03.06.2013 Views

Le mazze ferrate della I Guerra Mondiale - Circolo Culturale ...

Le mazze ferrate della I Guerra Mondiale - Circolo Culturale ...

Le mazze ferrate della I Guerra Mondiale - Circolo Culturale ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>Le</strong> <strong>mazze</strong> <strong>ferrate</strong><br />

<strong>della</strong> I <strong>Guerra</strong> <strong>Mondiale</strong><br />

1ª Parte<br />

D urante<br />

RENATO FINADRI<br />

la prima <strong>Guerra</strong> <strong>Mondiale</strong> tutti i principali eserciti, con l’esclusione<br />

di quello italiano, fecero uso di <strong>mazze</strong> <strong>ferrate</strong> quali armi d’assalto<br />

per i corpo a corpo in trincea.<br />

Furono costruite innumerevoli varianti di tali armi sia dagli Austroungarici<br />

e Tedeschi che dagli Anglo-francesi. Tutti i principali musei europei<br />

ne espongono (citiamo per tutti l’Imperial War Museum di Londra; l’Heeresgeschichtliches<br />

Museum di Vienna; il Musée de l’Armée di Parigi). La mazza ferrata<br />

non entrò invece mai in uso presso l’esercito italiano. Molto raramente ne<br />

furono costruite in trincea ed altrettanto raramente ne furono usate di preda bellica<br />

austriaca.<br />

L’inizio <strong>della</strong> guerra del 1914 aveva trovato gli eserciti impreparati ad affrontare<br />

la realtà <strong>della</strong> guerra di posizione in trincea, con i suoi feroci corpo a<br />

corpo e lotte individuali.<br />

I più tempestivi a porre rimedio alla carenza di armi per il corpo a corpo<br />

furono i tedeschi, che rapidamente si dotarono di pugnali di vario tipo, anche di<br />

provenienza commerciale. Ma neppure sul fronte opposto si perse tempo, e si<br />

può dire che già entro il 1914 la maggioranza dei soldati fu dotata di coltello da<br />

combattimento.<br />

<strong>Le</strong> officine francesi erano abilissime nel trasformare i paletti in ferro per<br />

filo spinato in micidiali coltelli (non solo il noto “clou français”, ma anche altri<br />

di varie forme, ad una o due lame ed anche a roncola).<br />

Tra gli Inglesi erano molto diffusi i coltelli a noccoliera, di cui la ditta<br />

Robbins di Dudley divenne la più nota produttrice con numerosi modelli.<br />

Sui campi di battaglia i fanti scoprivano che le vanghette erano più utili<br />

come mannaie che per scavare fango in trincea.<br />

39


40<br />

E’ in questo panorama di guerra di posizione e di assalti all’arma bianca,<br />

che si inserisce la riapparizione <strong>della</strong> mazza ferrata, riesumata dopo circa tre<br />

secoli dalla sua scomparsa dai campi di battaglia.<br />

Sul fronte occidentale quest’arma fu in dotazione a tutte le forze contrap-<br />

Cartolina di G. Mazzoni facente parte di una serie commissionata nel 1918 dal<br />

Comando <strong>della</strong> 3ª Armata


poste; i modelli inglesi hanno spesso impressi la data di fabbricazione ed il tipico<br />

marchio (la piccola e larga freccia) che contrassegna l’equipaggiamento britannico.<br />

L’esercito italiano non ebbe mai in dotazione la mazza ferrata (abbiamo<br />

visto qualche rozzo esemplare costruito in trincea); tale arma restò estranea alla<br />

cultura militare italiana dell’epoca, mentre fu usata dai reparti austroungarici<br />

a decorrere dall’estate del 1916 sull’Isonzo.<br />

Modello con testa in legno con anello in ghisa a 10 punte. Anima rigida in ferro<br />

con impugnatura in legno. Lunghezza cm. 50, peso gr. 600. Osserviamo che<br />

tale tipo è indicato all’Heeresgeschtliches Museum di Vienna erroneamente (e<br />

stranamente) come italiano<br />

Mazza ferrata a tre anelli, 18 punte ribattute, lunghezza cm. 67, peso gr. 900<br />

