119 Narra Domenico Farini nel suo Diario di fine ... - Trapani Nostra
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Il XX Settembre 1905 Ettore Ferrari, scultore, subentrato a<br />
Nathan <strong>nel</strong>la Gran Maestranza dell’Or<strong>di</strong>ne massonico, con un<br />
manifesto aveva già richiamato l’attenzione dei citta<strong>di</strong>ni sul<br />
tentativo clericale <strong>di</strong> soffocare, con i “<strong>suo</strong>i tentacoli”, le<br />
conquiste laiche: “Erompa oggi in Italia un grido <strong>di</strong> allarme oltre<br />
il pericolo del novissimo atteggiamento politico del Vaticano…,<br />
sorretto da falsi liberali <strong>di</strong> ieri, <strong>di</strong>ffonde la sua influenza in ogni<br />
campo dell’attività italiana e illudendo gli ingenui, tenta <strong>di</strong><br />
preparare alla Nazione i tristi giorni dei popoli caduti”.<br />
Non va <strong>di</strong>menticato che la presa <strong>di</strong> Porta Pia si colloca a<br />
ridosso della proclamazione del dogma dell’infallibilità papale.<br />
(Pastor aeternus, 18.7 1870)<br />
“Sono profondamente grato del pensiero che Roma mi rivolge e mando alla<br />
cara città l’espressione del mio vivo affetto. Con intimo compiacimento<br />
assisto alla celebrazione delle ricorrenze cinquantenarie che si compie con<br />
sicura coscienza dei raggiunti progressi e con salda fede <strong>nel</strong>le civili libertà.<br />
Da questa celebrazione <strong>di</strong> sacre memorie traggo per la Patria nostra liete<br />
presagio <strong>di</strong> gloriose fortune e con essa accompagno i voti che la Capitale<br />
del Regno rinnova in giorno così solenne. Vittorio Emanuele”.<br />
Risposta degna <strong>di</strong> chi, per virtù e vita, onora la casa sua, il sue paese.<br />
Citta<strong>di</strong>ni! Ovunque, da Torino a Marsala e Palermo, da Napoli a Perugia,<br />
sui campi <strong>di</strong> Castelfidardo, l’Italia ha celebrato la ricorrenza cinquantenaria<br />
dei fasti della sua ricomposizione ad unità, ed ovunque fa presente Roma<br />
<strong>nel</strong> cuore della sua citta<strong>di</strong>nanza, <strong>nel</strong>la parola dei rappresentanti <strong>suo</strong>i. Oggi,<br />
alla quarantenaria ricorrenza del giorno fati<strong>di</strong>co, che ha sacrato l’unità<br />
patria, il paese tutto è qui presente, <strong>nel</strong>la sua più augusta rappresentanza;<br />
con noi ricorda il passato, con noi fraternamente opra <strong>nel</strong> presente, con noi<br />
prepara <strong>nel</strong>la coscienza del comune dovere, l’avvenire. Un solo grido<br />
prorompa dai vostri petti, <strong>di</strong>nanzi a questa breccia: Evviva la terza Italia!”.<br />
(L’Osserv. Romano, 21.9.1910)