strong>della</strong><br />

Santa Pasqua, tenuto da don<br />

Francesco Carlino. La riflessione sul<br />

cammino quaresimale si articolerà in<br />

diversi incontri da svolgersi in tutti i<br />

giovedì di Quaresima.<br />

Il gruppo di giocolieri che si è esibito in Piazza Umberto I il 21 Febbraio (foto D. Figlia)<br />

e23


eECO<br />

BRIGNA<br />

<strong>della</strong><br />

In copertina:<br />

La caduta del<br />

Mastro di Campo<br />

(foto Danilo Figlia)<br />

Mezzojuso, martedì 24 febbraio 2009<br />

(foto di Danilo Figlia)<br />

PERIODICO BIMESTRALE - PARROCCHIA MARIA SS. ANNUNZIATA - MEZZOJUSO<br />

Nuova Serie, Registrato presso il Tribunale di Palermo al n. 33 del 15.10.97<br />

Direttore Responsabile: Vincenzo Cosentino<br />

Condirettore: Carlo Parisi<br />

Redazione: Francesca Brancato, Doriana Bua, Danilo Figlia, Concetta Lala, Ciro Muscarello, Margherita Reres<br />

Indirizzo: Piazza F. Spallitta - 90030 Mezzojuso (PA) - Tel e fax 091.8203179 - E-mail: ecobrigna@libero.it - Codice IBAN: IT41 F076 0104 6000 0002 0148 904<br />

Grafica ed impaginazione: Gianni Schillizzi<br />

Stampa: Consorzio ASTER Stampa - Roccapalumba (PA)

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!