41


42<br />

Modello con testa in legno con anello in ghisa a 10 punte. Particolare <strong>della</strong> testa<br />

Mazza ferrata con testa ricavata dalla bomba a mano LAKOS. Tale modello fu<br />

fabbricato in serie utilizzando gli involucri <strong>della</strong> bomba, ritirata dal fronte a causa<br />

dei frequentissimi scoppi prematuri. Lunghezza cm. 55, peso gr. 700, 14 punte


Il primo utilizzo delle <strong>mazze</strong> sul fronte italiano sembra che sia avvenuto<br />

nel modo più raccapricciante durante la battaglia del Monte S. Michele del 29<br />

giugno 1916, quando i reggimenti ungheresi <strong>della</strong> 7ª e 20ª Honved fecero uso<br />

delle <strong>mazze</strong> per finire i soldati italiani in agonia per i gas asfissianti. Riportiamo<br />

una pagina del libro di Franco Bandini “Il Piave mormorava":<br />

Sono le cinque del mattino del 29 giugno 1916.<br />

I soldati <strong>della</strong> 21ª e 22ª Divisione italiana stanno<br />

ancora dormendo nelle malcomode trincee del Monte<br />

San Michele. E’ l’alba, qualcuno si muove nel sonno leggero<br />

del primo mattino, mentre le sentinelle si stropicciano<br />

forte le mani, godendo del tepore di sole che il cielo<br />

presenta. Improvvisamente dalle appena sovrastanti trincee<br />

austriache lunghi serpenti di fumo giallognolo, emes-<br />

a) Testa formata da cilindro rastremato a punta, con 20 punte piantate sul legno.<br />

Lunghezza cm. 58,5, peso gr. 1300; b) Variante con punte avvitate sul cilindro in<br />

ferro. Il manico è trattenuto nella testa da uno scanso in cui si inseriscono le 5<br />

punte più vicine, svitate le quali il manico si può staccare<br />

43


44<br />

si da becchi invisibili, ma sinistramente numerosi, cominciano<br />

a spingersi, col favor del vento, verso la linea<br />

italiana. <strong>Le</strong> poche sentinelle corrono disperatamente ai<br />

grandi barattoli di latta che funzionano da improvvisati<br />

campanelli d’allarme: ma il gas è più veloce di loro.<br />

In pochi istanti, mentre il cielo schiarisce, 6.250<br />

uomini e 182 ufficiali, prevalentemente delle due Brigate<br />

“Pisa” e “Regina” <strong>della</strong> 21ª Divisione passano senza accorgersene<br />

dal sonno alla morte. Dietro alla mortifera caligine,<br />

sbucano come fantasmi due reggimenti scelti ungheresi<br />

<strong>della</strong> 7ª e 20ª “Honved”: sono stati allenati ad un<br />

corso speciale di tre settimane a Krems, ed ora sanno benissimo<br />

cosa debbono fare. Con le tozze <strong>mazze</strong> <strong>ferrate</strong><br />

che recano legate al polso destro, ispezionano accurata-<br />

a) Mazza ferrata con chiodi ribattuti su 4 lamine in ferro saldate a punta. Lunghezza<br />

cm. 62, peso gr. 1200, 16 punte; b) Mazza ferrata con chiodi ribattuti in<br />

5 lamine in ferro saldate in punta. Lunghezza cm. 59, peso gr. 950, 20 punte


mente ogni trincea. Ogni camminamento, ogni pertugio,<br />

uccidendo senza pietà i pochissimi superstiti: nel fronte si<br />

è aperto un varco di parecchie centinaia di metri.<br />

La data del 29 giugno rimase storica nella guerra sul nostro fronte. Per la<br />

