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Bullettino malacologico italiano - Società Italiana di Malacologia

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— 116 —<br />

Neil' opera manoscritta del Chiereghini questo Troco fu per la<br />

prima volta <strong>di</strong>ffusamente descritto e <strong>di</strong>seguato iu otto figure, prima<br />

qual quinta specie con due varietà. Mentre poi Chiereghini<br />

ha corretto 1' errore <strong>di</strong> Olivi , <strong>di</strong>mostrando non essere questo il<br />

T. varhis <strong>di</strong> Linueo , alla sua volta cadde iu errore, ritenendolo<br />

eguale al T. cinerarius dello stesso Linneo , specie quest' ultima,<br />

il cui tipo è proprio all' Oceano Atlantico, e la quale nel Me<strong>di</strong>-<br />

terraneo è rappresentata dalla Gibbula leucqphaea, Philippi, che<br />

alcuni ritengono non essere altro che una varietà geografica della<br />

Gibbula cineraria. In<strong>di</strong> , sopra esemplari provenienti dall' Istria<br />

Cherso ed Ossero, Chiereghini fondò la sua nona specie, la quale<br />

chiamò T. Abro<strong>di</strong>aetus, dal sopranoine, che il famoso pittore Par-<br />

rasio <strong>di</strong>ede a se stesso. Questa denominazione non è ammissibile,<br />

perciò che e nome e <strong>di</strong>agnosi, quantunque scritte prima del 1818,<br />

furono pubblicate appena nel 1847.<br />

Martens collocò questo Troco fra le cinque specie adriatiche ,<br />

le quali secondo lo stesso appartengono al genere Monodonta del<br />

Lamarck, da lui non peranco riconosci irto. Idea questa alla quale,<br />

in<strong>di</strong>pendentemente da Martens, venne più tar<strong>di</strong> anche Hornes, a<br />

motivo del callo alla cominella ; callo o tubercolo, il quale d'al-<br />

tronde è proprio a tutte le specie del genere Gibbula, e soltanto<br />

eccezionalmente raggiunge lo sviluppo d'un vero dente, come pei*<br />

esempio negli esemplari , dai quali Hornes fece trarne le figure<br />

della sua opera.<br />

Eichwald fu il primo, che trovò questa specie allo stato fos-<br />

sile , e la chiamò T. angidatus , nome , il quale non potrebbesi<br />

accettare , perciò che esiste un T. angidatus <strong>di</strong> Miiuster ed uno<br />

<strong>di</strong> Sowerby , ma essendoché i più dei palentologi accettarono la<br />

denominazione <strong>di</strong> Eichwald , e non 1' avrebbero prescelta se non<br />

ne avesse <strong>di</strong>ritto, ed essendoché ha la primazia sopra i nomi dati<br />

alla specie dai malacologhi , così credo si dovrà adottare. Caso<br />

mai poi fosse, che la specie <strong>di</strong> Miinster, o <strong>di</strong> Sowerby, le quali<br />

mi sono ignote, appartenessero allo stesso genere (Gibbula), ed<br />

avessero la primazia, o l'ima, o l'altra, allora per la nostra do-<br />

vrebbesi appigliare al nome impostole da Àndrzejowski , Turbo<br />

cremenensis, e chiamarla Gibbula Cremenensis.<br />

Quantunque Olivi già nel 1792, poscia Renier , Chiereghini e<br />

Martens fra i zoologi abbiano conosciuto la nostra Gibbida (un-<br />

gulata, pure appena dopoché Philippi la pubblicò nel 1844 dan-<br />

done una <strong>di</strong>screta figura, attirò a se l'attenzione dei naturalisti.<br />

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