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Bullettino malacologico italiano - Società Italiana di Malacologia

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— 35 —<br />

una forma <strong>di</strong> Terébratula che sembrerebbe <strong>di</strong>stinta, ma che ri.<br />

mente per tal legame devesi annettere alla Terébratula vitrea.<br />

Questa conchiglia, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> tutte le forme sinora enumerate,<br />

presenta la sua massima larghezza in vicinanza del margine fron-<br />

tale, che è rotondato invece <strong>di</strong> essere troncato, laddove in quelle<br />

la maggior larghezza è circa alla metà. Tali caratteri ricordano la<br />

T. miocenica del Michelotti, ed un'esatta comparazione da me fatta<br />

degli esemplari messinesi, con alcuni, quantunque in cattivo stato,<br />

favoritimi dallo stesso signor Michelotti, e meglio con una valva<br />

ventrale conservatissima, da me stesso raccolta nelle sabbie zan-<br />

cleane (*) <strong>di</strong> Serravalle <strong>di</strong> Scrivia, mi hanno messo nel caso <strong>di</strong> giu-<br />

<strong>di</strong>care la specie del signor Michelotti siccome una semplice varietà<br />

della T. vitrea, ma riesaminata ormai la quistione mi sono con-<br />

vinto che la specie del Michelotti deve confondersi colla T. minor,<br />

come in seguito <strong>di</strong>rò.<br />

4.° Incontrasi raramente una forma molto allargata e quasi<br />

triangolare (var. D), che io non saprei <strong>di</strong>sgiungere dalla specie in<br />

<strong>di</strong>scorso, sopratutto avendo osservato qualche esemplare somi-<br />

gliante tra i viventi della collezione del signor Allery.<br />

Le varie forme sinora descritte, come già <strong>di</strong>ssi, sono insieme<br />

collegate da numerose forme interme<strong>di</strong>e, da non permettere affatto<br />

la <strong>di</strong>sgiunzione in più specie, anzi il loro stu<strong>di</strong>o dà l'intima con-<br />

vinzione dell'unità specifica <strong>di</strong> sì <strong>di</strong>verse forme.<br />

Nelle tavole annesse la T. vitrea è rappresentata in tutte le sue<br />

forme più importanti. Le figure 1 e 9 sono quelle <strong>di</strong> forma tipica,<br />

le figure 4 sono tratte da un esemplare allungato della forma<br />

romboidale, la figura 11, rappresenta la forma oblonga, le figure 7<br />

e 8 delle forme allargate verso la regione frontale. Gli apparecchi<br />

apofisarii poi sono stati tratti da un giovane ed un adulto viventi,<br />

quelli delle figure 2 e 3; dagli esemplari fossili si sono ottenute<br />

soltanto delle sezioni da esemplari raccolti in roccia compatta, e<br />

sono rappresentate nelle figure 5, 6, 10. Figure più o meno esatte<br />

(*) Le sabbie a briozarìi, pentacrinus, ra<strong>di</strong>oli <strong>di</strong>-eidarite e T. miocenica <strong>di</strong> Ser-<br />

ravalle <strong>di</strong> Scrivia nel Piemonte, sia pel loro aspetto, sia pei fossili che conten-<br />

gono, mi fanno credere che sieno coetanei alle sabbie zancleane inferiori dei<br />

<strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Reggio e <strong>di</strong> Messina, e quin<strong>di</strong> imme<strong>di</strong>atamente sopraslanti alle<br />

argille mioceniche del Tortonese , perciò spetterebbero al membro più antico<br />

del mio zancleano. Quin<strong>di</strong> la T. miocenica del Piemonte sarebbe pressoché<br />

coetanea alla T. vitrea delle rocce messinesi, quest'ultima giacendo anco nel<br />

calcano dello zancleano me<strong>di</strong>o, e coeva <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> Calabria, che l'ho rinvenuto<br />

sin nello zancleano inferiore.

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