prima volta furono usati i gas asfissianti (sulle cui reali conseguenze esistono<br />

tuttavia innumerevoli versioni sia da parte austriaca che italiana). Per la prima<br />

volta i cittadini seppero dell’uso di <strong>mazze</strong> <strong>ferrate</strong>, attraverso una strumentalizzazione<br />

propagandistica di stampa cosi battente che l’uso dei gas passò in secondo<br />

piano. Può apparire assurdo, ma le critiche più violente all’uso dei gas<br />

provengono da fonti austriache, le quali peraltro tacciono totalmente sull’uso<br />

orrendo che qui sembra sia stato fatto delle <strong>mazze</strong>, e che indusse lo S.M. ad emanare<br />

il 13 agosto una circolare che ordinava l’immediata fucilazione degli<br />

austriaci colti nell’atto di finire “per mezzo di <strong>mazze</strong> chiodate nostri militari<br />

trovati feriti o svenuti”.<br />

Mazze <strong>ferrate</strong> con punte ribattute su due anelli avvitati al legno e spuntone terminale:<br />

a) Esemplare a 12 punte (ne esistono di diverse forme e dimensioni).<br />

Lunghezza cm. 67, peso gr. 800; anche lo spuntone è ribattuto in metallo. b) Esemplare<br />

a 12 punte. Lunghezza cm. 63, peso gr. 550. Si tratta del tipo<br />

“leggero”, con legno di minor diametro e spuntone piantato direttamente nel legno<br />

45


46<br />

L’uso barbaro delle <strong>mazze</strong> in quell’occasione è da ritenersi, purtroppo per<br />

la dignità dell’esercito austro-ungarico, realmente verificatosi. anche in base a<br />

Particolare di mazza a due anelli con punte piccole<br />

Particolare di mazza a due anelli, tipo leggero con spuntone piantato nel legno e<br />

non ribattuto su sbarretta in ferro


diari di combattenti da ritenersi del tutto attendibili (cfr. per tutti L, Passeri<br />

“Monte San Michele”).<br />

Da quel momento la stampa italiana, su ispirazione del1’Ufficio Propaganda<br />

dello Stato Maggiore, che forniva anche le fotografie dei diversi tipi di<br />

<strong>mazze</strong> <strong>ferrate</strong>, presentò sempre tali armi all’opinione pubblica come strumenti<br />

usati esclusivamente dagli Austrotedeschi ed esclusivamente per finire i feriti;<br />

non divulgò mai che erano in dotazione anche ai nostri alleati Francesi ed Inglesi<br />

e non le presentò mai come armi d’assalto. La mazza ferrata divenne preda<br />

<strong>della</strong> propaganda e <strong>della</strong> leggenda di “arma dei barbari”.<br />

Osserviamo che i giornali di trincea invece, liberi da imposizioni propagandistiche<br />

e scritti e disegnati da chi al fronte ci viveva e le <strong>mazze</strong> <strong>ferrate</strong> le<br />

vedeva in combattimento e non in fotografia, raffiguravano realisticamente tali<br />

armi in mano agli austriaci all’assalto (cfr. per tutti: La Tradotta n.4/1918; La<br />

Trincea n.24/1918; Il Razzo n.13/1918).<br />

Sul fronte nemico, invece, gli Austriaci dovettero sentirsi piuttosto orgogliosi<br />

<strong>della</strong> “riscoperta” delle armi da botta dopo secoli di inattività; la distribu-<br />

Mazze <strong>ferrate</strong> in fusione unica con la testa: a) Lunghezza cm. 60, peso gr. 800.<br />

b) Lunghezza cm. 54, peso gr. 750, 12 punte a base quadrangolare<br />

47


48<br />

Mazze <strong>ferrate</strong> con testa ricavata da ordigni esplosivi: a) Bomba da fucile<br />

