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Bullettino malacologico italiano - Società Italiana di Malacologia

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Intorno al Limax coeridans, M. Bielz,<br />

note <strong>di</strong> P. Strobel.<br />

Sino dal 1852 nelle: « Notizie malacostatiche sul Trentino »,<br />

pag. 88, segnalai un Limax, il quale <strong>di</strong>fferisce dal L. cinereus,<br />

Mùller, singolarmente pel lembo del <strong>di</strong>sco locomotore, o suola del<br />

piede, nerastro. Poco corrivo , come fui mai sempre, al creare<br />

nuovi nomi, e per motivi le molte volte da me accennati, m'accon-<br />

tentai, allora, <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguerlo semplicemente come una varietà della<br />

nominata specie. E come tale lo enumerai pure nell'elenco dei<br />

Molluschi del lembo orientale del Piemonte, inserito nel giornale <strong>di</strong>.<br />

<strong>Malacologia</strong>, 1853, pagina 50, e nella memoria sulle: « Lumache<br />

ed Ostriche pavesi », stampata nel 1855 nel Manuale della provincia<br />

<strong>di</strong> Pavia per l'anno 1856, pag. 94. In seguito ricevetti dal signor<br />

E. A. Bielz in Hermannstadt, col nome <strong>di</strong> Limax coerulans, M.<br />

Bielz (padre), un Limar simile all'accennato, raccolto in Transil-<br />

vania ed in<strong>di</strong>cato in nn articolo <strong>di</strong> E. A. Bielz, pubblicato nel<br />

1853 (!), e probabilmente già descritto da suo padre in un prece-<br />

dente articolo del 1851, che non conosco. Per tal modo, essendo<br />

venuto a sapere, che a quel mollusco era stato già da altri imposto<br />

un nome specifico, non indugiai più oltre ad accettarlo; e tanto più<br />

facilmente mi adattai a riconoscerlo come specificamente <strong>di</strong>stinto<br />

dal L. cinereus, Mùller, o maximus, Lin., come vuoisi, inquantochè,<br />

avendo avuto occasione <strong>di</strong> raccogliere alquanti esemplari del me-<br />

desimo in località <strong>di</strong>verse, della Lombar<strong>di</strong>a, del Piemonte, del<br />

Trentino e del Tirolo cisalpino, ho potuto coDvincermi che presenta<br />

varie mutazioni analoghe a quelle che offre il L. cinereus. Perciò<br />

nell' « Essai d'une <strong>di</strong>stribution oro-géographique des mollusques<br />

terrestres dans la Lombar<strong>di</strong>e » 1857, pag. 11, lo enumerai come<br />

specie <strong>di</strong>stinta, adottando per essa il nome datole da M. Bielz, ed<br />

accettando quello posteriore (1855) <strong>di</strong> L. Da-Campi, Menegazzi,<br />

(*) Beitrag zur Kenntniss der Siebenbuirgischen Land-und Susswassermollu-<br />

sken. Nelle Maialini igische Notizen aus Siebenbuirgen, 1856, E. A Bielz non lo<br />

enumera più come specie <strong>di</strong>stinta dal L. cinereus, ma soltanto come sua va-<br />

rietà. Tulli tre gli articoli citati vennero inseriti negli Atti della <strong>Società</strong> tran-<br />

silvana <strong>di</strong> Scienze naturali.<br />

Bull. Malac. lt., Voi. IV. 2

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