(Zeitzunder GewehrGranate). <strong>Le</strong> punte <strong>della</strong> testa sono costituite dai segmenti a<br />

frattura prestabilita. Lunghezza cm. 65, peso gr. 1400; b) Bomba a mano Lakos<br />

e spuntone terminale piantato nel legno. Lunghezza cm. 67, peso gr. 800, 20<br />

punte<br />

Varianti dello stesso modello: a sinistra testa formata da 2 parti fuse in verticale,<br />

a destra fusione in orizzontale


Mazza ferrata artigianale la cui fabbricazione non ha però nulla da invidiare a<br />

quelle costruite in serie. La testa è costituita da 2 semisfere vuote, tenute unite<br />

dal manico in ferro che le attraversa. 24 punte ribattute<br />

Modello con testa cilindrica con 20 punti a base quadrangolare, avvitate nel ferro.<br />

Lunghezza cm. 64, peso gr. 1300<br />

49


50<br />

zione nel 1916 delle nuove armi d’assalto fu infatti ampiamente commemorata<br />

con distintivi da portare sulla divisa e cartoline reggimentali. Sono peraltro<br />

molto rare le fotografie di austroungarici armati di <strong>mazze</strong>. Non crediamo che<br />

ciò sia dovuto ad una sorta di pudore nei confronti dell’opinione pubblica austriaca,<br />

cui di certo si celavano gli aspetti più brutali e cruenti <strong>della</strong> guerra; riteniamo<br />

piuttosto che si possa spiegare con la scarsità delle distribuzioni, avvenute<br />

solo a pochi reparti ed in zone limitate.<br />

D’altro canto gli stessi Austriaci cercavano di non farsi catturare prigionieri<br />

in possesso di tali armi, che sapevano detestate dagli italiani: rischiavano<br />

di essere eliminati sul posto.<br />

Molte <strong>mazze</strong> usate nel 1916 si ispiravano ai bastoni ferrati tedeschi dei<br />

Medioevo, i “morgenstern” (letteralmente “stella del mattino”), costituiti da un<br />

manico di legno con applicate all’estremità grosse punte di ferro. Alcune erano<br />

di costruzione industriale, altre di produzione artigianale, costruite nelle officine<br />

del fronte. <strong>Le</strong> teste erano spesso formate con materiali di recupero, come in-<br />

a) Modello elastico a corda d’acciaio, testa piena. Lunghezza cm. 49, peso gr.<br />

550; b) Modello elastico a molla, testa piena. Lunghezza cm. 43, peso gr. 750


La propaganda antiaustriaca elegge la mazza ferrata a simbolo di barbarie sul<br />

n. 16 del 15 agosto 1916 de “Lo sport illustrato e la guerra”<br />

51


52<br />

volucri di bombe a mano o pezzi di tubi di esplosivo a frattura prestabilita, dotati<br />

di grossi chiodi ed infilati in manici di legno tornito od anche grezzo.<br />

Una catalogazione completa è impossibile, considerato il grande numero<br />

di <strong>mazze</strong> costruite artigianalmente, con innumerevoli differenze fra l’una e l’altra.<br />

Una fondamentale differenza è comunque quella fra tipi rigidi del 1916,<br />

costituiti da un manico di legno con testa in ferro, e tipi elastici, comparsi sul<br />

nostro fronte sembra successivamente (1917), di originaria ideazione tedesca.<br />

Questi erano formati da una impugnatura di legno di circa 15 cm., inserita su<br />

una molla od un cavo d’acciaio di 25 cm. con una pesante testa d’acciaio di forma<br />

conica.<br />

<strong>Le</strong> <strong>mazze</strong> erano di norma tenute legate al polso con un laccio di corda o di<br />

cuoio.<br />

Opuscolo di propaganda distribuito ai soldati come deterrente contro le diserzioni.<br />

E’ palese l’insinuazione che i prigionieri vengano finiti con le <strong>mazze</strong> <strong>ferrate</strong>…

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!